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'Noi esistiamo dal '62, senza scopi di lucro. Abbiamo 120 soci che pagano 770 euro l'anno e siamo in 33 persone, vedete quanto il Cresme possa vivere grazie ai suoi soci... siamo specializzati in costruzioni, sì, ma anche in trasformazione urbana. Siamo pronti volentieri a un confronto tecnico pubblico, per chi ha dei dubbi'.
Il direttore del Cresme (Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell'edilizia), Lorenzo Bellicini, si toglie qualche sasso dalle scarpe oggi pomeriggio prima di illustrare la sua ricerca sullo sviluppo di Modena nella sede locale di Confindustria Emilia, a un convegno di Ance, di fronte anche al sindaco Gian Carlo Muzzarelli. Bellicini fa riferimento alle polemiche sul Centro emerse in Consiglio comunale, dopo l'illustrazione di una propria ricerca al Teatro Fondazione Collegio San Carlo il 31 maggio scorso.
Si tratta di uno studio cui fa riferimento il Comune in vista del suo nuovo Piano urbanistico, atteso da tempo al traguardo ma che procede in armonia con la nuova legge regionale di riferimento che verra' votata in Assemblea legislativa entro l'anno. Ebbene, dopo l'esposizione della ricerca e' stato il gruppo M5s a farsi sentire ('Servivano altri studi, il Comune doveva rivolgersi anche ad altri soggetti') in modo critico. Ma anche il capogruppo Articolo 1-Mdp, l'ex Pd Paolo Trande, pur dicendo di condividere i dati del Cresme ha parlato di 'conflitto di interessi tecnico', visto che tra i soci del Centro, ha notato Trande, ci sono anche gli stessi costruttori di Ance.
Sta di fatto che Bellicini non ci sta: 'Io- parla anche personalmente il direttore in sala- sono nel comitato scientifico di Legambiente, così come di Banca Etica e altri. Preciso che non stiamo costruendo noi il Piano regolatore di Modena, per questo ci sono consulenti come il Politecnico di Milano. Siamo veramente indipendenti, da parte nostra siamo civici e non guardiamo in faccia a nessuno. Ci chiamano in giro proprio per la nostra indipendenza- assicura Bellicini- e se ci capita di sbagliare... sbagliamo in proprio', continua il direttore, parlando dunque di fronte a imprese e istituzioni di un certo 'fastidio', per le obiezioni uscite dopo la ricerca del San Carlo.
Redazione Pressa
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