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'Non è mai successo che nell'area nord della provincia una donna partorisse in macchina e di fronte a questo non posso sentire rispondere dai massimi esponenti della sanità della mia regione che questo è sempre successo. Se non era sicuro partorire a Mirandola con il reparto aperto che avevamo, non credo sia più sicuro oggi partorire in macchina. Questo vale per la bassa così come per la montagna'. Frasi che sembrano riprese da uno dei tanti interventi di esponenti di centro destra che si sono susseguiti di recente in occasione degli ultimi casi di parti in auto, da parte di donne residenti nella montagna e nella bassa modenese, lungo il tragitto verso Modena, dopo la chiusura dei punti nascita di Pavullo (nel 2017) e di Mirandola (nel 2022) e che invece arrivano dalla storica esponente PD e amministratrice, nonché consigliere regionale PD, Palma Costi.
Il suo, pronunciato durante l'ultimo incontro pubblico con il candidato alla presidenza della regione ed attuale sindaco di Ravenna Michele De Pascale, suona come un vero e proprio J'accuse nei confronti delle politiche sanitarie regionali degli ultimi anni. Sia nel merito di alcuni punti del dibattito politico, come i punti nascita, sia di metodo, arrivando a criticare, se non a mettere in discussione, la programmazione della regione nelle politica sanitaria.
'Uno dei problemi che non oggi abbiamo in questa regione è che manchiamo di programmazione sanitaria e sociale costruita sui bisogni della popolazione e dei diversi territori'. Ed è qui che la Costi torna sui punti nascita, chiuso di fatto nel dicembre 2022 dall'Ausl e della Regione, ancora prima del 31 dicembre, data oltre la quale la commissione sanitaria regionale (che aveva redatto la relazione di accompagnamento alla richiesta di deroga alla apertura inviata dalla Regione al Ministero), aveva espresso parere contrario all'apertura oltre alla tale data.
I
ndicando che sarebbe stata opportuno, per diverse motivazioni di carattere tecnico, chiudere il punto.
'Io sono una di quelle che sostiene che bisogna riaprire il punto nascita di Mirandola, partendo da una analisi seria della situazione e di cosa oggi c'è realmente bisogno. Forse sono una delle poche che ha letto il report sul nascere in Emilia-Romagna del 2021 dove ci dicevano che i punti nascita erano sicuri. Io non ci sto ad una chiusura a spot come è stata fatta fino ad oggi. Bisogna riprendere almeno in mano il tema della natalità, analizzare i bisogni, anche di sicurezza della donne e dei territori e poi costruire i servizi che devono essere assicurati, perché non si può chiudere e poi dire che è sempre successo, quando non è mai successo, che una donna sia obbligata a partorire in macchina'.
Da qui la stoccata arriva anche rispetto ad una governance troppo centralizzata della sanità pubblica, in sostanza lontana dai territori e dalla conoscenza dei singoli bisogni. 'Le direzioni generali sono organismi monocratici che non metto in discussione ma in democrazia serve il confronto e non c'è mai un solo elemento che decide in modo autonomo ma serve un contraltare. In questo senso è importante dare importanza al ruolo dei sindaci e della CTSS'
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>