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“La Giunta regionale PD di Bonaccini continua a prendere in giro le comunità di montagna che rivogliono i propri punti nascita”.
È quanto affermano i Consiglieri regionali del Gruppo Lega in Emilia-Romagna, il Vice Presidente dell’Assemblea regionale Fabio Rainieri (foto), e Stefano Bargi, riguardo alla dichiarazione fatta in Assemblea dal Sottosegretario alla Presidenza Gianmaria Manghi per cui “In assenza di una modifica dei parametri indicati nell’accordo tra Stato e Regioni un’ulteriore richiesta di deroga alla chiusura dei punti nascita di montagna in Emilia-Romagna appare immotivata”.
“Come l’hanno scorso quando fecero partire una richiesta di deroga senza nemmeno evidenziare i motivi su cui doveva essere fondata per far riaprire i tre punti nascita di montagna di Borgo Val di Taro, Castelnovo né Monti e Pavullo nel Frignano, allora appena chiusi, ora, il Governatore Bonaccini e l’Assessore Venturi hanno prima cercato di illudere i montanari derubati dei luoghi dove far nascere i loro bambini annunciando di avere chiesto un appuntamento al Ministero per parlare dell’argomento, ma, messi alle strette, il velo illusorio è caduto, perché hanno chiuso di fatto ogni possibilità' – hanno proseguito i Consiglieri regionali leghisti.
'Infatti, una nuova e ben motivata deroga (tra l'altro in Regione è arrivata da mesi l'istanza di revisione della richiesta di deroga approvata da diversi consigli comunali dei comuni montani modenesi, e relativa al punto nascite di Pavullo, elaborata dal Comitato Salviamo l'ospedale di Pavullo, ndr), la si potrebbe chiedere subito, senza dover aspettare il lunghissimo e imprevedibile iter che porti, Governo e Regioni insieme, a rivedere i parametri. Parametri che le Regioni possono derogare se lo chiedono e lo vogliono veramente come hanno fatto Veneto e Trentino, per riaprire i punti nascita, rispettivamente di Asiago e Cavalese. Le motivazioni per riaprire quelli dell’Appennino emiliano sarebbero identiche. Invece non c’è una vera volontà di questa amministrazione regionale di ripensare una scelta impopolare e sbagliata. C’è solo l’intenzione di ammansire, in previsione della prossima scadenza elettorale, le comunità di montagna giustamente arrabbiate che vivono ora nell’unica Regione italiana priva di punti nascita nelle sue zone montane”.
Redazione Pressa
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