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La Procura di Reggio Emilia ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 delle 26 persone (tra cui sette dirigenti e funzionari comunali) a cui a settembre dell'anno scorso è stato notificato l'avviso di fine indagini nei loro confronti, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte 'gravi irregolarità' riscontrate nella gestione di appalti pubblici indetti dal Comune di Reggio. Le indagini sono iniziate nel 2016 dopo alcune dichiarazioni fatte da privati e hanno visto tra giugno 2017 e aprile 2019 il deposito di 'plurime informative' della Guardia di Finanza, in ordine alla sussistenza di ipotesi delittuose per i reati di turbata libertà degli incanti, falsità in atto pubblico, rivelazione di segreto d'ufficio e corruzione. L'attività investigativa ha poi avuto un momento spettacolare a giugno di due anni fa quando le Fiamme Gialle, al clou della campagna elettorale delle amministrative allora in corso, si sono presentate in municipio a perquisire gli uffici di 14 indagati, sequestrando numerosi documenti.
Un corposo materiale in cui i finanzieri hanno scavato dal dicembre 2019 a luglio 2020, confermando secondo la Procura 'quelle vistose e reiterate anomalie che già ab origine erano emerse'. Nello specifico, come riporta oggi una nota del procuratore capo reggente, il sostituto Isabella Chiesi, si conferma nei fatti accertati 'la sussistenza nell'amministrazione comunale di Reggio Emilia di una radicata prassi che coinvolgeva alcuni soggetti, apicali e non, volta sia ad indicare nei bandi cui la stessa amministrazione risultava essere stazione appaltante requisiti per la partecipazione alle gare che sapevano in possesso soltanto di alcune persone (fisiche o giuridiche) e che in tal modo si volevano favorire'. Sia 'successivamente a gestire la gara in modo da far da far vincere quelle persone sin da principio individuate come aggiudicatarie'.
Alcuni indagati hanno nel frattempo chiesto di poter essere interrogati, ed è in questo contesto che potrebbe essere maturata la decisione degli inquirenti di stralciare quindi due posizioni dalle richieste di rinvio a giudizio depositate oggi. A marzo di quest'anno un'integrazione all'attività investigativa ha portato a iscrivere nel registro degli indagati altri 21 soggetti, tra cui il sindaco Luca Vecchi che lo ha ammesso in modo trasparente. In merito la Procura di Reggio precisa che 'la posizione dei soggetti iscritti nel registro degli indagati e non destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari e' stata separata ed è in corso di definizione'. Il valore degli appalti sotto la lente degli inquirenti si aggirerebbe intorno ai 27 milioni. Al centro dell'inchiesta c'è Santo Gnoni ex capo del servizio legale del Comune e all'epoca dei fatti membro della commissione tributaria provinciale, unico a cui viene contestata l'accusa di corruzione.
Redazione Pressa
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