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Mentre in casa Pd avanza e si rafforza l'ipotesi di candidatura a presidente di De Pascale, in vista delle Regionali in autunno in Emilia Romagna l'unico vero nome su cui il centrodestra si sta concentrando è quello dell'ex sottosegretario Elena Ugolini. Un nome 'civico' fortemente sostenuto da Fratelli d'Italia e dal leader Galeazzo Bignami, ma che sta trovando qualche resistenza in casa Lega e Forza Italia.
Da una parte Galeazzo Bignami, sostenuto anche da Rete Civica dei consiglieri Mastacchi e Pelloni, ha rinunciato a una candidatura di bandiera (molti avevano chiesto un suo impegno diretto) per tentare - con un profilo 'moderato' alla Guazzaloca - di rendere davvero contendibile la Regione. Dall'altra i distinguo sul profilo della 65enne ex preside del Liceo Malpighi, sembrano esulare dal campo delle idee politiche ma appaiono, come spesso accade, confinati ai desiderata personali dei leader dei singoli partiti.
In particolare il no più netto è arrivato dal segretario Lega Emilia Matteo Rancan il quale alla Ugolini contrappone se stesso, consapevole che coi numeri della Lega di oggi di come solo la candidatura a presidente gli consentirebbe il rinnovo automatico in Consiglio regionale. Più sfumata invece la posizione di Jacopo Morrone, segretario Lega Romagna che ha mostrato - anche nel recente convegno di Rete Civica a Ravenna - forti perplessità sulla Ugolini, ma che comunque sembra preferirla al collega di partito.
In casa Forza Italia i dubbi del consigliere regionale Valentina Castaldini hanno basi molto simili a quelle del collega Rancan. Pur provenendo dalla stessa cultura e matrice politica della Ugolini (compresa la vicinanza a CL), la Castaldini non ha ancora dato il proprio via libera.
In base alla legge elettorale, infatti, il candidato presidente giunto secondo toglierebbe un posto da consigliere all'ultima lista della coalizione, un timore quindi che accomuna il Carroccio agli Azzurri.
Una ragionamento che presupporrebbe da parte di Castaldini e Rancan la sfiducia in una possibile vittoria, ipotesi che invece Bignami ritiene tutt'altro che infondata. Certo, se il ragionamento è preservare le rendite di posizione difficilmente si può immaginare un ribaltone, con l'aggravante che - in fin dei conti - anche in termini machiavellici tale strategia potrebbe essere pericolosa. Infatti se provando davvero a vincere componendo liste competitive e cercando il meglio per la coalizione, si rischia di perdere qualche posto in termini partitici è pur vero che per salvare l'orto piccolo si rischia di renderlo talmente piccolo da ridurre al minimo (considerato il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale) il numero dei seggi di minoranza. E, quindi, di poltrone, il tema su cui i leader dei partiti sono più sensibili.
g.leo.
Nella foto Elena Ugolini. Credit: Meeting Rimini