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'Rette assistenza disabili, a Modena regolamento oltre la legge, ora basta'

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La denuncia del Consigliere regionale di Forza Italia Valentina Castaldini: 'Troppe famiglie pagano cifre più alte per un sistema di calcolo che il Consiglio di Stato ha bocciato. Modena si adegui o intervenga il prefetto'


'Rette assistenza disabili, a Modena regolamento oltre la legge, ora basta'
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'I comuni di Modena e di Parma applicano un regolamento sulla compartecipazione da parte delle famiglie con disabili alle spese per i servizi di assistenza in centri diurni e residenziali, che dopo la Sentenza del consiglio di Stato (che prevede che pensioni di invalidità e accompagnamento non rientrino tra le entrate del nucleo famigliare sulle quali calcolare la retta), risulta non solo non in linea con la legge ma finisce per discriminare centinaia di famiglie modenesi. Obbligate a pagare di più rispetto a quelle residenti in altri comuni, anche se per l'accesso ai medesimo servizi, solo perché residenti a Modena'.

E' una situazione, quella descritta e contestata questa mattina dal Consigliere regionale di Forza Italia Valentina Castaldini in una conferenza stampa on-line, che ora sarebbe sancita anche dalla risposta che la giunta regionale ha dato ad una una sua interrogazione.

Atto ispettivo generato dalle diverse segnalazioni raccolte nei mesi scorsi rispettivamente a Parma e a Modena da alcuni famigliari di utenti dei servizi di assistenza disabili (a Parma riuniti anche in associazione), rappresentati in conferenza stampa, da Laura Schianchi, di Parma, dell'associazione Prima gli Ultimi e da Stefano Forti, per Modena, familiare di una persona disabile assistita presso un centro. Testimonianze simili per un problema comune. Che a Modena e Parma persiste, nonostante le segnalazioni.

Il nodo è la sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2016 che ha precisato che le pensioni di invalidità, accompagnamento, assegni di cura, essendo finalizzate a compensare il bisogno di assistenza continuativa di soggetti che non sono in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, non possono essere in alcun modo considerate ricchezza, e come tale, anche solo in parte, incamerate dai Comuni come quota di compartecipazione al pagamento delle rette per i servizi.

In soldoni, tali pensioni e assegni non aumentano la capacità reddituale e la ricchezza dei soggetti e quindi non devono pesare sui parametri che stabiliscono la quota di compartecipazione alle spese per i servizi.
Cosa che a Modena, invece, continuerebbe ad accadere. In virtù di un regolamento che quei parametri ancora li comprende. Il regolamento comunale fa infatti riferimento all'articolo 49 della legge regionale del 2003, superato,appunto, dalla sentenza del Consiglio di Stato e dalla Regione che dopo quella sentenza ha provveduto a modificare lo stesso articolo. Al quale fa riferimento il regolamento applicato dal Comune di Modena che a sua volta, non è cambiato. Il Comune di Modena - stando ai rilievi del Consigliere regionale e dei rappresentanti degli utenti - non ha modificato il regolamento, continuando ad applicare un metodo di calcolo basato su parametri che secondo la legge, devono essere esclusi dal calcolo. Generando un danno e un pregiudizio rispetto alle famiglie, valutate non solo sulla base dell'Isee ma ma di parametri che per la legge non possono e non devono essere considerati.

'Per la prima volta grazie a una mia interrogazione, la Regione Emilia-Romagna mette nero su bianco che i Comuni di Parma e di Modena, non applicano la norma correttamente' - ha commentato il Consigliere Castaldini.
'La Regione non può obbligare le Amministrazioni a modificare i propri regolamenti ma è un punto fondamentale da cui partire è anche la possibilità che viene data a queste famiglie di avere uno strumento efficace per portare avanti a una lotta che da sempre fanno. Con questo documento in mano hanno possibilità di fare ricorso, ma noi vogliamo che non si arrivi fino a lì. Auspichiamo che i due Comuni emiliani prendano i dovuti provvedimenti e utilizzino il regolamento come devono. Per questo stamattina ho scritto personalmente ai Prefetti di Modena e di Parma per chiedere un intervento. Contestualmente supporteremo questa azione all'interno dei singoli consigli comunali'.

Gi.Ga.


Redazione Pressa
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