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Sanità in montagna, Pavullo 95 incalza il nuovo Dg Ausl: 'Basta promesse, servono garanzie concrete'

Sanità in montagna, Pavullo 95 incalza il nuovo Dg Ausl: 'Basta promesse, servono garanzie concrete'

L'incontro del locale comitato con il nuovo direttore generale Ausl Mattia Altini. Vandelli: 'Negli anni troppi tagli, cambiare rotta'


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Un faccia a faccia tanto atteso quanto necessario, nel dibattito sull'assistenza sanitaria ospedaliera in emergenza urgenza e territoriale in Appennino, quello avvenuto nei giorni scorsi tra il comitato Pavullo 95 e il nuovo direttore generale dell’AUSL di Modena, Mattia Altini, affiancato dal direttore di Distretto, Brunetti. Sul tavolo, la situazione sempre più critica della sanità montana e in particolare le sorti dell’ospedale di Pavullo, al centro da anni di un lento ma costante ridimensionamento e riorganizzazione.
Un incontro carico di tensioni, ricordi amari e una precisa richiesta: voltare pagina. “Ora basta promesse, servono impegni seri”, è il messaggio che il comitato ha voluto mettere nero su bianco, tracciando un bilancio critico e realista di ciò che è stato e indicando le priorità per il futuro.

'Dall'Ausl, tante promesse ma la realtà è un lento declino e un ospedale smontato pezzo a pezzo'

'L’ospedale ritenuto 'insopprimibile' anche nelle parole del nuovo DG negli anni è stato smontato pezzo per pezzo'. 'Presidio necessario, insopprimibile, da mantenere e possibilmente potenziare': sono state queste le parole di Altini riportate dai Gaetano Vandelli, presidente del Comitato, rispetto all'incontro. In sostanza Pavullo 95 accoglie con estrema cautela, se non con dichiarato scetticismo, visto i precedenti, le nuove rassicurazioni del Direttore Generale.
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E il motivo è presto detto: 'Tutti i suoi predecessori hanno detto le stesse cose, salvo poi tagliare, ridurre, smontare'.
E il comitato su questo punto ha elencato una serie di tagli e trasformazioni in negativo che hanno interessato il locale ospedale: Geriatria, Ostetricia, Pediatria, Ginecologia e Chirurgia d’urgenza, spariti, 25 posti letto cancellati, altri 20 mai attivati, turni h24 ridotti, ostetriche senza copertura notturna e festiva, accorpamenti forzati, come Chirurgia e Ortopedia in un’unica area
In questo chiaramente anche il punto nascita chiuso nel 2017 e che nel 2020 l'allora presidente della regione ricandidato Stefano Bonacini aveva definito un errore al quale rimediare con la riapertura negli anni successivi.
Messe insieme chiusure e mancate riaperture di reparti e servizi tracciano un bilancio amaro, che il comitato definisce 'inaccettabile' e che spera possa finalmente cambiare rotta: 'Altini - riporta il presidente Vandelli - si è detto consapevole delle difficoltà del territorio, della sua estensione, delle strade tortuose e del clima. Bene. Ma ora vogliamo vedere se alle parole seguiranno i fatti”.

Casa della Comunità: progetto in stallo, il comitato chiede chiarezza

Tra i nodi irrisolti, anche quello della futura Casa della Comunità, ex Casa della Salute.
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Un progetto partito male – con una sede giudicata “infelice e troppo lontana dall’ospedale” – poi fermato in extremis e oggi completamente bloccato. 'Il DG - riporta sempre il resoconto del comitato - ha parlato apertamente di mancanza di risorse per riprogettarla. Pavullo 95 ha preso in mano la questione, portandola direttamente al sindaco, con cui si è tenuto un incontro il 10 luglio: “Abbiamo trovato apertura, ora servono tempi stretti per trovare una soluzione condivisa'. Il comitato chiede che la struttura venga realizzata all’interno dell’area ospedaliera e che rispecchi le caratteristiche originarie: presenza dei medici di base, servizi integrati e continuità assistenziale reale.

'Serve un nuovo patto per la salute della montagna'

Richiamandosi a parole pronunciate lo scorso anno dal presidente regionale De Pascale, il comitato torna a chiedere un nuovo patto per la salute montana: non solo slogan, ma un accordo vero, che tenga conto delle specificità dell’Appennino.
'Non tutte le aree sono uguali - ripete Pavullo 95, chiedendo chiarezza sulla visione futura della Regione e dell’Ausl -. È passato quasi un anno dalle parole del Governatore. Vorremmo evitare un’altra ‘figura alla Bonaccini’, promesse senza seguito'.

Emergenza-urgenza: 'In montagna i numeri non bastano'

Altro punto cruciale, la riorganizzazione dell’emergenza-urgenza nel Frignano.
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Il comitato riconosce che i dati sembrano in linea con le medie regionali, ma avverte: 'In montagna le statistiche raccontano solo una parte della verità'.
Strade tortuose, traffico imprevedibile, maltempo e distanze rendono molto più complesso garantire soccorsi tempestivi. E il rischio, secondo Pavullo 95, è che il Pronto Soccorso resti scoperto proprio quando serve di più: 'Se tutti i mezzi e i medici sono fuori per interventi difficili, chi resta a presidiare Pavullo?'.
La richiesta è netta: un sistema H24 solido, efficiente, calibrato davvero sul territorio. 'La montagna non può essere trattata come la pianura. Vedremo se le scelte fatte saranno all’altezza. Intanto, vigileremo'.

Ambulatori e manutenzione: i problemi quotidiani che raccontano un lento declino

Oltre alle grandi questioni sanitarie, il comitato punta il dito anche su una serie di disservizi quotidiani, simboli di un lento abbandono. Ascensori bloccati da un anno e mezzo, infiltrazioni d’acqua, porte e finestre rotte, piastrelle da sostituire, ambienti non manutentati né puliti.
E poi le attività ambulatoriali, spesso ridotte al minimo o addirittura ignorate dal CUP: 'Molti anziani del Frignano non hanno modo di spostarsi fino a Carpi o Mirandola. È assurdo dover percorrere 100 chilometri per una visita di controllo'.
Il messaggio finale è semplice ma deciso: 'Basterebbe poco per rimettere in funzione ciò che già esiste. Ma serve volontà'.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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