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Nuovo ospedale Carpi: addio al vecchio progetto, sarà complementare a Mirandola

Nuovo ospedale Carpi: addio al vecchio progetto, sarà complementare a Mirandola

Presentato da Ausl, Regione e sindaci di Carpi e Mirandola, il nuovo accordo. De Pascale: 'Due ospedali che agiranno come uno'. Come già definito dalla CTSS del 2020. Per il nuovo ospedale di Carpi almeno 8 anni di attesa.


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Due ospedali di pari livello, a Carpi e Mirandola, che agiranno come fosse uno solo attraverso una divisione complementare di servizi e prestazioni. Che per Mirandola significa un consolidamento della situazione attuale e un potenziamento per alcune aree specialistiche, e per Carpi l'addio al progetto già presentato del nuovo ospedale, che nella migliore delle ipotesi (cosa alquanto improbabile visto i precedenti in sanità),potrà vedere la luce non prima del 2033 e che sarà ridimensionato dovendo tenere conto che diverse funzioni e specialistiche saranno gestite da Mirandola. 'Due ospedali, uno a Carpi e uno a Mirandola che opereranno come se fosse uno solo' - stando alle parole del Presidente della Regione Michele De Pascale, oggi all'auditorium San Rocco di Carpi per l'evento di presentazione di quello che è stato definito un 'Patto per la sanità pubblica nell'area nord'. Un modello di organizzazione ospedaliera che sindaci di Carpi, Mirandola, dirigenti Ausl, insieme al presidente della Regione, hanno oggi presentato come innovativo se non fosse che era già di fatto tutto scritto dal 2020 quando nella Ctss (Conferenza territoriale socio-sanitaria), allora presieduta dal Giancarlo Muzzarelli (oggi presidente della commissione sanitaria regionale, presente in platea in prima fila), si definì (naufragata l'idea di un unico ospedale per l'area nord), che il futuro dei presidi ospedalieri nella porte nord della provincia, fosse quello di due ospedali dello stesso livello ma sempre più complementari.
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A copertura di un territorio che comprendendo Terre d'Argine e Area nord conta circa 190.000 abitanti. Per questo ciò che è stato presentato oggi a Carpi con l'evento in pompa magna, più che rappresentare una novità a livello di programmazione sanitaria, rappresenta una novità a livello politico. La foto di tutti i sindaci, il presidente della Regione e i vertici Ausl sorridenti con al centro la donna di centro-destra alla guida del Comune di Mirandola è la rappresentazione plastica di un qualcosa che sulla sanità non si vedeva da tempo. E tanto più alla luce del fatto che i motivi per sorridere, almeno nell'immediato, sembra averne più Mirandola che Carpi. Anche se solo per un pericolo che sembra scampato per Mirandola di ridimensionamento dell'ospedale rispetto al progetto Carpi'Dopo anni complessi, in cui non sono mancati timori sul ruolo futuro del Santa Maria Bianca all’interno della rete provinciale, fissare un punto fermo e riconoscere il nostro ospedale come presidio strategico e irrinunciabile rappresenta una condizione fondamentale per guardare avanti con fiducia' - afferma il sindaco di Mirandola Letizia Budri.
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Per l'ospedale di Mirandola, che dopo il terremoto, ha perso diversi pezzi rispetto a Carpi (compreso il punto nascita oltre ai letti di chirurgia spostati a Carpi e mai più rientrati), sono previsti ulteriori, anche se non ancora definiti, investimenti per nuove strutture, oltre a quelli già in corso, per esempio quelli che venerdì prossimo porterà alla disponibilità degli attesi 4 letti in terapia semintensiva. Grande dubbio è quello riguardante il futuro del Policlinico in una prospettiva in cui non sono previsti doppioni. Da un lato Mirandola ha retto all'impatto dello stop ai medici gettonisti attraverso l'assunzione ed il reperimento di personale interno oltre ad un medico di medicina territoriale arrivato da Fanano dopo la chiusura del servizio montano, dall'altro con il progetto che ha portato al PS di Carpi un investimento da 4 milioni per il potenziamento. Presentato nei giorni scorsi. Ma, come detto, oggi di Pronto Soccorso, non si è parlato. 'Dopo anni, si compie un passo fondamentale che guarda ad unire territori e a fare del dialogo e del lavoro comune un elemento di forza' - afferma Riccardo Righi, sindaco di Carpi. 'Un nuovo ospedale per Carpi, ma anche investimenti per innovare e valorizzare quello di Mirandola: due poli che, insieme, rafforzeranno l’intera rete sanitaria del nostro territorio, mettendo al centro le persone, la qualità dei servizi e la collaborazione tra comunità.
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Un Ospedale che non sarà solamente un luogo ma, insieme al Santa Maria Bianca di Mirandola, sarà il cuore di una rete di connessioni con gli altri territori, rafforzando il sistema Nord della provincia'
 



Le funzioni dei due ospedali saranno definite da una Commissione interdistrettuale ma silenzio sui Pronto Soccorso

La definizione di dettaglio delle funzioni da attribuire ai due ospedali, coinvolgendo tutti gli attori (professionisti, sindacati, associazioni di volontariato), sarà affidata a una Commissione interdistrettuale, un tavolo tecnico che è stato annunciato ieri nel corso della seduta della Conferenza territoriale sociale e sanitaria su proposta dei sindaci Righi e Budri, in qualità di presidenti delle commissioni sanitarie dei rispettivi distretti, e del presidente dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, il primo cittadino di Finale Emilia Claudio Poletti.
Grande incognita, mai citata nell'evento, il futuro dei Pronto Soccorso. Se entrambi sono confermati

Nuovo ospedale di Carpi: un nuovo avviso

E' prevista la prossima settimana, la pubblicazione dell’avviso pubblico per la manifestazione di interesse per la progettazione, realizzazione e futura gestione del nuovo Ospedale di Carpi rivolto all’individuazione di operatori economici per la presentazione di proposte attraverso la modalità del partenariato pubblico privato. Parallelamente al percorso sul nuovo ospedale di Carpi, sarà poi avviata anche una procedura di gara per affidare la progettazione ed esecuzione di una serie di lavori sull’Ospedale Santa Maria Bianca, in un’ottica di complementarietà tra le due strutture.
I finanziamenti oggi sono fermi a quei (non pochi), 57 milioni di euro (ex articolo 20 Legge 67/1988). La restante quota, eventualmente integrata da ulteriori finanziamenti pubblici, sarà coperta dall'investimento derivato dal contratto di concessione (parternariato pubblico-privato), grazie al quale l'operatore economico individuato rientrerà del proprio contributo attraverso un canone di concessione oltre ai ricavi che otterrà dalla gestione di una serie di attività accessorie all'ospedale, come le manutenzioni, la locazione di spazi di servizio come bar o negozi di supporto alla struttura.


Nuovo equilibrio tra Carpi e Mirandola

Se negli ultimi dieci anni Mirandola ha perso pezzi, ora è Carpi che sembra dovere rinunciare a qualcosa per il futuro. Almeno rispetto al progetto già prenotato. Il nuovo ospedale, nella migliore delle ipotesi (e sappiamo quanto in sanità pubblica la migliore delle ipotesi sia anche la più improbabile), non sarà pronto prima del 2033 ed è presumibile che il nuovo progetto ancora tutto da realizzare sarà comunque, nella nuova prospettiva di due ospedali complementari, ridimensionato, almeno rispetto all'ultimo progetto presentato. In sostanza, se prima, ai tempi del sindaco Bellelli, presente oggi in platea, era stato presentato il progetto di un grande nuovo ospedale per Carpi, in sostituzione del vetusto ed inadeguato Ramazzini, prevedendo 130 milioni di investimenti, oggi quel progetto andrà sostanzialmente rifatto sulla base della prospettiva dei due ospedali complementari. Il progetto di nuovo ospedale di Carpi presentato, in sostanza non esiste più. Tutto da rifare da un soggetto privato per altro ancora da individuare che sarà scelto attraverso un bando pubblicato nei prossimi giorni. Che vede non soltanto funzioni e dimensioni della nuova struttura essere pensata come speculare a quella di Mirandola ma che prevede anche finanziamenti non più concentrati sul nuovo ospedale a Carpi ma sul contestuale rinnovamento e potenziamento di quello di Mirandola. In una logica in cui vige una parola d'ordine: complementarietà rispetto a sovrapposizione di funzioni e specializzazioni. Teoricamente.Con la stessa logica con cui oggi i residenti dell'area Nord vanno a Carpi per un certo tipo di visite o interventi allo stesso modo da Carpi andranno a Mirandola per un diverso tipo di prestazioni specialistiche e interventi. Come in un unico ospedale distribuito su due sedi. Almeno sulla carta.'Non possiamo continuare ad avere sovrapposizioni e inefficienze, servono strutture a forte innovazione clinica, tecnologica e organizzativa che si integrano in maniera dinamica tra loro e con il territorio, così come già accade in diversi ambiti' - sottolinea il Direttore Generale dell'Ausl Mattia Altini.
'Quello tra Carpi e Mirandola - afferma il presidente de Pascale - è un patto per la sanità pubblica che segna una collaborazione importante tra i due distretti, un modello a livello regionale che fa da apripista e va replicato anche in altri territori. In questo modo andiamo verso una gestione territoriale della salute pubblica più integrata, condivisa e partecipata. È importante che i territori si uniscano e lavorino insieme per garantire una sempre migliore qualità dei percorsi di cura e assistenza'.
'Il progetto sanitario per il sistema nord modenese, condiviso nelle ultime settimane - aggiunge l’assessore regionale Fabi - è un impegno a costruire una sanità vicina alle persone, fondata sulla qualità delle cure e sulla collaborazione tra e con le comunità locali. Grazie a questo lavoro di squadra nascerà un sistema di servizi sanitari sempre più efficace per i cittadini'.Gi.Ga.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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