Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'E alla fine marcia indietro fu. Dalla nuova delibera si evince che deve essere arrivata una comunicazione formale (una sorta di “tirata di orecchi”) da parte del Ministero dei Beni Culturali o della Soprintendenza, tale da portare l'amministrazione a fare un passo indietro sull'iter del processo Sant'Agostino. Da sempre infatti l'amministrazione ha sostenuto di voler andare avanti con un 'Procedimento Unico' per accelerare al massimo i tempi e arrivare all'approvazione del progetto, urbanistico ed edilizio, prima della fine della legislatura, nonostante la mancanza del parere vincolante della Soprintendenza e delle conseguenti verifiche sugli aspetti architettonici ed edilizi legati all'implementazione materiale di una così cospicua ristrutturazione'. Così il M5S Modena.
'Da sempreabbiamo sostenuto che questo processo accelerato non stesse in piedi, che occorresse qualche mese in più, non anni, per sentire tutti pareri necessari (e obbligatori per legge) e avere il tempo per le riflessioni del caso, una volta avuti tali pareri.
Questo al fine di essere sicuri di non avere in futuro nuovi stop ai lavori, che avrebbero costituito un insopportabile fardello per questo progetto già molto atteso. Al di là delle consuete critiche al M5S e ad altri soggetti perché vogliono “bloccare la città” e “dire sempre no”, ciò che ora di fatto emerge è che il procedimento unico ha in realtà costretto gli Enti coinvolti a un surplus di lavoro che ha rallentato lo svolgimento, ad esempio, della Conferenza dei Servizi. La giunta ha cercato di far stringere i tempi alla Soprintendenza sfruttando una modifica attuata dal decreto Madia alla gestione delle conferenze dei servizi, ma la Soprintendenza stessa in qualche modo ha rivendicato le sue prerogative. Di conseguenza l’amministrazione ha dovuto mestamente prendere atto della sua impossibilità a procedere con il percorso unico a fronte della (evidente già due anni fa) complessità della questione e diversi interessi in rilievo (urbanistici, architettonici e culturali).
L’atto torna in Consiglio in una versione “spacchettata” contenente solo gli aspetti urbanistici, demandando gli aspetti architettonici ed edilizi a chi di competenza, ovvero la Soprintendenza, che poi farà riferimento a chi materialmente realizzerà gli interventi, cioè la Fondazione CRMo - chiude il M5S -. Lo stesso risultato a cui si sarebbe giunti - in minor tempo - facendo le cose con l’iter consueto, e sviluppando una Conferenza di Servizi solo per la parte urbanistica, in ottemperanza peraltro alla nota sentenza del Tar Bologna che aveva bocciato le torri librarie. Siamo di fronte dunque all’ennesima scelta sbagliata dell’amministrazione, portata avanti caparbiamente senza ascoltare le segnalazioni di chi fa notare i problemi (e non li crea), atteggiamento che anziché dare “una marcia in più” alla città la trascina in percorsi tortuosi e spesso bloccanti (come avvenuto anche per i chioschi del Parco delle Rimembranze o il Garage Ferrari). Occorre smettere di subordinare la visione politica della città ai tempi e alle esigenze delle scadenze elettorali'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>