ssionisti del mondo della cultura, della para-politica, travestita da 'società civile'. È una illusione. Quel mondo c'è già nella compagine del, per interderci, centro-sinistra.
È già un satellite del Pd, non allarga, non include, neanche col suo potenziale evocativo, in tempi di 'chiunquismo' e di crisi delle autorità morali, professionali, culturali. Non penso aggiungerà nulla, é la 'sinistra dello Ztl' - afferma Trande -. C'è bisogno di una vasto e intenso percorso di ascolto e interlocuzione con tutta la sinistra politica, sociale, associativa, organizzata e diffusa, formale e informale con l'obiettivo di costruire una opzione politico-programmatica di riformismo radicale, di governo, che punti a tenere assieme il massimo possibile per una opzione di lista aperta e plurale della Sinistra. Un percorso autonomo, dall'esito non scontato, sia in termini di alleanze che di candidatura. Se si parte dalle formule e non dai programmi, dai fronti indistinti, se si parte dalla invocazione della unità senza dosi adeguate di proposte di cambiamento (delle volte anche ripristino di 'vecchi' presidi di uguaglianza) tutto sarà vano o a forte rischio.
Date un occhio a quello che è successo a Modena, studiate quello che è successo alle amministrative, da lì arriva una indicazione metodologica importante. La sinistra fuori dal Pd, da Articolo UNO a quella della disfatta isolazionista delle europee, reagisca, si rimetta in moto, interagisca tra sé e ció che c'è intorno. I partitini della sinistra, divisi, frammentati, e quindi impotenti, partano da lì, dalla unità funzionale e dalla catalizzazione del proprio campo politico-culturale. Il resto, alleanze col Pd e candidature viene dopo. Non ci sono scorciatoie o formule, c'è la fatica del contronto e dell'unità massima possibile'.