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Seta, la Corte dei Conti boccia l'assetto attuale: la governance deve essere pubblica. Ecco la delibera

Seta, la Corte dei Conti boccia l'assetto attuale: la governance deve essere pubblica. Ecco la delibera

'Il controllo pubblico non va intenso come mero condizionamento di carattere politico delle scelte aziendali'


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'Non possono residuare dubbi sulla riconduzione di Seta spa nella categoria delle società a controllo pubblico. In tal senso non rileva la partecipazione (in sé e per sé considerata) di Tper in Herm srl e del fatto che Tper sia o meno riconducibile alle società quotate, perché in questo caso, nel rapporto con Seta spa, Tper e la sua controllata vanno viste, a loro volta, come società in controllo pubblico'. E' questo quello che si legge, in riferimento a Seta, nella delibera che la sezione regionale di controllo per l'Emilia-Romagna della Corte dei Conti sul piano di ricognizione ordinaria delle partecipazioni societarie detenute dal Comune e dalla Provincia di Modena.
I giudici hanno dunque riaffermato, come già fatto in precedenti pronunce, il controllo pubblico della società, tenendo conto anche del fine pubblico d'impresa, un dato sottolineato oggi anche dal consigliere regionale Fdi Pulitanò.

'Questa Sezione non può non rilevare che il socio Tper spa e Herm srl hanno una funzione specifica all’interno dei consessi societari, funzione che può ricondursi ad una sorta di “potere gestionale interdittivo o indirizzante' - si legge nella delibera. E ancora: 'Il controllo pubblico non va intenso come mero “condizionamento di carattere politico” delle scelte aziendali.
Si badi che l’attività di eterodirezione è del tutto lecita specie quando il dominio è finalizzato ad impedire pregiudizi agli interessi della collettività ma l’eterodirezione non può travalicare ledendo le regole della corretta gestione societaria e imprenditoriale. La violazione di tali princìpi può ravvisarsi ogniqualvolta l’ente pubblico agisce nell’interesse proprio o altrui sollecitando la cura del servizio pubblico in termini antieconomici vale a dire “..riversando esclusivamente sulla società partecipata i risultati negativi della gestione in perdita, traendone così vantaggio in pregiudizio della stessa”'.
 

'Seta - per i giudici - va considerata a controllo pubblico pur in presenza dei soci Tper ed Herm i quali hanno poteri (industriali) statutari ben definiti di valutazione aziendalistica con riferimento alle opzioni o iniziative degli enti territoriali che si dovessero ritenere non in linea con i parametri di sana gestione societaria'. E poi la bocciatura della linea della Provincia: 'Con l’occasione, va confutata anche l’affermazione della Provincia di Modena circa la mancata evidenza nel diritto positivo dell’obbligo, in capo ai soci pubblici, di formalizzare una situazione di controllo analogo congiunto.
Va rammentato al riguardo che esiste pur sempre un dovere generale di trasparenza finalizzato a sostenere la partecipazione dei cittadini alle “cose pubbliche” e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche'.
 

'In conclusione, la Sezione sulla scorta di quanto evidenziato nei suoi precedenti, continua a ritiene che la natura pubblica omogenea degli enti partecipanti alla società - costituiti da enti locali o da holding controllate da enti locali o, in un caso, da una società comunque pubblica - e, conseguentemente, degli interessi generali altrettanto convergenti e individuabili nel diritto alla mobilità che il servizio pubblico locale deve assicurare, configuri di per sé l’esistenza dei 19 presupposti dell’assoggettabilità della società, in quanto interamente pubblica, al regime configurato dal Tusp nei termini sopraindicati. Invita, pertanto, l’Ente a farsi promotore nei confronti degli altri Soci pubblici affinché, mediante le necessarie iniziative, si completi l’adeguamento dell’assetto gestionale ed operativo di Seta spa alle regole del Tusp'.
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