'La Corte dei Conti ha confermato ciò che Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto: Seta SpA, in quanto società a partecipazione interamente pubblica, deve essere pienamente assoggettata alle regole previste dal Testo Unico sulle Società Partecipate (TUSP). Una presa di posizione chiara e inequivocabile, che smonta anni di ambiguità e scaricabarile da parte delle amministrazioni di centrosinistra'. A dichiarare ciò è Ferdinando Pulitanò, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Emilia-Romagna, presidente provinciale del partito a Modena e consigliere comunale a Modena.
'Il trasporto pubblico modenese – prosegue Pulitanò – continua a navigare in acque torbide. È inaccettabile che una società come Seta, la cui governance dovrebbe essere chiaramente in mano agli enti pubblici locali, sia stata di fatto ostaggio di logiche opache e interessi distorti. Lo avevamo denunciato con forza, anche alla luce della presenza di Tper, che insieme ad Herm, società partecipata da Tper detiene il 49% del capitale è quotata in Borsa a Dublino, tra i soci con il 49%: una situazione che ha impedito un controllo trasparente ed efficace da parte dei Comuni di Modena, Reggio Emilia e Piacenza'.
'La Corte dei Conti oggi mette nero su bianco che la natura pubblica omogenea dei soci di Seta impone l’adeguamento della società alle regole del TUSP. È altrettanto significativo che la stessa Corte abbia invitato esplicitamente il Comune di Modena a farsi promotore dell’adeguamento dell’assetto gestionale e operativo. Un invito che suona come una vera e propria diffida politica e istituzionale: il Comune non può più restare a guardare. Chi ha governato finora ha permesso che si perpetuasse un sistema che ha penalizzato cittadini e lavoratori: autobus vecchi, corse tagliate, personale in difficoltà, sicurezza trascurata. Una situazione indegna e vergognosa per un servizio pubblico essenziale', conclude Pulitanò.