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'Non si era mai caduti così in basso, mentre i sindacati riconosciuti in Seta continuano a firmare accordi beffa, l’ultimo quello del 24 giugno, spacciato come una vittoria del oersonale viaggiante (di fatto sta vedendo la dura reazione di tutti i lavoratori e lavoratrici) e di cui non entriamo al momento nei particolari per determinate ragioni; per la gran parte i cittadini modenesi hanno rinunciato a prendere gli autobus, visto che i disservizi e disagi con l’entrata in vigore degli orari estivi, sono aumentati progressivamente senza nessun intervento da parte della Agenzia per la Mobilità di Modena (ente di controllo e gestore del servizio) e Seta (Società affidataria del Servizio)'. Così in una nota il sindacato Usb che contesta la 'pacificazione' annunciata tra sindacati confederali e azienda.
'Per questo abbiamo provveduto a mandare una richiesta urgente di incontro il giorno 17 giugno, a Seta, aMo, come ad altri organi, ognuno per le proprie competenze, come Prefettura e Comune di Modena, senza avere al momento nessuna risposta - continua Usb -. Seta in questo periodo ha perso migliaia di utenti, perché viste le lunghe attese sotto il sole, con passaggi in ritardo e corse che saltano , le persone hanno rinunciato a prendere gli autobus, mentre quelli costretti a farlo si vedono alle fermate scuri in volto. Nonostante il servizio ridotto, Seta non ha autobus idonei a circolare in questo periodo di caldo record, e alcuni autisti in assenza di vetture idonee, vengono comandati a non uscire dal deposito; si sono verificati anche casi di malore di qualche autista, dove si è richiesto l’intervento del 118.
Il piazzale degli autobus di Modena non ha nessuna copertura e nelle ore più calde l’autista và a prelevare la vettura che, rimasta al sole, registra temperature interne elevatissime, con forti rischi per la salute. In questi giorni, per risolvere in parte il problema, vengono messe alcune corriere sulle linee urbane, certamente poco idonee alle caratteristiche del servizio, con ritardi sulle corse sempre maggiori, visto il taglio delle percorrenze ad opera della Agenzia della Mobilità. A tale stato si è arrivati anche perché i 20 nuovi bus a metano arrivati pochi mesi fa della casa costruttrice Bolognese “Menarinibus” (prodotti però in Turchia) stanno già subendo dei gravi cedimenti strutturali e guasti di natura elettromeccanici, tanto che alcuni di essi fanno già da tempo capolinea in officina. Poi c’è il lotto di trenta bus a metano modello “citelis” della Iveco , che acquistati nuovi 5/6 anni , pure presentano numerose avarie, di cui gravi problemi strutturali alle sospensioni , che non permetterebbe il loro utilizzo per problemi di sicurezza; ci sono, poi, tutti gli altri bus usati o quelli che ormai avrebbero finito il loro ciclo di vita, visto i numerosi km percorsi. A questo punto ci viene da pensare che si vuole smantellare il TPL Modenese, che al momento si cerca di fare funzionare solo con le scuole aperte'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>