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'Siamo sull'orlo del baratro. Bisogna agire in fretta, utilizzando in maniera veloce ed efficace i fondi europei'. E' un monito e un campanello d'allarme quello che fa risuonare il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari, in un momento cruciale per il rilancio dell'economia nazionale dopo la pandemia, visto che dovrebbe essere chiuse le trattative su Recovery fund e Mes. 'L'Europa delibererà a breve finanziamenti consistenti come mai prima nella sua storia. Verranno in Italia solo se sapremo mettere insieme progetti e riforme. Il timore è che il Paese non sappia utilizzare queste risorse, come è spesso accaduto nella sua storia. Se lo sapremo utilizzare fare, il Paese potrà recuperare terreno. Ma se non saremo capaci, l'Italia avra un debito talmente elevato da ritrovarsi fortemente indebolita, soprattutto nel confronto di competitor come la Germania', avverte Ferrari, che oggi ha presentato un piano in 25 punti per la ripartenza dell'economia regionale, che ruota attorno a quattro pilastri: benessere e qualità della vita, capitale umano, imprese e innovazione e reti internazionali.
'Le proposte che sono state avanzate in occasione degli Stati generali sono tante e interessanti, ma non restino un esercizio di bella calligrafia, perchè non ce lo possiamo permettere', scandisce il numero uno regionale di Confindustria, preoccupato per il forte calo di fatturato e ordinativi che interessa anche le imprese dell'Emilia-Romagna.
L'Italia non è nelle condizioni di dire 'no' al Mes, un tema che ancora divide le forze che sostengono il governo Conte. 'Non siamo nelle condizioni economiche ideali per rifiutare questo o quello', allarga le braccia il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari. 'Certo, chi ti da' del denaro, non te lo può dare a 'zero' condizioni', osserva Ferrari. 'Ma si tratta di un intervento rilevante, 33 miliardi a fronte di manovre fatte in passato dallo Stato di 17-18 miliardi. Abbiamo necessità di prendere quel finanziamento.Poi è importante utilizzarlo bene', aggiunge.
Redazione Pressa
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