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Tari, disastro differenziata ma il servizio costa di più al Comune

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Approvata la delibera sulla definizione delle tariffe Tari. Costo servizio incrementato di un milione e 200 mila euro rispetto al 2022


Tari, disastro differenziata ma il servizio costa di più al Comune
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Il Consiglio comunale di Modena ha approvato la delibera sulla definizione delle tariffe Tari che resteranno invariate anche per il 2023.
Il provvedimento, presentato nella seduta di oggi dall’assessore all’Ambiente Alessandra Filippi, che contiene anche la revisione del Piano economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani e gli adeguamenti al regolamento per l’applicazione della tassa sui rifiuti, è stato approvato con il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde-Verdi, Modena civica). Contrari Lega Modena, Gruppo indipendente per Modena, Movimento 5 stelle, Modena al centro e Fratelli d’Italia.
'Il passaggio a una nuova modalità di raccolta differenziata dei rifiuti richiede naturalmente degli aggiustamenti in corsa e il Comune di Modena è quotidianamente al lavoro per presidiare la trasformazione e superare i disagi che si creano in questa fase di transizione, accogliendo le segnalazioni dei cittadini e controllando l’operato del gestore anche per indirizzare ogni azione di miglioramento necessaria - ha detto la Filippi -.

Intanto, dalla partenza della campagna, a settembre 2022, c’è stato un netto incremento della percentuale di raccolta differenziata, con un 3 per cento di crescita in un solo mese, tra febbraio e marzo, quando si è consolidata la raccolta in larga parte del Quartiere 4 e si è iniziata a sentire l’influenza delle zone in trasformazione nel Quartiere 1. Per questo ringrazio i cittadini modenesi, che si stanno impegnando nel cambiare le loro abitudini perché hanno compreso l’obiettivo di miglioramento ambientale a vantaggio di tutti che guida il nuovo sistema'.

Le opposizioni
'Modena non ha raggiunto negli ultimi anni, gli obiettivi fissati nella raccolta differenziata e ora fa pagare ai cittadini i costi dei propri disservizi. Di di cui nessuno a livello politico e amministrativo ha l’umiltà di assumersi la responsabilità.

Sindaco e Pd si fanno costantemente difensori d’ufficio di Hera anziché tutelare gli interessi ed i diritti dei cittadini che chiedono solo di potere pagare una tariffa adeguata per ad un servizio efficiente e all’altezza degli standard che Modena merita - afferma Barbara Moretti di Modena al Centro -. Un vulnus tutto modenese che appare chiaro nel confronto per esempio con un altro centro analogo della Regione, Ferrara, dove in consiglio comunale, a larga maggioranza, è stato approvato nei giorni scorsi il nuovo regolamento rifiuti. Un passaggio non solo formale come quello di oggi ma sostanziale, perché porta con sé la riduzione di tutte le bollette dei cittadini - per utenze domestiche e non domestiche: per le utenze domestiche. Con un calo dei costi, dal primo gennaio 2023, compreso tra il -7% fino al -12%. Perché ciò non è successo a Modena visto che il gestore è sempre lo stesso e siamo sempre in Emilia-Romagna? Ferrara è stabilmente ai vertici delle classifiche sulla raccolta differenziata, mentre Modena in fondo alle classifiche. E’ incredibile come anche Hera, che a Modena sta creando un disastro, riesce in altri comuni che non siano Modena a fare funzionare le cose'.

'Con la delibera sulla Tari votata dalla maggioranza in Consiglio comunale si fanno pagare ai cittadini i disservizi causati dal gestore Hera - aggiunge la capogruppo Fdi Elisa Rossini -. Un gestore che contrattualmente si è assunto obblighi precisi tra i quali quello di svolgere a regola d’arte le attività oggetto del contratto, quello di garantire il buon funzionamento dei servizi, la rimozione dei rifiuti abbandonati, la collocazione delle strutture e dei contenitori. Senza dimenticare che nella fase transitoria il concessionario era tenuto a garantire l’espletamento e gli standard qualitativi dei servizi in essere al momento del passaggio di gestione. Un obiettivo che, come dimostrano le immagini quotidiane di una città letteralmente invasa da rifiuti, decisamente non mi pare raggiunto. In questo contesto le motivazioni con cui si giustifica l’incremento dei costi del servizio non sono affatto condivisibili. Vengono infatti considerati servizi integrativi, e quindi comportanti un maggior costo, la fornitura di nottolini con chiave unificata, la raccolta domiciliare in area di proprietà privata, il potenziamento del presidio spazzino di quartiere e l’incremento della frequenza in centro storico: tutte attività che rientrano pienamente nel servizio stesso poichè servono per garantire gli standard qualitativi e per questo vanno fatti rientrare all’interno del corrispettivo pattuito. Il risultato di questa bislacca decisione di considerare extra quello che dovrebbe essere il servizio base, è che per l'anno 2023, il totale dei costi ammessi nel Piano economico finanziario 2023 relativo al Comune di Modena è pari a 38.612.100 euro, mentre nel precedente PEF ammontava a 37.412.933 euro, con un incremento di un milione e 200 mila euro. In altre parole: il servizio costa di più rispetto alle previsioni fatte nel 2022 e questo di più lo pagheranno comunque i cittadini. Non solo, vista la scarsa qualità del risultato prodotto da Hera, nonostante l'extra spesa, il Comune avrebbe il dovere nei confronti dei cittadini di segnalare ad Atesir le inadempienze in quanto tali in modo che Atesir possa attivare la procedura prevista dal contratto di servizio diretta alla contestazione degli inadempimenti contrattuali che può giungere fino alla risoluzione del contratto. Cosa che invece piazza Grande si è ben guardata dal fare aderendo passivamente all’elenco dei servizi definiti impropriamente integrativi proposti da Atesir'.

'Il regolamento Tari e il costo a carico delle famiglie modenesi che in esso viene sancito è la summa di un fallimento soprattutto politico - afferma Piergiulio Giacobazzi, capogruppo di Forza Italia -. Di fronte ai sacrifici chiesti, ai danni provocati, e ai disservizi l'amministrazione comunale ed il partito di riferimento, nell'ambito delle sue prerogative istituzionali e societarie, sia in Hera che in Atersir doveva fare in modo di giungere ad una riduzione della tariffa. Se ciò non è successo è solo per mancanza di volontà politica. Se la Tari, come specificato dall'Assessore è invariata dal 2017, è anche vero che il servizio è peggiorato sia per i cittadini utenti sia per mancati obiettivi raggiunti. La raccolta differenziata è al palo se non in riduzione da quattro anni, e Modena oggi è tra i comuni meno virtuosi d'Italia nella gestione del ciclo dei rifiuti e agli ultimi posti in termini di riciclo e produzione di indifferenziata. Per questo non ha potuto usufruire nemmeno di meccanismo di premialità concessi ad altri comuni  virtuosi. Ci chiediamo perché l'Amministrazione comunale non si è mossa in questi anni, facendo perdere alla città opportunità. Oggi Modena doveva e poteva fare i conti con un sistema efficace, tariffa puntuale e meccanismi di premialità. Invece si trova in affanno, in costante emergenza, e a fare pagare ai cittadini, a imprese e attività commerciali le conseguenze dei propri gravi ed ingiustificabili ritardi e la mancanza di volontà politica di fare valere il proprio ruolo in Hera, per tutelare gli interessi dei cittadini e non quelli del gestore. In questo contesto spacciare come successo il mancato innalzamento delle tariffe equivale ad una beffa che arriva insieme al danno. Il nostro giudizio rispetto al documento presentato è assolutamente negativo e contrario'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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