Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
La mozione presentata da 'Articolo Uno-Mdp/Per me Modena' discussa nel Consiglio comunale modenese di giovedì, è stata bocciata con il voto contrario del Pd mentre quella di sostegno al Progetto di Legge del Pd è passata grazie alla determinante astensione di FI e CambiaModena segnando un passaggio politico di divaricazione politica nella maggioranza.
Di fronte a questi fatti Art1 (ad oggi alleato del Pd) 'mette in discussione le ragioni delle alleanze future di centro-sinistra'.
Il capogruppo Paolo Trande ha prefigurato un “profilo di incostituzionalità di questa legge che verrà valutato successivamente: una proposta figlia della fase politica ‘renzian-velocista ’, la stessa della revisione costituzionale bocciata dagli italiani, in cui è prevalsa la mistica teorica del ' fare ' mentre il coinvolgimento dei cittadini è visto come un impaccio ed evidentemente anche quello dei consigli comunali relegati a un ruolo ancillare- ha dichiarato in sede di seduta - Questa legge urbanistica segna un cambio di paradigma: il passaggio a nuova stagione politica in cui la programmazione dei territori dipenderà quasi esclusivamente dalla rendita fondiaria e dagli accordi tra grandi gruppi privati e Pubblica Amministrazione.
La mozione raccoglie la posizione della totalità dei partiti di sinistra che stanno
conducendo un battaglia politica in Regione: forzare con un passaggio così radicale la storia del buon governo locale dei territori , può mettere a dura prova le alleanze politiche e provocare uno strappo che può avere conseguenze gravi per le alleanze di centro - sinistra in questa Regione”.
Per il consigliere Marco Chincarini “è una legge di difficile lettura e dobbiamo addrizzare le antenne: se è di difficile lettura per i tecnici figuriamoci per altri e chissà a quali conseguenze può portare; il nostro compito oggi è dire alla Regione di fare attenzione perché ci sono cose che non sono state scritte bene. È inoltre una legge che ci tocca da vicino fin da subito perché saremo fra i primi a sperimentarla – ha aggiunto - infatti, già la delibera di giunta avvia un tavolo di lavoro sul Pug: avremmo preferito attendere le conclusioni finali del Consiglio e, soprattutto, del dibattito in Regione”.
Legge urbanistica: il punto di vista delle forze di centro sinistra
'Scomparsa della pianificazione pubblica, marginalizzazione dei consigli comunali in merito alle decisioni assunte e conseguente mancato controllo da parte di chi rappresenta la cittadinanza, scelte urbanistiche semplificate alla mercé degli accordi operativi con le grandi imprese private mentre ai cittadini e alle piccole imprese resteranno le lungaggini e le difficoltà di sempre: il tutto per un potenziale consumo di suolo di 250 Km2 attuali sommati ad altri 70 Km2 (3% indicato dalla legge) sommati a molte deroghe… altro che 'saldo zero'. Questa è in sintesi l'essenza della nuova Legge urbanistica regionale che il Pd sta facendo avanzare a colpi di maggioranza in commissione III, bocciando tutte le proposte migliorative avanzate dalla sinistra (Articolo UNO-MDP, Sinistra Italiana e l'Altra Emilia-Romagna). Pur condividendo la necessità di adeguare lo strumento urbanistico regionale (Legge 20/2000) nel senso del risparmio del consumo di suolo, della trasparenza, della semplificazione e della legalità, mai ci saremmo aspettati il disarmo del ruolo pubblico a vantaggio dei grandi privati inseguendo una logica che vorrebbe affidata alla edilizia residenziale e commerciale - continua Art1 -. Abbiamo cercato in tutti i modi di convincere il Pd e le forze che più spingono per questa legge, Confindustria e costruttori in testa, che è arrivato il momento di produrre una svolta radicale nel senso della rigenerazione urbana e della riconversione energetica e qualitativa. Non amiamo gli slogan, siamo consapevoli che una realtà economica e sociale dinamica come la nostra non deve essere immobile o 'incapsulata', ma la situazione ambientale – le limitazioni al traffico di questi giorni ce lo ricordano - è giunta a un punto di estrema gravità e richiede politiche urbanistiche, della mobilità e scelte individuali quotidiane in grado di produrre una diminuzione dell'inquinamento ambientale'.
'Questa riforma della legge 20/2000 può essere l'opportunità per una svolta, mentre rischia di tradursi in una esacerbazione delle tendenze al consumo di suolo che proseguono secondo la logica dello 'sviluppismo' e della bassa sensibilità ambientale. La legge è ancora in esame in Commissione in Regione e presto approderà in aula: auspichiamo - scrive ancora Art1 - ci sia la volontà di cambiarla su questi assi fondamentali:
- inserire il residuo potenziale di edificazione (250 Km2, due Bologne!) nella previsione del 3% sino al 2050
- introdurre strumenti efficaci per la compensazione al fine di realizzare, davvero, il 'saldo zero' almeno tendenziale
- ripristinare negli strumenti comunali la pianificazione tipica della urbanistica di programmazione
- restituire ai consigli comunali un ruolo nelle scelte urbanistiche
Consegniamo quindi le nostre riflessioni e richieste al dibattito di queste settimane in Regione, dove ' Articolo UNO-MDP ' , SI e AER sono le uniche forze politiche che, insieme, affrontano la discussione sulla proposta di legge nel merito, con proposte di emendamenti, seri e concreti. L’esito di questo processo sarà quindi valutato nel voto finale in aula'.