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“Comune, Regione e Ferrovie dovevano controllare e invece i cantieri della palazzina di via Divisione Acqui a Modena sono fermi e non si sa perché. Così quello che doveva essere un progetto di cohousing rischia di trasformarsi in una delle tante operazioni edilizie fallimentari che ormai soffocano la città. E’ l’ennesimo fallimento della sinistra che ancora usa vecchie logiche nella gestione della città: elargisce terreni per progetti sociali mal strutturati, omette i controlli e poi si rassegna all’evidenza dell’ennesimo spreco di risorse e territorio. Sulla vicenda chiediamo chiarezza assoluta, considerati anche gli episodi inquietanti di cronaca che l’hanno caratterizzata: chi ha responsabilità deve pagare”.
Stefano Bargi, consigliere regionale Lega Nord ha depositato una interrogazione in Regione sul cantiere di via Divisione Acqui, avviato nel 2013 a ridosso della fascia ferroviaria, dopo deroghe speciali rilasciate in nome della finalità sociale e mai portato a termine.
Un caso denunciato pochi giorni fa dal nostro Eli Gold su La Pressa.
La vicenda è piuttosto complessa: “Nel dicembre 2013 il Comune ha emesso un bando per la concessione di un lotto edificabile di proprietà comunale per la realizzazione di un edificio residenziale secondo i principi di cohousing. I lavori di costruzione dovevano iniziare entro 12 mesi ed essere ultimati entro 3 anni e nella convenzione veniva previsto che il Comune avrebbe svolto funzioni di vigilanza e di controllo sull’esecuzione dei lavori”, spiega Bargi, “con la possibilità di dichiarare decaduta la concessione e applicare penali da 450 euro al giorno”.
L’appalto se lo aggiudicò la Cooperativa Edificatrice Modena Casa che, oltretutto, chiese alla Regione di poter realizzare l’edificio ad una distanza minore dalla linea ferroviaria Modena-Sassuolo, rispetto a quella prevista dalla fascia di rispetto.
La Regione autorizzò la costruzione in via straordinaria, stabilendo diverse prescrizioni e vincoli e affidò al gestore dell’infrastruttura ferroviaria la verifica della corretta esecuzione dell’intervento”.
A quanto risulta invece, molto probabilmente questo progetto non verrà rispettato: “Il cantiere in via Divisione Acqui è da tempo in stato di abbandono e le abitazioni, che avrebbero dovuto essere consegnate nelle settimane scorse dopo un ritardo di alcuni mesi, sono incomplete”, spiega Bargi. “Stando alle indiscrezioni di stampa, inoltre, sarebbero stati appiccati alcuni incendi sospetti, ai danni degli automezzi dell’ex presidente della Cooperativa Edificatrice di Modena e alla sede del consorzio edile R.M.T. impegnato nella costruzione delle abitazioni”. Ora “il Comune avrebbe presentato un esposto alla Procura per denunciare presunte irregolarità e starebbe studiando una variante al progetto per consentire alla Cooperativa modenese di mettere sul mercato i locali”, eliminando di fatto il “progetto di cohousing da cui si era partiti”.
Per Bargi “è evidente che sulla vicenda occorre fare massima chiarezza. Abbiamo presentato un’interrogazione in Regione per sapere quale sia lo stato dell’arte, come si intenda risarcire gli inquilini interessati nel caso, non venga rispettato il progetto originario di cohousing e perchè le autorità preposte che, in questo caso erano Comune e Regione tramite il gestore ferroviario, a quanto pare non avrebbero sorvegliato l’andamento dei lavori, intervenendo, come previsto, in caso di mancanze e ritardi”.