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'Tanto rumore per nulla: si potrebbero sintetizzare così questi ultimi sei mesi di polemiche, minacce, ultimatum del sindaco Pelloni e della sua maggioranza nei confronti degli altri Comuni dell’Unione Terre di Castelli riguardo la gestione e organizzazione del Corpo unico di Polizia municipale, con la decisione, data ormai per certa diverse volte, di uscire dalla convenzione e svolgere in proprio la funzione di polizia amministrativa. Invece, al termine di tutto questo strepitare, cosa resta? Nulla: Vignola rimane all’interno del Corpo unico, il concorso per il nuovo comandante è fissato, come già concordato in precedenza, al 2019, la delega alla sicurezza rimane in capo al sindaco di Castelvetro Fabio Franceschini, le assunzioni, come già prospettate nei mesi scorsi, procederanno regolarmente nel corso del 2018 e nei prossimi anni. Insomma, Pelloni ha tenuta bloccata la Giunta dell’Unione fino a oggi per poi giungere, nella sostanza, al medesimo tipo di accordo che gli era stato proposto quest’estate'.
Lo affermano il segretario Pd di Vignola Andrea Ghiaroni e la capogruppo Paola Covili sulla scelta del sindaco di non uscire dal corpo unico di Polizia Municipale e di approvare, insieme agli altri 7 sindaci, la riorganizzazione del corpo unico di Polizia Municipale
'Un accordo, quest’ultimo - affermano i due esponenti PD - reso possibile solamente dalla tenacia dei sindaci dell’Unione, in particolare la presidente Emilia Muratori e l’assessore alla sicurezza Fabio Franceschini. Un accordo di mediazione che consente, al tempo stesso, di salvaguardare un servizio importantissimo come quello della Polizia municipale, e di venire incontro alla necessità di cambiamento e innovazione manifestata più volte e da più parti, e che dimostra un metodo di confronto politico del tutto estraneo a Pelloni e alla sua maggioranza. Una Giunta, quella di Vignola, che sulla vicenda ha mostrato, ancora una volta, le due caratteristiche principali della propria esperienza amministrativa: arroganza e imperizia.
Arroganza, perché Pelloni e i suoi hanno immediatamente mostrato i muscoli nei confronti di tutti coloro che provavano a obiettare su questa scelta, dalle opposizioni ai sindacati dei vigili, per poi rientrare nei ranghi una volta scoperto il bluff; imperizia, perché hanno impiegato mesi a comprendere quello che i tecnici spiegavano loro da subito, ovvero che una simile scelta era perdente sia da un punto di vista economico che gestionale, nonché (probabilmente) illegittima da un punto di vista giuridico. Come Pd Vignola siamo soddisfatti che il Corpo unico esca da questa vicenda non solo integro, ma rafforzato, grazie all’ingresso di Savignano, e ci complimentiamo con i sindaci dell’Unione per il risultato raggiunto, su cui abbiamo scommesso e lavorato, per quanto ci compete, fin dall’inizio. Quello che rimane, al termine di questa storia, è una grandissima bolla di sapone, che dopo essere esplosa ha lasciato in bella vista una sola cosa: la scarsa consistenza di questa Amministrazione”.
Nella foto, il Sindaco di Vignola Simone Pelloni e la capogruppo PD Paola Covili