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La Fp Cgil di Modena risponde alle parole pubblicate ieri sulla Pressa dell’esponente di Confsal, in merito alla vertenza in atto da tre mesi tra le lavoratrici e i lavoratori della residenza per anziani Villa Margherita e la proprietà. La risposta arriva tramite Mohcine El Arrag, responsabile Provinciale del Comparto del privato sociale per la Fp Cgil.
“Innanzitutto ci siamo chiesti, - ha detto El Arrag, - per quale motivo Confsal abbia avuto la necessità di intervenire su una vertenza che riguarda noi e l’Azienda. La nostra vertenza sta procedendo con il suo percorso tipico: confronto e mandato dei lavoratori; tavoli con l’Azienda; incontri in Prefettura; confronto con il Comune di Modena e l’Azienda Usl. In questo iter Confsal non ha avuto, giustamente, alcun ruolo, perché qui la vertenza è tra soggetti che rappresentano qualcuno e qualcosa, non se stessi.
L’oggetto della vertenza in Villa Margherita è stata la decisione della proprietà di applicare il nuovo contratto Anaste, di cui Confsal è firmataria. Contratto che, oltre a contenere peggioramenti economici e di diritti rispetto al CCNL precedente, non risponde nemmeno al principio della rappresentanza sindacale, portando così la FP CGIL a definirlo contratto pirata. A differenza di quanto sostenuto da Confsal, - riprende El Arrag - le lavoratrici e i lavoratori di Villa Margherita continuano a lottare per i loro diritti assieme alla FP CGIL che li rappresenta, avendone ricevuto il mandato”.
“Nel comunicato di ieri, pubblicato dalla Pressa, Confsal ha espresso che i lavoratori di Villa Margherita a Modena sono stati abbandonati a se stessi o addirittura strumentalizzatati.
Ci chiediamo, - continua el Arrag - se tali affermazioni le faccia con cognizione di causa e quindi decidendo, deliberatamente, di offendere l’intelligenza e l’impegno dei lavoratori della struttura, che a tutt’oggi proseguono la loro battaglia con il nostro sostegno anche con altri strumenti, forse meno visibili delle giornate di sciopero (che non escludiamo di dover riprogrammare) ma che potranno avere forti ripercussioni anche in sede legale. Più che attaccare i lavoratori, da tre mesi in lotta, sarebbe stato più opportuno che l’esponente di Confsal avesse portato la sua faccia, invece che sui giornali, in mezzo agli operatori, per spiegare loro quelli che ritiene essere i benefici del nuovo Contratto: l’incremento dell’orario di lavoro da 38 a 40 ore settimanali; la perdita di 26 ore di permessi; il peggioramento del pagamento della malattia; ecc. Tutti elementi graditi all’Azienda. E sarà per questo che, l’esponente di Confsal, si è tenuto alla larga dai lavoratori...”.
“Stranamente nell’articolo dell’esponente di Confsal non compare che un primo risultato degli scioperi è stata la sospensione dell’applicazione del contratto pirata, che sarebbe dovuto partire dal 1° gennaio 2020, secondo la volontà dell’Azienda. E chissà che non sia stato questo il motivo ispiratore del comunicato di ieri, con il tentativo di fare pressione per ripristinare la volontà dell’Azienda di applicare l’Anaste pirata - conclude El Arrag -. Le elezioni regionali adesso sono passate ed è ora che la politica riaffronti la questione delle tariffe in maniera seria e concreta, in relazione ai contratti nazionali applicati, perché non è pensabile che a fronte di un aumento inesistente del costo del lavoro, le strutture vengano ricompensate con tariffe giornaliere praticamente uguali a quelle di chi invece sta applicando contratti che vedono rinnovi medi dai 700 ai 1000 euro annui reali. Per questo motivo la FP CGIL continua nella sua lotta, che è a beneficio dei lavoratori del settore e dell’utenza, con buona pace di chi si angustia per le vertenze altrui”.