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Vince Bonaccini, scampato pericolo. Ma i problemi restano

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Se si è trattato di una sopravvalutazione di rischio, molto presto la paura potrà essere dimenticata e allora le condizioni che l'hanno generata torneranno


Vince Bonaccini, scampato pericolo. Ma i problemi restano
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Gli scaffali degli antropoloogi, dei sociologi e degli psicologi, fra i tanti saggi che ospitano, ne hanno certamente anche alcuni degli studiosi che si sono occupati di osservare e descrivere le reazioni immediate, ma anche i successivi comportamenti, degli uomini, quando gli capita di avvertire la sensazione che un 'pericolo' che temevano potesse materialissarsi, in realtà si è allontanato e che le loro paure, conseguentemente, possono essere eliminate.

In fondo, non è altro di quanto, più semplicemente, può essere definito 'il senso dello scampato pericolo'. Gioia vana perchè frutto del passato timore... scriveva Leopardi nella sua 'Quiete dopo la tempesta'.

Non v'è dubbio, o almeno, io non ho alcun dubbio, che molti cittadini dell'Emilia Romagna, che in questi ultimi tempi hanno provato timore che la politica salviniana potesse ottenere un riscontro elettorale tale da scalzare dalla sala dei bottoni chi l'ha costantemente occupata dalla nascita delle Regioni.

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oggi, a seguito dell'esito del voto, tirino un respiro di sollievo... però non troppo lungo e troppo profondo, mi auguro per loro, data la costante pessima qualità dell'aria.

Ho motivo di credere, che, prima di oggi, alle preoccupazioni di molti di noi, normali cittadini elettori che abbiamo temuto che l'autentica barbarie dell'impostazione politica di 'questa' destra potesse contagiare le nostre naturali predisposizioni caratteriali ed etiche, si fossero sommate anche quelle di coloro che in questi (tanti) anni hanno mantenuto una condizione di ininterrotta gestione del potere. É credibile, del resto che quel tanto di 'esame di coscienza' che essi possono essere stati capaci di fare, circa la conduzione delle loro politiche, possa aver creato in loro un qualche dubbio.

E questo sarebbe più che ragionevole: credo infatti che nessuno di loro non si fosse accorto che molte componenti della società civile avessero 'criticato' la scarsa sensibilità alla salvaguardia dell'ambiente, che oggi é uno dei temi di primaria importanza.

Che fossero state manifestate diverse perplessità per il tipo di economia patrocinata, non ugualmente ed equilibratamente aricolata e distribuita a favore di tutti i soggetti concorrenti. Che troppi ipermercati avessero sommerso le nostre città. Che fossero state progettate strade ed autostrade inutili, tranne che per i realizzatori. Che fosse stata prodotta una pessima legge urbanistica, osteggiata inutilmente, a lungo, da tantissime parti. E funzionale solo agli appetiti dei costruttori.

Che ci fosse stato chi (giustamente) si lamentasse per la scomparsa o quanto meno l'assai poco presente attenzione al tema del lavoro e della tutela dei diritti dei lavoratori. Che talvolta possa essere sembrata molto incerta e titubante la politica a sostegno del welfare pubblico, sponsorizzando, invece, quello privato, alla ricerca di disimpegni vanamente ritenuti ecnomicamente vantaggiosi.

Ma oggi, basta rivendicazioni.

Anche molti fra coloro che nel tempo si sono fatti portavoce di tutti questi (ed altri) tipi di critica, in fin dei conti, quando si è trattato di operare una scelta... si sono espressi. E questa Storia può finire qui.

Della necessaria analisi dei flussi elettorali, della valutazione delle scelte di quanti, dichiaratamente 'di sinistra', hanno optato per la necessità di mantenere la loro 'purezza ideale, anche se consapevoli che ciò li avrebbe condannati ad accrescere la loro marginalità, delle incomprensbili (infantili, illogiche, incoerenti e chi più ne ha più ne metta, perchè ci sta tutto) scelte del M5S... più che sicuramente non mancherà occasione per riflettere.

Adesso, a mio parere, ciò che potrebbe essere più opportuno e necessario sarebbe di poter favorire, in ragione delle possibilità e responsabilità di ciascuno, la maturazione di quell'imprinting valutativo che lo stesso Bonaccini ha inteso esprimere già all'atto della sua prima dichiarazione notturna ed ancor più significativamente ribadito nel corso della sua odierna conferenza stampa.

Non puó essere sfuggito a nessuno, che, pur dichiarandosi più che felice del risultato ottenuto, egli abbia accuratamente (e riflessivamente) evitato di vestire i panni del trionfatore, che nulla ha temuto, che nulla poteva temere. A me 'ciò' é piaciuto molto,

Solo a margine, per riflettere su quanto intendo, potrebbe valere il confronto e la sproporzione con le dichiarazioni 'imponenti' dello spettinato Brunetta di Forza Italia, pur essendo completamente sparita dall'Emilia Romagna (mi dispiace per Andrea Galli) ma forte di ben 96mila voti calabri (circa il 12% della regione) non ci ha privato del sentirgli dire che 'in Italia è iniziata una nuova fase politica... che ha visto rinascere la supremazia di Forza Italia... che chiede insistentemente le nuove elezioni, che premieranno la centralità della sua forza politica'. Evito facili, ma inutili ironie.

Con esplicita chiarezza, invece, Bonaccini ha attribuito la sua vittoria ad un ampio panorama di fatti, Non e mancata, certo, la rivendicazione di aver attuato una buona gestione. Ma non è mancato neppure, però, il riconoscimento che solo ciò non sarebbe bastato, nel caso fosse mancato un sostegno ampio (quel tanto ch'è bastato) di un considerevole numero di Cittadini che hanno deciso di tornare all'impegno politico... ieri con il loro voto... da domani con un più attivo impegno civico... com'é stato in passato nelle migliori tradizioni degli abitanti dei nostri territori.

 

Si é detto consapevole di alcuni errori commessi nel passato ed ha promesso una maggior vigilanza allo scopo di evitane nel futuro. Precisando che questo potrà e dovrà avvenire attraverso il coinvolgimento di un'ampia pluralità di soggetti per i quali si propone di creare la più ampia accoglienza possibile.

 

Sarebbe inutile e sbagliato, adesso, che, oltre a registrare 'come cronaca' questi accadimenti ed anche il loro stile comunicarivo, doversi impegnare e star qui a riflettere se vale la pena di credere o no a queste promettenti parole. Anche se nelle mie orecchie, come si dice che capiti quando qualcuno a distanza parla di noi, già sento i ronzii d'accusa di ingenuità, di credulonità ed altro, io la vedo così.

Di quei suggerimenti alla prudenza, per ora, non me ne preoccupo più di tanto ... anche perchè solo il trascorrere del tempo potrà attribuire la ragione o il torto.

Torno, invece, a recuperare i dettami di quella saggistica cui ho fatto cenno nell'introduzione, che, sintetizzata, suggerisce come una delle chiavi di lettura (di mero, buon senso) che, se il timore é stato autentico, è opportuno evitare di riprodurre le condizioni che l'hanno generato. Se, invece, si é trattato di una sopravvalutazione di rischio, molto presto la paura potrà essere dimenticata e allora non è detto che le condizioni che l'hanno generata si potranno ripresentarsi più forti di prima.

Magari a chi piacerebbe leggerla ancor più 'in soldoni' tutto ciò potrebbe essere tradotto in 'stavolta t'é andata liscia e mi sono convinto per il meno peggio, ma la prossima, se non cambi davvero, farai i conti con me'.

Il chè, pensato da chi avrà senza alcun dubbio l'intenzione e la volontà di continuare a proporre le sue idee, i suoi progetti e quando necessario discuterli, mi sembrerebbe proprio chiaro.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 

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