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Emergenza urgenza montagna, avanti con gli infermieri senza Met, e la piazza di Sestola insorge

Emergenza urgenza montagna, avanti con gli infermieri senza Met, e la piazza di Sestola insorge
Emergenza urgenza montagna, avanti con gli infermieri senza Met, e la piazza di Sestola insorge

Senza esclusione di colpi il confronto tra Ausl, rappresentanza infermieri e medici 118. Brunetti (Ausl): 'La sicurezza garantita da infermieri specializzati'. Balzanelli (Sistema 118): 'Inascoltabile. Mezzo con Infermiere non è come con medico, ci dissociamo da chi lo afferma'

Senza esclusione di colpi il confronto tra Ausl, rappresentanza infermieri e medici 118. Brunetti (Ausl): 'La sicurezza garantita da infermieri specializzati'. Balzanelli (Sistema 118): 'Inascoltabile. Mezzo con Infermiere non è come con medico, ci dissociamo da chi lo afferma'


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Al termine del dibattito a tratti anche molto tecnico su normative apparentemente contrastanti o interpretate a seconda della propria visione, la risposta attesa da tanti presenti in piazza della Vittoria a Sestola non è arrivata. Il passo indietro auspicato dai cittadini da parte dell'Ausl di Modena, rispetto alla scelta di cancellare dal 1° luglio, presenza e attività dei medici di emergenza territoriale territoriale sui mezzi della rete 118, non c'è stato. L'Ausl, presente in piazza con il direttore del distretto sanitario di Pavullo Massimo Brunetti, non solo conferma la scelta di prevedere l'intervento dei mezzi in emergenza con il solo infermiere specializzato a bordo con il supporto eventualmente dell'automedica più più vicina da Pavullo o il supporto dell'elicottero, ma rilancia affermando e rassicurando che la sicurezza non è a rischio e che il modello adottato senza la presenza del Met, è addirittura più efficiente. Mugugni tra incirca 200 seduti nella centrale Piazza della Vittoria Le ragioni espresse dall'Ausl sono diverse ma si sostanziano intorno alla figura di un infermiere specializzato nell'emergenza urgenza e formato nel fare quello. E capace di svolgere quasi la totalità delle funzioni del medico.
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In sostanza, nel momento in cui i Met sono stati eliminati l'obiettivo è spiegare che con un infermiere specializzato, non solo non fa la differenza in negativo ma è addirittura meglio. In linea con la posizione Ausl Andrea Andreucci referente nazionale del sindacato degli infermieri per l'emergenza urgenza secondo il quale l'infermiere specializzato in uno scenario di emergenza garantisce una prestazione adeguata a di altissimo livello, la migliore che si possa a mettere a disposizione, anche senza la presenza del medico che potrà intervenire con ogni mezzo in una situazione che grazie all'infermiere, sarebbe gestita nel migliore dei modi.Dichiarazioni che hanno fatto andare letteralmente su tutte le furie Mario Balzanelli, presidente nazionale del sistema 118: 'Gli studi internazionali dimostrano che la presenza del medico a bordo è irrinunciabile per aumentare la sopravvivenza nei pazienti critici'. Balzanelli ha denunciato come 'pericoloso' il concetto secondo cui una comunità possa essere più sicura senza medici nei mezzi di soccorso, sottolineando che 'la figura del medico non è sostituibile né vicariabile'. Il confronto si è concentrato di fatto sulle diverse visioni rispetto ad un interrogativo fondamentale: la sicurezza dei cittadini può ancora essere garantita in assenza di un medico a bordo del mezzo di soccorso? Da un lato, i rappresentanti delle istituzioni sanitarie hanno difeso l’attuale modello organizzativo.
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'Non esiste un problema di sicurezza per la nostra comunità', ha ribadito e ripetuto Massimo Brunetti che, rispetto al ruolo e alle potenzialità di uomini e mezzi in emergenza sanitaria, ha affermato: 'Oggi le ambulanze sono vere e proprie centrali tecnologiche, e gli infermieri – formati e specializzati – operano secondo protocolli e algoritmi rigorosi riconosciuti anche a livello ministeriale e in un settore come quello dell'emergenza urgenza tutto è codificato e in grado di essere applicato in egual modo da un operatore o l'altro'Secondo questa visione, il sistema attuale sarebbe addirittura più sicuro, perché basato su professionisti – infermieri e volontari – che si occupano esclusivamente di emergenza, senza suddividersi tra attività ambulatoriali o ospedaliere.
A difendere la nuova organizzazione è intervenuto anche Andrea Andreucci, presidente della società italiana degli infermieri di emergenza. emergenza: 'La professione infermieristica non è più quella di trent’anni fa. Gli infermieri oggi sono in grado di gestire anche situazioni complesse attraverso protocolli codificati'. Andreucci ha invitato a superare le dicotomie tra professioni, puntando invece sulla preparazione individuale e la qualità dell’intervento.
Ma la replica da parte di Roberto Pieralli, referente regionale SNAMI Emilia-Romagna, è stata dura: 'La medicina non è un protocollo.
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I pazienti sono unici, non schematici. Affermare che infermiere e medico possano fare lo stesso lavoro è semplicemente falso, oltre al fatto che uno è uno e cos' non si va da nessuna parte'. Pieralli ha inoltre sottolineato le difficoltà logistiche delle aree montane, dove l’elisoccorso – indicato come mezzo integrativo – non è sempre disponibile, soprattutto in condizioni meteo avverse o di notte.Anche Giusi Parente (FIALS) ha denunciato le contraddizioni del nuovo modello organizzativo: 'Non basta la tecnologia sull’ambulanza. Non si può pensare che l’autista – magari un volontario o un imbianchino di giorno – possa supportare un infermiere nel gestire un arresto cardiaco o una rianimazione cardiopolmonare.E tanto più una persona da sola. La sindacalista ha ribadito che «l’equipaggio medico-infermieristico è l’unico in grado di garantire un intervento tempestivo, efficace e realmente avanzato».Sul fronte Ausl, anche se non previsto, ma sollecitato dagli interventi, Geminiano Bandiera, direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza, in platea come uditore, decide di intervenire. 'Nessuno ritiene il medico rinunciabile, ma va garantito un equilibrio tra efficienza e tempestività. Il tempo è la prima variabile: intervenire subito con quello che abbiamo è spesso meglio che attendere una medicalizzazione ritardata'.
Secondo Bandiera, non esiste letteratura clinica che dimostri inequivocabilmente la superiorità assoluta di un mezzo con medico rispetto ad un team infermieristico formato e ben equipaggiato.

Dal pubblico: “Noi montanari siamo abituati a soffrire, ma non all’ingiustizia”

 

Il dibattito si è chiuso con un appassionato intervento di una rappresentante del Comitato organizzatoee: 'Siamo montanari, siamo abituati alla fatica, alla neve, al ghiaccio. Ma non siamo rassegnati alle ingiustizie. Se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna a muoversi'.
Sono quasi le 20,30 quando un medico di emergenza territoriale interviene esprimendo la delusioni per le parole giudicate denigratorie nei confronti della sua categoria, da parte del direttore di dipartimento Massimo Brunetti e dal referente degli infermieri a livello nazionale. 'Non vi dovete permettere di sminuire la nostra professione solo perché facciamo altre cose oltre l'emergenza urgenza. Siamo abilitati da organismi regionali e nazionali e non ci va di essere bollati come quelli che fanno marchette'Gi.Ga.
Foto dell'autore

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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