Po ha voluto chiarire fin da subito l’impostazione dell’evento: 'L’assemblea è nata con l’intento di rendere protagonisti i cittadini, non i partiti. Nessun invito è stato rivolto ad amministratori comunali, rappresentanti politici o parlamentari. Non per escluderli, ma perché il senso era un altro: far parlare la città, dare spazio alle proposte e alle idee civiche dei modenesi.
Una scelta chiara e rivendicata con determinazione, senza che vi fosse alcuna preclusione alla partecipazione di chiunque, compresi politici e amministratori, che avevano piena libertà di venire e, se lo ritenevano, anche di intervenire. Alcuni consiglieri di centro destra erano presenti, ma hanno scelto dichiaratamente di non intervenire ed ascoltare'.
Poi un commento sui paragoni – ritenuti inappropriati – con precedenti assemblee civiche organizzate da altri gruppi.
'La nostra iniziativa – precisa Po – non è assimilabile ad altre esperienze recenti, come quella citata. In quell’occasione i cittadini, anziché valorizzati, fatti parlare ed ascoltati, si sono sentiti messi da parte. Dopo poco se ne andavano, frustrati, dicendo: 'Parlano sempre loro, noi non contiamo. Questa era l'occasione per fare parlare noi non i politici e chi ci governa.. È proprio da lì che abbiamo capito che serviva un modello diverso: uno spazio dove si ascolta la città, non dove si fa passerella politica e si fa da megafono alla politica'.
Tra i passaggi più controversi, la critica del sindaco alla presenza di ex candidati in liste civiche all ultime elazioni amministrative tra gli intervenuti. Po respinge nettamente l’accusa: 'Trovo stonato questo attacco.
Po conclude con un messaggio chiaro e deciso: 'Le polemiche, gli attacchi e perfino l’eco istituzionale e politico che l’assemblea ha generato ci confermano che abbiamo colto nel segno. Il nostro approccio civico è quello giusto. Paradossalmente sono le parole del sindaco che ce lo dimostrano: se una voce civica dà così fastidio, allora vuol dire che è efficace. Non ci fermeremo, anzi: continueremo a creare spazi in cui i cittadini possano esprimersi, ascoltarsi e sentirsi parte attiva della città'.
Gianni Galeotti