Bretella, la delibera della Regione e il rischio alluvionale
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Bretella, la delibera della Regione e il rischio alluvionale

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Il fatto che la stessa cartografia regionale identifica lo scenario con aumento del livello dell'acqua alluvionale superiore ai 2 metri rende assurdo procedere


Bretella, la delibera della Regione e il rischio alluvionale
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È compatibile il progetto della Bretella con la nuova delibera regionale in materia di rischio alluvionale?
Rileggendo in senso metaforico questo progetto/mostro, sgorga un pensiero comune nel decifrare le istituzioni tutte, ma in particolare la Regione ER, che pare  osservare a compartimenti stagni ogni aspetto, senza relazionarlo con gli altri, facendo un parallelismo, come se si osservasse una sindrome (patologia multifattoriale) analizzando un eritema cutaneo e curandolo con una pomata localmente.

Ebbene la RER pare affrontare tutte le tematiche come se ognuna di esse non fosse vincolante e sinergica alle altre, e il loro amalgama, non producesse poi la visione globale d’insieme, cardine per la programmazione, al fine di restituire alla terra i suoi diritti di vita, che tanto astutamente siamo riusciti nell’arduo compito di privarne i benefici a noi stessi, e alle future generazioni.

Nel presente lavoro e nei futuri, cercherò di analizzare “separatamente” i vari aspetti di quei 16 km sul fiume al fine esclusivo di “unire” i vari organi del progetto in un “corpo” unico, l'ambiente, che continuiamo a considerare luogo di conquista.

L’immagine sopra rappresenta la ormai già nota programmazione infrastrutturale della Bretella Campogalliano –Sassuolo nel raccordo tra la A1 a la sua prosecuzione verso Sassuolo, transitando a lato fiume per 16 km, ma come sempre accade, un progetto vecchio di 30 anni si scontra inevitabilmente con norme nazionali e comunitarie che nel corso degli anni si sono succedute ed evolute, e di cui la Regione ER è depositaria e realizzatrice delle stesse per atto dovuto, e mai come in questo momento importanti. Il mantenere immutato il progetto, nonostante le norme succedutesi negli anni pare cosa non saggia e difficilmente applicabile.

Il servizio difesa del suolo della Regione Emilia Romagna trasmette ai Comuni con la delibera 8/2019 le “Mappe della pericolosità da alluvione e le Mappe del rischio di alluvioni (art 1, obbligo alla divulgazione da dlgs comunitaria del 2007).

Analizzando le cartografie per quanto riguarda il progetto Bretella osserviamo che vengono proposti tre scenari alluvionali, con tre valutazioni possibili, alta, media e bassa probabilità  dell’evento, gli stessi rappresentano il luogo all’interno del quale dovrebbe sorgere l’infrastruttura Bretella Campogalliano Sassuolo, del costo di circa 600 milioni di euro.

ELEVATA PROBABILITA’ di alluvione


MEDIA PROBABILITA'


BASSA PROBABILITA'


Sia lo SNACC, strategia Nazionale adattamenti Climatici, Minambiente, che gli enti preposti prevedono scenari che sono con questa cartina rappresentati drammaticamente ( BLU: alluvioni future).



Premesso che la delibera 8 di Dicembre 2019 della Autorità di Bacino, atti della conferenza istituzionale permanente, così si esprime in merito alle mappe che identificano la pericolsità e il rischio alluvioni:




A pag 47 della presente valutazione si legge in merito ai rischi:
Valutazione preliminare del rischio di alluvioni e definizione delle aree a potenziale rischio significativo di alluvioni ai sensi degli art. 4 e 5 della Direttiva 2007/60/CE: secondo ciclo di gestione (RELAZIONE METODOLOGICA MARZO 2019).
'Nel novero dei “potenziali impatti attesi dei cambiamenti climatici e principali vulnerabilità per l’Italia” sono comprese possibili alterazioni del regime idrologico che potrebbero aumentare il rischio di frane, colate detritiche, crolli di roccia e alluvioni improvvise (flash flood). Nell’ambito delle zone maggiormente esposte al rischio idrogeologico sono indicate la valle del fiume Po (con un aumento del rischio. Come noto le flash flood sono piene che si sviluppano ed evolvono rapidamente'

Ma la stessa relazione si addentra anche nel male del nostro territorio , il consumo di suolo, che ci vede nella relazione UE di pochi mesi fa primeggiare in assoluto in Europa , ma che non riporta il dato del territorio su cui si inserisce la bretella con un valore di consumo di suolo che arriva anche al 36%, media UE 4%: 7,65% in Italia.

'Il quadro conoscitivo sul consumo di suolo in Italia, pubblicato nel recente rapporto ISPRA (2018) e disponibile grazie ai dati aggiornati al 2017 da parte del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), rivela che nel 2017 il consumo di suolo ha continuato a crescere in Italia e che le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 54 km2 di territorio rispetto al 2016 (Figura 10), che si riducono a 52 km2 portando a bilancio alcune aree cosiddette “ripristinate” che hanno cioè subito una trasformazione da suolo consumato a suolo non consumato (in genere ripristino di cantieri). I dati della nuova cartografia SNPA mostrano come, a livello nazionale, la copertura artificiale del suolo sia passata dal 2,7% stimato per gli anni ’50 al 7,65% del 2017, con un incremento di 4,95 punti percentuali e una crescita percentuale di più del 180%... L’incremento di consumo di suolo, come sopra detto, implica aumento delle superfici artificiali e quindi terreni sempre più impermeabili. In questo quadro, fenomeni come le flash flood che risentono fortemente della risposta in termini di concentrazione dei deflussi che il terreno è in grado di fornire alla forzante meteorologica, diventano ancora più rilevanti... Per i motivi sopra descritti, il MATTM nell’ambito delle sue funzioni d’indirizzo e coordinamento nei confronti delle Autorità di bacino distrettuali, valutata la rilevanza in termini di frequenza e di impatti degli eventi intensi e concentrati sul territorio nazionale così come rilevato dalla stessa SNACC, ha fornito indicazioni alle ABD di analizzare la predisposizione dei relativi bacini/sottobacini alle flash flood come effetto dei cambiamenti climatici, partendo, su indicazione dell’ISPRA, dalla metodologia implementata dall’Autorità di Distretto dell’Appennino Settentrionale (detta “metodo Arno”)'.

Concludendo, la pubblicazione delle mappe Regionali per norma, art 1 della delibera 8/2019, in seguito alla direttiva comunitaria 60/2007 CE (13 anni dopo?) ha certamente illuminato uno scenario che a ragion di logica dovrebbe far svanire qualsiasi pensiero di realizzazione infrastrutturale sul sito alluvionale che andrà certamente ad aggravarsi in futuro in seguito alla impermeabilizzazione dovuta anche alla infrastruttura stessa Bretella e al flash flood, che la stessa Regione prevede. Il fatto che la stessa cartografia regionale identifica lo scenario con un aumento del livello dell’acqua alluvionale superiore ai 2 metri rende assurdo il procedere.

Procedere nel voler realizzare una infrastruttura viaria su zona alluvionale con queste caratteristiche, che la stessa Regione ER identifica insieme agli enti preposti con analisi del rischio, appare assurdo e incompatibile con le norme che si sono venute a formare negli ultimi 30 anni, ma soprattutto con gli scenari che si sono prospettati ora, nettamente diversi da quelli del 1990, e non ultimo alla crisi attuale che dovrebbe spostare le realizzazioni infrastrutturali solo qualora non esistano assi complementari con identica funzione già presenti (asse B Sassuolo-Modena a 2,9 km, da PRITT 2025 RER).

Monfredini Roberto


Redazione Pressa
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