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Le lastre di selce, belle da vedere, erano state scelte a luglio 2021, nel pieno dei lavori per la ripavimentazione parziale di corso Canalchiaro, per andare in continuità architettonica con la nuova pavimentazione in corso Duomo. Una apprezzata scelta estetica adottata nel corso dei lavori che di base avrebbero previsto una normale posa di asfalto, che avrebbe creato una discontinuità troppo evidente con il tratto di corso Duomo sul fronte che immette direttamente anche in piazza Grande, Sito Unesco. Una scelta che comportò l'integrazione di 70.000 euro al capitolato iniziale. Integrati con apposita delibera di giunta. Circa 500 euro in più per ogni metro di pavimentazione ricostruita non più con asfalto ma con il lastricato in selce. Scelta come detto apprezzata sotto il profilo estetico, meno sotto il profilo funzionale, perché ad un anno dalla conclusione dei lavori l'immagine è quella di una pavimentazione già ammalorata e da sostituire il diverse sue parti.
Molte lastre di selce sono spezzate, altre instabili a causa dell'usura e dello sbricolamento delle fughe tra una lastra e l'altra che le rendono ancora più fragili al passaggio dei mezzi. Diverse sono bucate, altre mancano letteralmente dei pezzi che dopo essersi staccati sono stati spazzati via dal passaggio dei mezzi, anche pesanti, visto che la strada è rimasta aperta al traffico veicolare e dei bus pubblici. Il punto da verificare è che lo stesso stato di ammaloramento della pavimentazione non si registra in corso Duomo dove il passaggio dei bus è comunque garantito e dove la stessa pavimentazione, realizzata anche antecedentemente a quella di corso Canalchiato, pare reggere meglio al trascorrere del tempo e al traffico, seppur limitato dalla ZTL e nel fine settimana pedonalizzato.
Fatto sta che oggi, dopo solo un anno dalla realizzazione, buona parte dei 150 metri della pavimentazione di Corso Canalchiaro, sarebbero già da ricostruire. E sul fronte della spesa pubblica non è cosa da poco.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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