Ammontano a 345milioni di euro i fondi a disposizione della Regione Emilia-Romagna per terminare le principali casse di espansione. Si tratta di fondi quasi tutti statali tranne un parziale contributo per quelle sui torrenti Baganza e Ghironda. È questo uno dei primi dati che emerge dallo studio, avviato dal Presidente del Gruppo Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Pietro Vignali in merito alla realizzazione delle infrastrutture di difesa idraulica.“Avevo promesso un pressing puntuale sulla Giunta regionale di De Pascale per le numerose opere idrauliche incompiute e con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza trimestrale sulla quale mi ero impegnato siamo riusciti ad elaborare i dati relativi alle casse di espansione da evidenziare alla Regione e agli altri enti in campo per la difesa idraulica di questo territorio regionale – ha esordito Vignali – Sono 14 le opere progettate ma ancora da costruire ovvero in corso di realizzazione. Dalla progettazione alla realizzazione trascorrono mediamente 15 anni, un tempo troppo lungo che non possiamo permetterci, soprattutto alla luce della grande carenza di infrastrutture e degli eventi calamitosi che negli ultimi anni si sono rivelati più frequenti. Grande incompiuta è l’infrastruttura di Bagnetto sul fiume Reno nel comune di Castello d’Argile (Bo), costo 82 milioni e invaso da 18milioni di m3.
Progettata nell’anno 2000, è stata realizzata solo in parte con lavori terminati nel 2019. Doveva essere completata nel 2021 ma mancherebbero le risorse necessarie. Proprio il territorio metropolitano del capoluogo di Regione è una delle aree più in difficoltà perché, oltre a quella appena menzionata, vi andrebbero urgentemente realizzate altre sei opere di cui ho chiesto specifiche informazioni nell’ultima interrogazione che ho rivolto alla Giunta regionale: completamento della cassa di espansione delle piene in località Budrie - San Giovanni in Persiceto (BO), completamento della funzionalità idraulica per la cassa di espansione del torrente Navile a Bentivoglio (BO), completamento della cassa di laminazione per le piene del torrente Lavino in località Rivabella, realizzazione dell’area di espansione e miglioramento dell'officiosità del torrente Ghironda a Ponte Ronca (Zola Predosa), casse espansione del torrente Idice, cassa di espansione del Santerno a Imola.
Le casse sul Samoggia, sul canale Navile e a Boncovento, sempre sul Reno, sono solo parzialmente funzionanti perchè mancano stralci funzionali fondamentali per mettere effettivamente a regime le opere. Ovviamente preoccupa anche la Romagna perché ancora sono troppo pochi i progetti e i pochi lavori fatti, come ad esempio sul Savio, dovrebbero essere messi a sistema in modo diverso.
Le casse di espansione pienamente attive sono 11 tenendo conto anche dei tre micro-impianti su Recchio, Urso e rio Lora. Tra queste ci sono anche le infrastrutture progettate negli anni ’80 (ad esempio quelle su Parma, Enza, Crostolo e Secchia) e oggi considerate insufficienti. I lavori per il potenziamento della Cassa di espansione sul fiume Secchia, al confine tra i comuni di Modena a Rubiera,
iniziati soltanto lo scorso anno con l'abbattimento del bosco nel bacino in linea per consentire il prelievo dei sedimenti necessari per l'innalzamento delle arginature, e stando alla fotografia che emerge dalla documentazione del consigliere Vignali, scontano circa 10 anni rispetto alla loro progettazione.
Rimanendo in territorio modenese, la cassa di espansione sul Panaro è inserita tra quella funzionanti anche se priva di collaudo e soggetta ancora oggi a lavori di adeguamento, soprattutto conseguenti alla prima delle tre prove di invaso di cui si compone la procedura di collaudo.
Nella foto, il fronte a valle della diga della cassa di espansione del fiume Panaro