Le commemmorazioni non le amava l'avvocato Vittorio Rossi e così stamattina a Giurisprudenza gli avvocati modenesi si sono semplicemente fermati per rendere omaggio al loro Maestro. Un maestro per gli avvocati penalisti, ma soprattutto un maestro per i tanti che l'hanno conosciuto e ne hanno apprezzato, per dirla con l'attuale presidente della Camera penale Guido Sola, 'l'insopprimibile libertà di spirito da sincero liberale che agiva sempre e comunque al di là della convenienza politica del momento'.

Aula convegni stipata stamattina per ricordare il grande penalista scomparso un anno fa coi discorsi di rito del delegato del rettore, dell'assessore Bosi, in rappresentanza di Muzzarelli, e dell'assessore finalese Borgatti in rappresentanza di quella Finale Emilia di cui Rossi era rimasto cittadino tutta la vita. Ma sono state soprattutto le parole di Guido Sola a fare da cornice iniziale al convegno dedicato ai rapporti tra Processo e media e processo e libertà. 'E’ passato un anno dalla morte di Vittorio Rossi - ha detto Sola -. Vittorio non amava le commemorazioni e infatti noi oggi siamo qui non a commemorarlo ma a celebrare il nostro Maestro'.

'Per Vittorio Rossi l'avvocato era un ‘vir’ un uomo di valore e la deontologia per lui era la dottrina dei nostri doveri in base alla quale il cliente non può essere tradito e non perché ci paga, ma semplicemente perché non può essere tradito - ha chiuso Sola -. I maestri restano per definizione vivi nella mente di chi è cresciuto con loro e per Vittorio Rossi è così'.
