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Incentivi per prescrivere meno non unico problema: nell'accordo anche i tagli su diabete e demenza

Incentivi per prescrivere meno non unico problema: nell'accordo anche i tagli su diabete e demenza

Intervista a Marianna Mortello, medico e vicepresidente Snami Modena: 'Sulla deontologia attendiamo una presa di posizione dell'ordine'


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Nel dibattito sull’accordo tra Ausl e Fimmg concentrato soprattutto sugli incentivi economici previsti per i medici che prescrivono in misura minore rispetto alla media, sono stati posti in secondo piano due non meno importanti elementi: quello legato alla gestione delle patologie croniche e l'impegno dell’Ausl di fornire ai medici di base che raggiungono obiettivi strumentazioni diagnostiche per sottoporre i propri pazienti ad accertamenti. Due ulteriori elementi contestati, insieme al primo, dal sindacato Snami e che la vicepresidente del sindacato in provincia di Modena Marianna Mortello ci spiega nello specifico. 'Mentre tutti parlano di “territorialità” e di presa in carico dei pazienti cronici, l’accordo interviene tagliando proprio gli strumenti che servono per gestire questi pazienti. Un esempio su tutti: il PDTA del diabete, cioè il percorso diagnostico-terapeutico che definisce come seguire in modo corretto il paziente diabetico. Era stato cancellato e poi rinnovato entro il 31 ottobre; l’addendum lo ha prorogato al 31 dicembre. Ma il messaggio resta: uno dei pilastri della gestione del paziente cronico viene messo in discussione'.
Cosa comporta concretamente l’eliminazione o la sospensione del PDTA?
Il PDTA è un percorso costruito per consentire ai medici di medicina generale di seguire correttamente pazienti con diabete, demenza, scompenso cardiaco, BPCO e altre cronicità.
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Le faccio un esempio pratico: nel mio ambulatorio abbiamo un’infermiera dedicata che quattro volte l’anno contatta tutti i pazienti diabetici – parliamo di 600 - 700 persone – per controlli di glicemia, parametri antropometrici, esami, monitoraggi. Questa organizzazione era sostenuta dagli incentivi legati al PDTA. Se questi incentivi vengono tagliati, io non so se potrò continuare a garantire lo stesso servizio. Significa, molto concretamente, rischiare di perdere ore di infermieristica fondamentali. Ed è paradossale in un momento in cui gli ospedali sono in difficoltà e i pazienti cronici aumentano.
I PDTA dovrebbero comunque rivisti perché sono cambiati i profili regionali di controllo. È così?
I nuovi profili erano già stati definiti a luglio. Bastava proporre una ridiscussione dei PDTA per aggiornarli. Invece si è scelto il taglio. È una modalità che va nella direzione opposta a ciò che la Regione e la stessa Ausl dichiarano da anni: rafforzare la presa in carico territoriale. Qui i fondi per la cronicità vengono diminuiti. È inevitabile che la qualità dell’assistenza peggiori.
C’è un terzo elemento che lei definisce “più tecnico” ma che inficiano sulla politica sanitaria: la fornitura di strumenti specialistici ai medici di base che raggiungono obiettivi in termini di riduzione delle prescrizioni.
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Perché rappresenta un problema?

L’accordo prevede che spirometri, dermatoscopi, ECG e altre apparecchiature vengano dati solo ai medici che raggiungeranno gli obiettivi. Su questo ci sono diversi punti critici: il primo è rappresentato dal fatto che sono strumenti specialistici, che richiedono formazione, e l’azienda non prevede una formazione adeguata, secondo il medico si prende la responsabilità medico-legale del loro utilizzo, inoltre gli incentivi, invece di essere liberi, verrebbero “vincolati” all’acquisto di strumenti scelti dall’azienda. Il rischio è che gli strumenti restino inutilizzati o, peggio, che si chieda ai medici di sostituirsi agli specialisti per ridurre le liste d’attesa. È stato detto quasi esplicitamente: alcune prestazioni specialistiche potrebbero essere fatte direttamente dal medico di famiglia. Ma questo non può essere imposto dall’alto né può avvenire senza formazione e sicurezza.
Che clima c’è oggi tra i medici di medicina generale?
Un clima di grande amarezza. Non parlo solo di Snami: molti iscritti Fimmg, molti colleghi non sindacalizzati, nessuno pare contento di questo accordo. E infatti l’accordo è stato firmato a Ferragosto, nel silenzio assoluto. È venuto fuori quasi per caso. Senza trasparenza, senza confronto. La categoria si è sentita trattata con arroganza, senza rispetto per la libertà professionale.
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Torniamo ai famosi incentivi per “prescrivere meno”. Perché li considerate inaccettabili?
Perché la deontologia è chiarissima: il medico deve prescrivere ciò che serve al paziente, non ciò che conviene all’azienda. Non si può monetizzare una riduzione della prescrizione.
E poi, come si misura l’appropriatezza? Sulla farmaceutica ci sono le note AIFA, basate su studi scientifici. Sulle prescrizioni specialistiche no. Noi medici di famiglia diventiamo trascrittori delle richieste degli specialisti, pubblici, privati o convenzionati. Se riteniamo una richiesta inappropriata possiamo rifiutarci, ma rischiando sul piano medico-legale. È un terreno scivoloso.
Come vivete l’esposizione mediatica di queste settimane?
Molto male. Ci siamo ritrovati sbattuti in prima pagina come se lavorassimo “sulla pelle dei pazienti” per far risparmiare l’azienda. È ingiusto. Tanti medici che lavorano sul campo non condividono questo accordo. E questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Sugli aspetti deontologici legati all’accordo, nei giorni scorsi abbiamo chiesto un parere anche al presidente dell’Ordine dei medici, in particolare sull'articolo del codice che interviene proprio sugli incentivi anche in relazione alle prescrizioni, e lui ha risposto che non avrebbe risposto, ovvero No Comment. Come interpreta questo silenzio?
'Molti medici si aspettano anche una chiara presa di posizione da parte dell'Ordine su questo accordo che mette in dubbio la deontologia medica con la quale i medici dovrebbero operare; un accordo che ha portato nel dibattito che ne è seguito ad una pericolosa esposizione mediatica, che potrebbe creare situazioni di conflitto e pericolo per i medici stessi'.
 

Gi.Ga.
 

Nei riquadri in foto, sopra Marianna Morotto, Vicepresidente Snami Modena e, sotto, Mattia Altini, direttore generale Ausl proponente dell'accordo firmato solo da FIMMG
Foto dell'autore

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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