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La regione Emilia Romagna nel 2009 redige una documentazione in merito alla presenza dei 2 SIN in Regione, Sassuolo- Scandiano e Fidenza, catalogati dal Ministero dell’ambiente fin dal 1998.
Con la Legge n. 426 del 9 dicembre 1998 sono stati istituiti i siti d’interesse nazionale e successivamente, con il Decreto ministeriale n. 468 «Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale» del 18 settembre 2001, è stata descritta la procedura e i ruoli dei diversi enti coinvolti per l’utilizzo dei fondi previsti, e sono stati proposti altri siti nel programma nazionale, tra cui, i siti di Fidenza e Sassuolo-Scandiano, per la Regione Emilia-Romagna. Entrambi i siti sono caratterizzati da più aree, sia pubbliche sia private...
Lo studio dei SIN in Italia, per i quali stiamo ancora pagando le sanzioni semestralmente alla UE per mancate bonifiche, è di fatto collegato allo studio che l’Istituto Superiore della Sanità redige ogni anno con l’acronimo S.
E.
N.
T.
I.
E.
R.
I.
, finalizzato a mettere in correlazione le patologie riscontrate nelle popolazioni residenti ,con l’inquinamento spesso di tipo INDUSTRIALE, e che si traduce inevitabilmente in patologie negli individui residenti
In merito al sito di Sassuolo che fino al 2013 è stato catalogato come SIN (Sito di Interesse Nazionale) la Regione ER scriveva nel 2009:
Le conoscenze relative ai siti contaminati hanno un ruolo importante nella valutazione, rispetto alle matrici ambientali coinvolte (suolo, sottosuolo e acque sotterranee), dell’impatto sul territorio e delle conseguenze sulla salute umana e sull’ecosistema.
La presenza di sostanze in concentrazioni superiori ai limiti stabiliti comporta un rischio sanitario che può manifestarsi tramite meccanismi di esposizione diretta, come l’ingestione di terreno o acqua contaminata, il contatto dermico con terreni inquinati, l’inalazione di sostanze volatili, o indiretta, quale ad esempio l’assimilazione di alimenti che contengono contaminanti entrati nella catena alimentare.
E ancora
Sito contaminato d’interesse nazionale “Sassuolo – Scandiano”
Le aree appartenenti al sito nazionale Sassuolo – Scandiano, sono localizzate nel comprensorio ceramico delle province di Reggio Emilia e Modena. Il comprensorio ricade in una zona dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale interessando le conoidi dei fiumi Secchia e Panaro.
Le principali fonti di inquinamento sono costituite dai prodotti di scarto provenienti dai processi industriali del settore ceramico, quali rifiuti ceramici interrati e scarti di lavorazione. Le contaminazioni hanno interessato i suoli, le acque superficiali e le acque sotterranee di una vasta zona compresa tra le province di Modena e Reggio Emilia.
Con decreto del Ministero dell’Ambiente del 26 febbraio 2003, è stata effettuata la perimetrazione del sito.
Alla perimetrazione hanno aderito i Comuni interessati che hanno fornito al ministero dell’Ambiente nel 2003 le mappe originali dei siti identificati ( 21 sottositi) che ricordo essere stati identificati su autodenuncia degli industriali negli anni precedenti, ma che rappresentano solo una piccolissima parte dei siti nei quali venivano interrati i rifiuti ceramici negli anni 1970-1980, come afferma anche la stessa Regione. Ricordo che sul sito Frattina di Castelvetro , 4,75 ettari per 20 anni sono avvenute coltivazioni agricole finalizzate alla produzione di derrate proteiche animali (1984-2005) con matrici di terreno contenenti pb,zn,cd,cr, etc anche di 150 gr/kg di terra ( bonificato 14%).
La stessa Regione nel documento del 2009 cita le normative di riferimento in merito al SIN Sassuolo Scandiano.
Allega pure la identificazione geografica dei siti che sono presenti tra le province di Modena e Reggio, tra i Comuni di Sassuolo e Casalgrande.
Cercando di sintetizzare una cronologia che presenta molti aspetti lacunosi, procediamo in ordine:
- L’ANAS approva il progetto preliminare dell’opera, che viene trasmesso al MIT, 2003
- In data 22 ottobre 2004, il Ministero dell’Ambiente esprime parere favorevole
- La Regione Emilia Romagna, con delibera della Giunta regionale del 30 dicembre 2004 Dgr 2818 esprime parere favorevole all’opera.
- Il 22 ottobre 2004 viene formulato dal ministero dell’Ambiente parere di VIA favorevole con prescrizioni ambientali senza citare il SIN Sassuolo Scandiano
- Il CIPE, con delibera n. 62 del 22 luglio 2010, approva il progetto definitivo senza citare nelle prescrizioni la presenza del SIN
Parallelamente allo sviluppo e ai pareri del progetto il Ministero dell’Ambiente con Decreto 26 febbraio 2003 redige la identificazione e perimetrazione dei siti, tra cui il sito Sassuolo Scandiano che comincia in quegli anni, ad essere mappato anche dall’ISS, per la correlazione tra inquinamento da metalli pesanti e 5 patologie con correlazione positiva, nelle persone esposte. Le perimetrazioni vengono fornite e conservate in copia originale al Ministero dell’Ambiente nel 2003. Lo stesso decreto ministeriale all’art 1 chiarisce che non sono esclusi altri siti inquinati non conosciuti, che dovranno essere bonificati.
Tra il 1998 e il 2000 la Regione ER formula una richiesta al Ministero di contribuzione per bonifica e messa in sicurezza per una cifra pari a 41 miliardi di lire, il Ministero dell’Ambiente mette a disposizione della Regione 25.6 miliardi di lire nel 2000 per intervenire sui 21 sottositi del SIN Sassuolo Scandiano. La Provincia di Modena nel 2001 scrive sulla stampa fra poco comincia la bonifica della Frattina ( mai fatta) , con12 miliardi di lire del Ministero.
Nel dicembre 2004 la Regione Emilia Romagna redige la dgr 2818 analizzando nelle sue 142 pagine l’asse viario Bretella Campogalliano Sassuolo e formula l’ossatura primaria del parere regionale alla infrastruttura per l’opera ministeriale, senza mai citare di essere in presenza dell’attraversamento del SIN Sassuolo Scandiano, come d’altro canto fa lo stesso Ministero dell’ambiente che negli stessi anni delibera e realizza le conferenze di servizi a Roma ( vedi CDS frattina ottobre 2005 a Roma).
Il catasto dei siti inquinati della Regione ER , che ad oggi viene alimentato solo con Determine Dirigenziali, non è attivo se non per schermate fisse, ed è impossibile quindi identificare la esatta mappatura dei siti, se non da dati ARPA, con accesso atti, ma appare tuttavia presumibile, anche dalla mappatura del sistema idrico della RER in relazione ai SITI INQUINATI, la presenza degli stessi lungo il percorso della bretella in questione, senza però che sia possibile disporre di una netta e certa sovrapposizione(sito/bretella)se non per la presenza di piezometri inseriti da ARPAe.
Oltre alla cartina riportata e ad altre presenti nei siti della Regione, molto importante è la identificazione del sito in riferimento a Sassuolo, identificato dal Tavolo Inquinanti della RER nel 2013, (freccia gialla) sito adeso al fiume Secchia, e in riferimento al quale vengono identificati tre allevatori rurali di galline, dai quali vengono prelevate uova, al fine di ricercare inquinanti, a cui farà seguito nel 2013 la derubricazione da Sin a SIR del sito stesso:
Anche la provincia di Modena, nel lontano 2009 si esprimeva durante la fase realizzativa dell’attraversamento del SIN. Frattina nel corso della realizzazione di un tratto della sp 569/467: non poteva essere eseguita alcuna opera di trasformazione del territorio prima della bonifica del sito…
Cercando di sintetizzare, la situazione appare paradossale, in quanto nel 2003 il Minambiente redige la perimetrazione del sito, l’ISS comincia ad assorbire dati dai Comuni per identificare le correlazioni eventuali inquinanti/patologie, il Ministero dell’ambiente mette a disposizione dei Comuni quasi 26 miliardi di lire per le bonifiche, lo stesso Ministero Ambiente redige l’atto di VIA per la realizzazione della Bretella che transita nel comune di Sassuolo, senza citare la presenza/ assenza del SIN o di eventuali sottositi. Da ricordare che come cita la Provincia di Modena non è possibile realizzare una infrastruttura transitando su un SIN se non si è proceduto alla bonifica e non alla messa in sicurezza. La Regione ER che è depositaria della cifra (26 miliardi di lire) nella delibera di 142 pagine del 2004 n. 2818 non cita la presenza del SIN nella relazione ambientale favorevole al progetto Bretella.
Le stesse delibere CIPE non prevedono “prescrizioni” in merito all’attraversamento di siti inquinati realizzando l’asse Bretella.
Visto che nel 2009 la RER con Ufficio Siti e Bonifiche, esprime come prima riportato, un chiaro riferimento precauzionale al sito : …..ricade in una zona dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale interessando le conoidi dei fiumi Secchia e Panaro, ma la stessa Regione con la delibera dgr 2818 del 2004, non prende minimamente in considerazione il SIN.
Sempre in quegli anni ha a disposizione 25,6 miliardi di lire per la bonifica dei siti da Lei richiesta, (41 iniziali) che in cartografia sono situati tra la sponda est ed ovest del Secchia, e che identifica ad “elevato rischio” proprio per la fragilità del territorio
Emerge d’altro canto, un maggior utilizzo, pressochè totale, nella sponda reggiana (Casalgrande, ha utilizzato anche i 6 milioni di euro della Frattina) rispetto alla sponda di Sassuolo, nella quale si sono attivate messe in sicurezza.
Lo stesso oblio avviene al Ministero dell’Ambiente, che nel parere di VIA del 2004 non cita la presenza del SIN, ma è lui stesso l’elargitore dei finanziamenti e delle perimetrazioni dei sottositi, affermando nel decreto che altri potrebbero essere i siti presenti e da bonificare.
Preme anche sottolineare che l’assenza del parere della Regione ER, per quanto riguarda il SIN Sassuolo Scandiano, in merito alla realizzazione della infrastruttura, potrebbe non essere in linea con la direttiva 2003/4 CE dell’Unione Europea sull’accesso del pubblico alla informazione ambientale. Tale direttiva impone la disseminazione attiva delle informazioni ambientali nella loro completezza. Con riguardo al contenuto del rapporto di VIA, la direttiva 2011/92/ UE prescrive che il rapporto comprenda, tra l’altro, una descrizione dei probabili effetti rilevanti del progetto sull’ambiente dovuti alla realizzazione della infrastruttura, nonché al CUMOLO con gli effetti derivanti da altri progetti esistenti e/o approvati. Ne consegue che nel nostro caso, se realmente l’asse progettato fosse carente del parere dell’ufficio siti e bonifiche, potrebbe esservi la presenza della sottovalutazione dei rischi ambientali e dei cumuli di impatti ambientali (polo estrattivo/ Siti inquinati/ falde superficiali) in un territorio sottoposto a numerosissimi vincoli (classificazione PTCP della provincia di Modena) in area di ricarica diretta e indiretta delle falde come si vede dalla cartografia della RER .
Escludere un SIN, dalla progettazione infrastrutturale, con una arteria di questa importanza, non pare essere compatibile con le normative che in materia regolano la tutela ambientale e che cita la stessa Regione nel 2009 come riportato all’inizio (152/06 e le successive emanate).
La assenza/dimenticanza del parere in merito al SIN nella VIA e nella dgr 2818 rende incompleta la VIA stessa (annullamento) e dovrebbe preludere ad una VAS (mai attuata) al fine di evidenziare se esistono intersezioni tra la Bretella e i sottositi , al fine di realizzare le eventuali bonifiche “prima” della realizzazione infrastrutturale, al solo scopo di non aggravare con la movimentazione terra, l’inquinamento delle falde superficiali nel caso esistessero inquinanti lungo il tracciato.
Al ministero dell’Ambiente è stata formulata il 10 febbraio richiesta di chiarimento corposa con allegati, ma ad oggi (11 Aprile) non è stata data risposta in merito, nonostante contatti telefonici.
Certamente di tutto questo verrà interessata la Commissione Europea al fine di comprendere se i dettati e le Direttive sono state rispettate dalle nostre istituzioni al fine di tutelare la salute e l’ambiente, visto anche la correlazione con lo studio SENTIERI e l’asse in questione che rientra nelle TEN altri gestori da cartografia ANAS.
Roberto Monfredini - Medicina Democratica
Patrizia Gentilini - Medico ISDE