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'Le Case Residenza Anziani non sono mai state lasciate sole dall’Azienda USL di Modena, che sta garantendo quotidianamente il contatto tramite un’équipe multidisciplinare ed è in costante collaborazione con gli Uffici di Piano. Non tutte le strutture, peraltro, hanno segnalato situazioni di ospiti o operatori con sintomi sospetti risultati poi positivi al covid, ad oggi risultano 19 le strutture con casi risultati positivi, su oltre 50 in provincia'.
Nelle prime cinque righe di una nota stampa arrivata nel pomeriggio, l'Azienda sanitaria provinciale di Modena prova a spazzare via le polemiche, le denunce e le segnalazioni, molte a mezzo stampa, che nell'ultimo mese hanno riguardato il mondo delle case residenziali e protette per anziani. Dove centinaia di operatori si sono dovuti barcamenare (e molti continuano a barcamenarsi), con la carenza di presidi di protezione individuale.
Dove decine di operatori hanno continuato (e continuano), ad andare a lavorare, anche dopo essere stati a contatto con altri operatori positivi, perché a loro volta non sottoposti ne a tampone ne tantomeno a test sierologici (che ad oltre un mese dal pieno dell'emergenza sono iniziati per gli operatori sociosanitari soltanto giovedì scorso). Dove decine di professionisti che hanno dovuto convivere (e convivono tutt'ora), con la paura di essere contagiati e di potere contagiare sia i loro assistiti sia i loro famigliari, hanno denunciato di essere stati abbandonati. Una denuncia diretta, ripetuta dai singoli e rappresentata dal fronte sindacale di CGIL, Cisl e Uil.
Una realtà che purtroppo si è nei giorni trasformata in un dramma. Con il moltiplicarsi dei focolai, nelle strutture di tutta la provincia, e di morti. Tante, strazianti perché lontane dagli affetti più cari, con gli operatori destinati ad essere l'ultimo contatto umano prima della fine. Con mille dubbi e strazianti interrogativi su ciò che forse si poteva fare per evitarlo.
Una realtà che sembra scontrarsi con quella rappresentata dall'Ausl che precisa nella sua nota di 'avere accolto da subito la richiesta della Regione di supportare tutte le CRA, elaborando un piano che prevede le seguenti azioni, tutte già in corso'
Dall'11 marzo a oggi, calcola l'Azienda, alle strutture modenesi in questione sono state fornite come materiale aggiuntivo mascherine (tra chirurgiche e Ffp2 16.930), occhiali e visiere (638), camici e tute (5.270), copriscarpe e gambali (6.800), copricapi (6.620).
Numeri utilizzati dall'Ausl per bollare come 'strumentali le polemiche dei sindacati', esigere da chi ha accusato di sottovalutazione del problema 'piu' rispetto' ed elencare le tappe del piano specifico messo in piedi per i contagi nelle Cra. Che di seguito riportiamo:
- Attivazione di un’équipe aziendale a disposizione delle singole strutture per consulenze dedicate
- Esecuzione delle indagini sui contatti stretti da parte degli epidemiologi AUSL
- Infettivologi, epidemiologi, igienisti ospedalieri hanno effettuato specifici interventi nelle CRA e momenti di formazione agli operatori (sez. formazione)
- Attivazione di geriatri per il supporto specialistico, anche con ore aggiuntive e progetti di telemedicina, e consulenze in relazione all’appropriatezza delle cure in base ai livelli di complessità presenti
- Attivazione dei palliativisti per i pazienti che necessitano di questo tipo di assistenza; uno specifico percorso formativo e organizzativo si è concentrato sull’attuazione del modello di erogazione diffusa delle cure palliative nelle stesse strutture.
Individuazione dei casi positivi
- Piano di tamponi sugli operatori con sintomi, già in corso tramite la Sanità pubblica sin dall’inizio dell’emergenza: 177 quelli effettuati, 95 i casi positivi aggiornati alla data di oggi.
- Screening sierologico su tutti gli operatori, avviato da subito: dal 2 aprile sottoposti a screening già 378 operatori, sulla base dei turni di servizio.
- Piani di tamponi sugli ospiti sulla base dell’osservazione quotidiana, puntuale, dei pazienti da parte delle strutture stesse. Ad oggi risultano all’Azienda USL 282 casi confermati all’interno delle CRA della provincia di Modena, su oltre 500 tamponi effettuati, e 58 i decessi di persone covid-19 positive.
- Supporto nella progettazione e creazione di aree separate per la migliore assistenza agli ospiti sospetti, a quelli positivi al coronavirus e per salvaguardare quelli non positivi, potenziando il lavoro per nuclei
Personale
- L’AUSL ha fornito a tutte le CRA gli elenchi delle agenzie interinali per supportarle nella sostituzione del personale, ha chiesto alla propria agenzie di selezionare operatori anche per le CRA, ha mappato un fabbisogno di infermieri da acquisire tramite la Protezione Civile
- I primi due infermieri inviati dalla Protezione Civile sono stati indirizzati a una CRA
- Incremento delle presenze del medico sulla base delle criticità individuate su alcune strutture
Dispositivi di protezione
- Sono stati distribuiti costantemente dispositivi di protezione a integrazione di quanto disposto dalle direzioni sanitarie delle CRA (vedi dati)
Formazione
- Tre giornate frontali di formazione (a marzo) per tutte le strutture del territorio. Altre due videoconferenze (3 e 8 aprile) per garantire l’aggiornamento con infettivologi ed esperti in igiene ospedaliera (applicazione normative, misure di igiene personale, collettiva e degli ambienti, isolamenti dei pazienti e strategie per la corretta gestione degli ospiti), utilizzo e tipologie dei DPI con video su vestizione e svestizione.
- Videoconferenze ed interventi specifici su alcune strutture in base alle situazioni riportate dalle direzioni sanitarie delle strutture stesse o dal direttore di distretto (es: Augusto Modena, Francesco e Chiara, Villa Pineta, Stradi, Castiglioni, Villa Richeldi, Carpine, ecc)
L'Ausl ha inviato alle CRA tutte le indicazioni in linea con le normative, come la limitazione degli accessi dei parenti in visita e l’applicazione delle misure di sicurezza tra cui il lavaggio delle mani, l’utilizzo delle mascherine per eventuali ospiti sintomatici e il distanziamento