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Recentemente ho commentato un articolo di Giovanni Finali nel quale si evidenzia una diffusa mancanza di “saperi” che, in un Paese come l’Italia, culla della civiltà Occidentale, suona ancora più mortificante. La cosa è confermata dall’annuale classifica compilata dalla IPSOS Mori, società di ricerche di mercato con sede a Londra che conduce sondaggi per una vasta gamma di importanti organizzazioni e altre agenzie di ricerche di mercato.
Qualcuno obietterà che i sudditi della Regina Elisabetta hanno sempre una certa spocchia, ma qui si tratta d’indagini di mercato per individuare la giusta strategia che favorisca la decisione d’acquisto e non di dichiarazioni fondate sul nulla. Questa lista di domande che compongono il test, si basa sulla conoscenza generica della storia, degli ordinamenti e delle caratteristiche del Paese d’appartenenza e sulla distorta percezione della realtà. È chiamata “Perils of Perception”, letteralmente “Pericoli della Percezione”.
Come avviene questa ricerca? Undici mila soggetti sono scelti per ogni nazione e a queste persone sono sottoposte delle domande su delle statistiche comuni. Facciamo un esempio? Non andate a cercare le risposte su Wikipedia e saggiate la vostra conoscenza e “Perils of Perception”.
1) In quale anno è stata dichiarata l’unità d’Italia?
2) Dove ha sede il Parlamento Europeo?
3) Come si chiama l’attuale Ministro dell’Interno italiano?
4) Dal 1970 al 2018 sono morte più di 200 mila persone a causa di attacchi terroristici islamici?
5) L’Italia, che ha fondato l’università a Bologna, ha un ateneo tra i primi 150 al mondo?
6) Dal 2017 ad oggi sono aumentati gli omicidi?
7) L’Ungheria fa parte della NATO?
8) Nel 2018 sono giunti clandestinamente in Europa meno di 100 mila persone?
9) In Europa, il sistema sanitario italiano è per qualità dopo quello spagnolo?
10) I malati italiani di diabete sono inferiori a 2 milioni?
Nel test sono inserite anche delle fake news di attualità e gli italiani paiono essere i meno informati su quanto succede nel loro Paese; di conseguenza, accettano supinamente delle “verità” senza alcun tipo di analisi critica, se queste provengono da un soggetto che gode della loro considerazione.
Michel Eyquem de Montaigne, nei suoi “Saggi”, così scrisse «L’ignoranza che si conosce e giudica non è vera ignoranza. Lo è solo quando ignora se stessa». L’ignorante saccente è quindi il vero ignorante e il suo è “un male invincibile”, come lo definiva Sofocle in uno dei frammenti a lui attribuiti.
Purtroppo, la superficialità è diventata una disposizione caratterizzante del nostro tempo, una divisa indossata con orgoglio. Per alcuni è addirittura considerata un segno di decisionismo, appartenente a colui che sa arrivare dritto al punto senza tanti fronzoli, con soluzioni semplici ed efficaci a problematiche complesse. Ma forse aveva ragione Orazio nelle “Satire”: Est modus in rebus, c'è una misura nelle cose.
Massimo Carpegna