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Due giorni di pioggia, un miliardo di danni e 1792 persone sfollate

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La vicepresidente Priolo oggi in Aula sugli eventi calamitosi che hanno colpito l’Emilia-Romagna dall’1 al 3 maggio


Due giorni di pioggia, un miliardo di danni e 1792 persone sfollate
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Quarantotto ore di pioggia. Un evento metereologico che la Regione Emilia-Romagna giudica 'senza pari, con piogge concentrate e ininterrotte che si sono rivelate le più intense cadute sull'Emilia-Romagna, in questa stagione, dal 1961, con cumulate che in media si verificano ogni 100 anni o addirittura, in alcune stazioni di rilevazione, 200. Un nubifragio che ha - ha specificato oggi l'Assessore Priolo, ha portato a 23 corsi d’acqua in piena, 15 rotte di difese spondali e oltre 140 frane importanti in Appennino e altri 100 dissesti secondari. Per una prima stima dei danni che supera il miliardo di euro, e con un picco di sfollati che ha raggiunto quota 1.792 persone: il numero maggiore nell’ultimo decennio'. Dati davvero impressionanti quelli diffusi dalla vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, che ha relazionato sugli effetti dell'ondata di maltempo che si è abbattuta principalmente sul ravennate e sul bolognese tra il 2 e il 3 maggio.

Dati che preoccupano maggiormente in queste ore in vista della nuova allerta rossa per precipitazioni abbondanti previste da stasera e per i prossimi giorni. Che cadranno sulle opere di ripristino già avviate, soprattutto quelle per la riparazione degli argini.

“Ogni evento ci consegna un portato importante di riflessione, prima di tutto il cordoglio per la perdita di vite umane: a nome del presidente Bonaccini e dell’intera Giunta regionale- ha proseguito la vicepresidente-, mi stringo alle famiglie delle due vittime che hanno perso la vita a Castel Bolognese e Fontanelice. A loro va tutta la nostra vicinanza, il nostro cordoglio”. “Il pensiero è rivolto anche a chi ha perso i ricordi e il frutto delle fatiche di una vita. Massima attenzione anche ai risvolti sociali ed economici che l’emergenza porta con sé.

Tutti insieme dobbiamo sentire il senso della responsabilità collettiva di assumere scelte nell’interesse dei territori, con un impegno comune ai vari livelli istituzionali per accrescere la sicurezza e a ridurre il rischio”.

Un evento straordinario, dunque. E i numeri forniti dalla vicepresidente lo testimoniano: ventitré corsi d’acqua in piena, di cui 14 hanno superato contemporaneamente i livelli d’allarme; 15 rotte di difese spondali, oltre 140 frane in Appennino che si affiancano a dissesti minori. Tutto ciò causato da piogge concentrate e amplificate, soprattutto sulla fascia collinare, e ininterrotte per circa 48 ore: le più intense cadute sull’intero territorio regionale per due giorni consecutivi dal 1997 e le più intense nella stagione primaverile dal 1961, con cumulate che in media si verificano ogni 100 anni, in alcune stazioni di rilevazione, 200.

Di fronte a quanto stava accadendo, “si è attivato immediatamente, lo voglio ricordare ancora una volta, l’intero sistema di Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Inoltre- ha proseguito la vicepresidente-, considerate le condizioni di particolare criticità, il 3 maggio il presidente Stefano Bonaccini ha fatto richiesta al Governo per lo ‘Stato di mobilitazione nazionale’. Richiesta immediatamente accolta dal ministro Musumeci, cui ha fatto seguito la dichiarazione di stato d’emergenza nazionale”.

Ma l’emergenza non è finita: dopo le criticità idrauliche, vanno affrontare quelle idrogeologiche, con il meteo che prevede per i prossimi giorni nuove piogge in arrivo, sulle stesse aree, a partire da mercoledì.

La priorità è la sicurezza delle persone: in vista del riattivarsi delle piogge, la Regione ha garantito ai comuni tutto il supporto tecnico operativo necessario, anche attraverso i Vigili del Fuoco e le Forze Armate, per effettuare tutte le evacuazioni necessarie, anche in via preventiva.

“Dopodiché inizieremo quanto prima le attività di ricognizione analitica dei danni, anche per poter disporre di ulteriori risorse finanziarie necessarie per affrontare le criticità aperte. Già oggi, comunque, possiamo stimare almeno un miliardo di euro di danni”, ha concluso la vicepresidente.

Che cosa è successo

Le rotte degli argini
La situazione ha generato diffusi sormonti delle sommità degli argini, che sono stati all’origine di rotte delle stesse. Complessivamente se ne sono contate 15 tra minori (anche di argini golenali) e maggiori. Nove quelle solo nel bolognese.
Le brecce principali sono avvenute sul fiume Lamone, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Bagnacavallo e Faenza; sul fiume Sillaro, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese e Sasso Morelli, in comune di Imola, e Conselice; sul fiume Quaderna, con interessamento degli di Selva Malvezzi, in comune di Molinella e della località Sant’Antonio, a Medicina; sul Senio, con interessamento dell’abitato di Castel Bolognese.

Le criticità idrogeologiche
Alle criticità idrauliche, si uniscono quelle idrogeologiche con oltre 140 frane importanti in 40 Comuni dell’Appennino, a cui si uniscono almeno 100 dissesti secondari. Le condizioni di maggiore criticità si riscontrano nel forlivese-cesenate, dove 6 strade provinciali sono interrotte. Solo a Modigliana, il comune più colpito, sono state censite 44 frane di cui almeno 11 di grandi proporzioni. Sono in corso i sopralluoghi sulle situazioni più complesse, per definire le prime ipotesi di intervento di messa in sicurezza.
A Dovadola, la frana sulla Strada comunale per Montepaolo ha portato all’evacuazione di 19 cittadini, tra cui gli ospiti di una comunità di persone fragili e 8 Suore Clarisse dell’Eremo Santuario Montepaolo. Stamattina il sindaco ha emesso l’ordinanza di evacuazione anche per i residenti nei pressi del dissesto in località Trove. A Predappio si contano due frane significative, a Porcentico e a Predappio Alta.
Nel bolognese, particolarmente colpita è la valle del Santerno con i comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice, dove una grande frane si è abbattuta su un casolare portando alla morte di un uomo di 78 anni. Dissesti diffusi sono stati segnalati anche a Monzuno e Monterenzio.
Nel ravennate, dove varie viabilità risultano interrotte, è in corso la mappatura degli episodi di dissesto, con sopralluoghi via terra e riprese aeree. Finora si sono contate 72 frane. 
Anche a Modena il livello delle acque a Fossalta è stato del tutto eccezionale, con una piena che a valle della Cassa ha fatto registrare livelli più alti del 2009 e appena inferiori a quella del 2020.
A scopo precauzionale sono stati quindi chiusi al transito il ponte di Navicello vecchio sul Panaro, oltre a ponte Alto e ponte dell'Uccellino sul Secchia.
I lavori di sicurezza idraulica svolti, e il contributo del fiume Tiepido nel favorire il deflusso e lo scolo delle acque, sono stati fondamentali per evitare ulteriori criticità.   

La situazione oggi
Al verificarsi delle rotte, l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile si è immediatamente attivata per procedere nel tempo più rapido ai ripristini degli argini.
Nel bolognese, sul Sillaro sono state chiuse due brecce: in via Tiglio a Sesto Imolese e in via Merlo, a Spazzate Sassatelli, dove l’argine sta per essere ricostruito con telonatura e palancole. Ieri (lunedì) sono partiti i lavori di sistemazione della breccia nei pressi di Sasso Morelli che si è verificata lungo un argine privato. 
Sul Quaderna, tutte le 3 rotte sono state risolte. Lo stesso, già nei giorni scorsi, per le tre sul Gaiana dove si sta procedendo anche con le opere di rinforzo arginale prevede in conclusione entro stasera. 
Riparata anche l’ultima rottura relativa ad una coronella dell'opera idraulica Cardinala.
Nel ravennate, sul Senio, la breccia arginale in località Biancanigo (Castel Bolognese) è stata chiusa; per una seconda rotta sono in corso le operazioni di sistemazione.
Domenica sono inoltre iniziati i lavori per risolvere la falla sulle difese del Marzeno, che ha provocato gli allagamenti a Faenza. In esecuzione anche le attività di chiusura sull’argine del Lamone, esondato in prossimità di Boncellino (Bagnacavallo).
Sul Santerno si sono verificate criticità tra S. Agata sul Santerno e Cà di Lugo: si stanno svolgendo le opere di sistemazione.

Le previsioni meteo
Oggi è stata emessa una nuova allerta rossa per criticità idraulica e idrogeologica nelle aree di pianura bolognese e romagnola, oltre che per la collina bolognese, ravennate e forlivese. Ciò in ragione delle numerose vulnerabilità ancora in atto sul territorio interessato dagli eventi del 2-3 maggio.
Allerta arancione invece per la costa e la montagna romagnole, la montagna emiliana centrale e bolognese, la collina emiliana centrale e la pianura modenese. Nella giornata di domani, mercoledì 10 maggio, si prevedono infatti piogge diffuse e persistenti su tutto il territorio regionale, anche a carattere di rovescio, con cumulate elevate sul settore centroorientale. Si prevedono piene su tutti i corsi d'acqua del settore centro-orientale della regione, con possibile occupazione delle aree golenali, interessamento degli argini e difficoltà di smaltimento delle acque nel reticolo idrografico minore e di bonifica. Potranno verificarsi diffusi fenomeni franosi e di ruscellamento lungo i versanti, più probabili nel settore collinare/montano centro-orientale.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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