Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'Ragazzi calabresi assunti come lavapiatti' che acquistano la struttura 'pagando milioni di euro, anche più del valore di mercato'. Ed è 'tutto normale', anzi, 'vengono applauditi'. È una delle storie di mafia che racconta il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, questa mattina a Rimini.
Intervenendo al convegno 'La criminalità organizzata come agente di trasformazione sociale', organizzato dalla Prefettura e dall'Alma Mater, ricorda l'operazione Geenna della Dda di Torino in Val D'Aosta dove la popolazione calabrese era intorno al 30%, con ragazzi che 'parlavano solo in dialetto stretto e una festa che durava 10 giorni con 100.00 presenze'.
In altri territori del Nord Italia, prosegue, ci sono 'strani casi in cui operatori economici vincono appalti e investono in società sportive per ottenere consenso' grazie ai successi della squadra. È la ricerca di 'consenso sociale'.
Ma si deve anche 'fare capire a Bruxelles e a Strasburgo che non solo in Italia c'è un problema mafia'.
Morra invita tutti i sindaci in sala a fare la 'massima attenzione' sugli appalti pubblici, 'un mercato enorme' e sprona a 'escludere i portatori di voto'. Le mafie per poter essere combattute 'vanno conosciute. Si deve studiare come aggrediscono il livello economico e sociale della comunità dove vengono a presentarsi, diventando dei parassiti delle stesse'. Ma serve anche 'una reazione che non può essere che civile e democratica prima che imprenditoriale ed economica'. Dove attecchisce la criminalità organizzata, conclude, 'sottrae diritti', per cui 'attenzione a certi fenomeni'. In Emilia-Romagna, come dimostra il processo Aemilia, 'c'è un radicamento, come in tutto il Nord. Se lo si vuole capire in ritardo è un'altra questione'.
'Il processo Aemilia è solo la punta dell'iceberg sulla presenza della malavita organizzata in Emilia-Romagna.
Non a caso è già partita la sua prosecuzione con Grimilde'. Ha invece sottolineato il procuratore del Tribunale di Bologna, Giuseppe Amato. La presenza della criminalità organizzata in regione è 'radicata come nelle altre aree del Nord perchè dove c'è possibilità di guadagnano si spostano i capitali. Il dato più preoccupante delle indagini giudiziarie è la percezione di una zona grigia, co-essenziale per le mafie, costituita da professionisti e consulenti. Ma anche da imprenditori autoctoni che fanno affari con la criminalità organizzata'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>