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Nel 2022 una aggressione al giorno a operatori sanitari, la maggior parte verbali

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Diffusi i dati provinciali delle violenze fisiche e verbali nella azienda sanitaria e nelle aziende ospedaliere modenesi. In un caso su tre la violenza sfocia sul piano fisico. Il 10% ha portato ad infortunio, ma nessun caso grave


Nel 2022 una aggressione al giorno a operatori sanitari, la maggior parte verbali
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Nelle aziende ospedaliere e sanitarie pubbliche della provincia di Modena nel 2022 sono stati 359 gli episodi di violenza registrati (195 nelle diverse strutture Ausl, 147 in Aou, 17 all’Ospedale di Sassuolo Spa); nel 2021 erano state rispettivamente 93, 113 e 7 per un totale di 213. Dall’inizio delle rilevazioni nel 2019, sono state 1062 le segnalazioni complessive ricevute dai lavoratori delle tre aziende.
Di queste 1062, il 42% ha riguardato Pronto soccorso e sistema di Emergenza-urgenza, il 22% la Salute mentale. Due segnalazioni su tre sono state di sola aggressione verbale, mentre una su tre è stata caratterizzata da aggressione anche fisica. Rispetto agli esiti, oltre il 90% non ha dato conseguenze sui professionisti coinvolti, mentre in un centinaio di casi (circa il 10%) l’esito è stato identificato come minore o moderato, con eventuale segnalazione di infortunio; in nessun caso vi è stato un esito grave per l’operatore.

Sono i macrodati relativi alla violenza fisica e verbali nelle strutture sanitarie ed ospedaliere pubbliche della provincia di Modena. Dati diffusi in una conferenza stampa organizzata al Policlinico, sede della direzione della Azienda Ospedaliera Universitaria che comprende anche l'ospedale civile di Baggiovara, e che rappresentano una situazione più tesa all'interno degli ospedali, anche nel post covid. Un aumento  -viene specificato - anche per effetto della maggiore sensibilizzazione degli operatori. Presenti direttori delle diverse aziende: Ospedaliera Universitaria Policlinico-Baggiovara, Sassuolo e azienda Sanitaria Modena, che gestisce direttamente gli ospedali della provincia. Dati secchi che danno la dimensione del fenomeno ma non forniscono il quadro dal quale esso generano. Ricondurre le cause ad un aumento dell'aggressività dell'utenza sarebbe riduttivo e parziale. Perché le cause se non vagamente accennate ma non approfondite in conferenza, avrebbero origine anche dalle condizioni di lavoro in cui gli operatori sanitari sono oggi come ieri, al momento del covid, obbligati ad operare.

Condizioni ripetutamente portate all'attenzione della regione e delle aziende sanitarie anche le scorse settimana da parte delle rappresentanze degli stessi operatori.

Per il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena, comprendente i due grandi ospedali Policlinico e Baggiovara ed i relativi Pronto Soccorso, il problema parte dal clima generatosi già durante l'emergenza Covid. Un problema che non avrebbe, nel momento giusto, le risposte adeguate. 'C'è stato un atteggiamento supino da parte delle istituzioni, se si è arrivati a questo punto è anche perché il problema non è stato affrontato prima'.



L'iniziativa
Una conferenza che arriva all’indomani della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza sugli operatori sanitari e socio-sanitari, istituita lo scorso anno e celebrata il 12 marzo.  Direzioni generali di Azienda USL di Modena, Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e Ospedale di Sassuolo Spa unite per ribadire che un atto di violenza contro un operatore sanitario non è mai giustificabile e che il dialogo è la via principale della risoluzione di qualsiasi conflitto.
Una occasione per rilanciare anche la campagna #rispettachicura promossa lo scorso anno e illustrando i dati e le iniziative che, proprio a partire da quella giornata e dal tavolo permanete di lavoro, sono state messe in campo. 

Anche l’Ordine dei Medici di Modena ha istituito un proprio sistema di raccolta, divenendo di fatto un punto di riferimento sul quale trasferire gli effetti di un fenomeno che altrimenti sarebbe rimasto in ombra. Sono state 59 le segnalazioni in 20 mesi (aprile 2021–gennaio 2023), con un picco indentificato nell’evoluzione delle norme relative alla campagna vaccinale anti-covid e con episodi di violenza orientati in larga parte a medici del territorio impegnati nelle somministrazioni. Di queste segnalazioni 12 sono state solo verbali, 3 fisiche, 40 in forma scritta e 4 miste. Di queste, 43 erano legate all’erogazione di certificati per l’esenzione dalla vaccinazione covid.

I dati rispecchiano le segnalazioni ufficialmente pervenute agli uffici competenti e non includono tutti gli episodi effettivamente accaduti, che possono manifestarsi con modalità e livelli anche molto diversi tra loro. Anche per questo le Aziende sanitarie e gli Ordini si impegnano costantemente nel promuovere nei loro operatori e iscritti la consapevolezza dell’importanza della segnalazione degli episodi di qualsiasi tipo.

Le azioni
Allo stesso modo è importante l’azione di prevenzione e l’aumento del livello di sicurezza, attraverso il potenziamento dell’illuminazione nelle aree esterne e il rafforzamento dei servizi di sorveglianza, l’installazione di telecamere e dispositivi di chiamata d’emergenza, di display per la segnalazione digitale delle prestazioni in attesa nei PS, di vetri antisfondamento nelle strutture di nuova realizzazione dove previsto.
A livello organizzativo si è lavorato, in particolare, per organizzare turnazioni orientate ad evitare la presenza singola di operatori nei contesti più critici, per la definizione di procedure specifiche per le segnalazioni in caso di aggressione, per l’attivazione di ambulatori di continuità assistenziale per alleggerire il carico di lavoro dei Pronto Soccorso.

Proseguono inoltre i focus group e i gruppi di ascolto sulle aree critiche, i corsi di formazione per il personale sanitario e socio-sanitario sulle strategie di prevenzione e gestione delle aggressioni e degli atti di violenza, verbale e non, sulla “cura della relazione” e su tutti i temi volti a diffondere una cultura di contrasto ad ogni atto di violenza e di potenziamento della relazione positiva.
Non ultimo, le Aziende offrono supporto psicologico come ausilio per gli operatori sanitari che sono stati vittime di aggressioni fisiche o verbali nell’auspicio di aiutarli a superare lo stress del trauma vissuto.
Saranno inoltre riprese in alcuni ospedali le iniziative che prevedono la presenza di volontari delle associazioni nelle sale d’attesa dei Pronto Soccorso, come quella dal titolo “Spezza l’attesa”, volte ad alleviare il tempo della permanenza in Ps e facilitare l’accesso dei cittadini alle informazioni sul servizio.

Dal 2018 l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha creato un Osservatorio sulla violenza con l’obiettivo di raccogliere le segnalazioni anche dai colleghi che lavorano al di fuori delle aziende sanitarie (www.ordinemedicimodena.it/news/2021/osservatorio-violenza-medici).

Violenza sugli operatori sanitari
Quando si parla di “violenza” sul posto di lavoro s’intendono tutti gli eventi che vanno dagli insulti alle minacce verbali, fino all’aggressione fisica, con esiti potenzialmente anche molto gravi. Rispetto ad altre categorie di lavoratori, il personale sanitario e socio-sanitario è tra i più esposti, poiché ha a che fare con persone – siano esse pazienti, familiari o caregiver – che possono trovarsi in condizioni di delicato equilibrio psicofisico condizionato da forte emotività, vulnerabilità o, in alcuni casi, anche frustrazione.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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