Come noto, in base a un accordo tra l'Ordine e Unimore, l'Università ha offerto, mediante concessione amministrativa, all’Ordine degli Ingegneri modenese i locali di via Pietro Vivarelli 2, presso il Dipartimento di ingegneria Enzo Ferrari per 268 metri quadrati, nonché – in uso non esclusivo – alcune sale riunioni.
Ebbene, a quanto ammonta il canone di concessione, a carico dell'Ordine? Ci si è accordati per un’unica rata in forma anticipata e non restituibile per i primi sei anni di concessione pari a 210.000 euro. Accordo che l'assemblea ha approvato.
Il percorso che ha portato a questa soluzione è stato però lungo e tortuoso e, visto l'ingentissimo investimento messo in campo dall'Ordine (che conta oltre 2mila iscritti a Modena), merita di essere approfondito.
E' evidente infatti, come si evince dalla lettura dell'ultimo bilancio, che la scelta della nuova sede ha pesato in modo importante sulle casse dell'Ordine a favore dell'Università di Modena.
La genesi dell'operazione
Quello del trasferimento della sede dell'Ordine degli ingegneri è un progetto di cui si parla da almeno 10 anni.Del resto il prezzo anticipatamente pagato risulterebbe, anche in base a semplici rilievi, superiore agli standard offerti dal mercato (a riguardo nell'assemblea del 6 dicembre 2023 l'allora presidente con onestà ammise che la soluzione prospettata 'rispetto a un puro canone di mercato’ aveva ‘un costo un po’ più elevato’, ma presentava ‘vantaggi importanti' in termini di 'relazioni con l'Università').

Da notare inoltre che l'adunanza dei duemila iscritti sempre del 6 dicembre 2023 (qui), chiamata a deliberare, ha ricevuto come prospetto per approvazione solo una bozza in formato editabile: frattanto l'offerta all'Università era già stata bell’e ufficializzata il 9 novembre 2023 (protocollo 3770, foto sopra).
L'Università infatti aveva pubblicato un bando dopo aver ricevuto un'offerta da un potenziale 'cliente' (l'Ordine, appunto), accettando poi la medesima offerta all'interno del bando stesso: il bando rimase aperto per 8 giorni lavorativi (dal 21 dicembre 2023 al 5 gennaio 2024) andando deserto e rendendo così quella dell'Ordine l'unica offerta in campo, peraltro decisamente vantaggiosa per l'Ateneo stesso.
Giuseppe Leonelli