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Orsa: 'Corte dei Conti su Seta: oggi esiste anche un deficit di rappresentanza'

Orsa: 'Corte dei Conti su Seta: oggi esiste anche un deficit di rappresentanza'

'Se chi rappresenta davvero i lavoratori viene escluso, non si tratta di un dialogo: si tratta di gestione imposta dall'alto'


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'Seta è al centro di una crisi profonda che coinvolge il personale, la qualità del servizio e il modello di relazioni sindacali. Mancano decine di autisti, i turni sono insostenibili, il contratto integrativo aziendale è considerato inadeguato dagli stessi lavoratori e il clima aziendale peggiora ogni giorno. In questo contesto, le trattative che dovrebbero servire a migliorare le condizioni di lavoro e a trovare soluzioni condivise vengono portate avanti senza coinvolgere Orsa, oggi fra i primi sindacati per numero di iscritti in tutta Seta'. A parlare è Luigi Sorrentino, segretario regionale del sindacato Orsa trasporti.
'Le trattative per l'accordo integrativo, cosi come quelle strategiche sul futuro del servizio, sono gestite da cinque sigle firmatarie del contratto nazionale, lasciando fuori una parte significativa dei lavoratori. La Corte dei Conti ha recentemente denunciato la mancanza di controllo pubblico sulla governance di Seta, indicando che la società opera in modo disallineato rispetto alla natura pubblica del suo capitale. In questo quadro, l'esclusione di Orsa dalle trattative rende ancora più evidente la chiusura di un sistema che non rappresenta più i lavoratori reali. Per questo motivo, Orsa ha promosso un ricorso oggi all'esame della Corte Costituzionale, che dovrà decidere se il diritto alla rappresentanza possa essere limitato al solo requisito formale della firma di un contratto, a prescindere dal consenso reale dei lavoratori.
Auspichiamo che l'arrivo del nuovo presidente di Seta, a seguito delle dimissioni del dottor Cirelli, segni un vero cambio di passo verso relazioni industriali più aperte, rappresentative e rispettose della realtà aziendale - continua Luigi Sorrentino -. Cosa chiediamo: trattative davvero rappresentative, che includano tutte le sigle realmente attive e presenti nei depositi, un contratto integrativo moderno e dignitoso, in grado di migliorare le condizioni dei lavoratori e attrarre nuove risorse, una gestione trasparente e pubblica, come richiesto dalla Corte dei Conti, che ponga fine a scelte unilaterali e poco condivise, una governance aperta e democratica, in vista della gara europea del 2026. Il riconoscimento della rappresentanza reale è la condizione minima per costruire un servizio migliore. Se chi rappresenta davvero i lavoratori viene escluso, non si tratta di un dialogo: si tratta di gestione imposta dall'alto'.
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