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Ancora una volta nell'ottobre scorso pur in concomitanza con una piena piccola, gli argini del tratto del fiume Panaro nella zona di Navicello e di Bagazzano, già colpito da almeno cinque rotte storiche dagli anni sessanta ad oggi, hanno fatto tremare. Più volte lo abbiamo documentato, ma oggi la portata del rischio e dei lavori che per mesi hanno riguardato un lungo tratto di argine all'altezza del ponte di navicello, è stata confermata dalla stessa Agenzia interregionale in una nota.
'A causa di una filtrazione che si era sviluppata nel corpo dell’argine, si è dovuto procedere nell’immediato con urgenza per realizzare un rinforzo dell’argine stesso utilizzando la terra recuperata nell’area circostante al fine di garantirne la corretta tenuta.
Successivamente sono state effettuate delle indagini geognostiche di dettaglio e sono state infisse delle palancole metalliche per garantire una adeguata protezione nei confronti di fenomeni di filtrazione. La realizzazione del rinforzo è stata completata, compresa la sistemazione delle aree circostanti e anche la fase di realizzazione delle palancole risulta ultimata; resta da completare la protezione dell’argine mediante un rivestimento impermeabile della scarpata, che verrà realizzata non appena le condizioni climatiche lo consentiranno'.
Ricordiamo che quel giorno la tempestività dell'intervento di AIPO ha permesso di ridurre il rischio immediato e fronteggiare l'emergenza, ma ciò confermò ancora una volta l'estrema fragilità del sistema arginale sia del fiume Secchia sia sul Panaro, nonostante i lavori di adeguamento in diversi tratti che si sono susseguito soltanto dopo l'alluvione del 2014.
Ma i lavori di somma urgenza negli ultimi mesi non si sono limitati al già impegnativo cantiere a navicello ma hanno riguardato altri interventi: i lavori di messa in sicurezza dell'arginatura maestra del fiume Secchia in destra idraulica nel comune di San Possidonio (importo 530.000 euro) e infine i lavori per la ripresa dissesto in bassa sponda a fiume in sinistra idraulica del fiume Panaro nel comune di Bomporto. Costo 300.000 euro.
Anche a San Possidonio, al confine con il Comune di Concordia gli interventi sono stati avviati immediatamente e, anche in questo caso si è reso necessario utilizzare delle palancole metalliche al fine di realizzare una prima fascia di protezione del tratto di fiume Secchia in forte erosione per effetto della corrente, fenomeno erosivo che era arrivato ad interessare anche il rilevato arginale. Una serie oscillante di innalzamenti e successivi abbassamenti dei livelli del fiume, hanno reso più difficoltosa l’esecuzione dei lavori, che in ogni caso sono sistematicamente avanzati appena le condizioni lo hanno consentito vista l’urgenza di realizzare questa prima fase al fine di garantire la sicurezza dell’argine. Allo stato attuale è stata completata la palancolatura e si procederà successivamente con la posa di pietrame per realizzare una protezione completa di tutto il tratto in curva.
A Bomporto la realizzazione di una difesa di sponda in un tratto in cui si è sviluppata una forte erosione, sempre per effetto delle ripetute piene che si sono avute nel corso degli ultimi due anni. Le opere prevedono la sistemazione dell’argine e la protezione della sponda mediante la realizzazione di una difesa spondale in massi di pietrame.
I lavori sulla Cassa di Espansione
Insieme ai lavori di somma urgenza, Aipo ha proceduto con i lavori del lotto 2 dei 4 previsti per il potenziamento della cassa di espansione del fiume Secchia. Interrotti dopo l'errore nel taglio di ettari di bosco in più rispetto al previsto, dal bacino della cassa in linea, e comunque in ritardo con il cronoprogramma della Regione che proprio un anno fa, il 24 febbraio, per voce dell'assessore Priolo annunciava che in primavera sarebbero avanzati dopo il disboscamento, i lavori di ripristino della vegetazione e delle aree verdi protette e, in autunno, la rimozione del materiale dal fondo del bacino da utilizzare per il rialzo e l'allargamento delle arginature. Oggi, a distanza di un anno, si è in ritardo di quasi un anno. E sappiamo che il 2026, anno entro il quale i lavori finanziati e vincolati ai fondi PNRR, dovrebbero essere completati
La situazione in cui si è oggi la definisce Aipo: 'E' stata già effettuata la piantumazione, secondo quanto previsto dal progetto, di un’area demaniale dell’estensione di circa 10 ettari, con essenze autoctone, al fine di dar corso allo sviluppo di un’area boscata. Anche gli interventi di ripristino ambientale nelle aree oggetto di lavori, nelle quali era stata riscontrata una difformità rispetto a quanto previsto inizialmente (tradotto bosco tagliato per sbaglio), sono stati completati in questi giorni. Fino ad ora la ripiantumazione di ripristino è stata eseguita su un’area di complessivi 6 ettari sui 7 previsti all’interno della Cassa di Espansione, l’ultimo ettaro , per ragioni tecniche idrauliche, sarà completato al termine della realizzazione definitiva dell’opera. Sono in corso inoltre le prove sui materiali per l’avvio della realizzazione dei diaframmi, opere molto importanti per impedire filtrazioni al di sotto delle arginature della cassa. Inoltre, sempre compatibilmente con le condizioni climatiche, proseguono le attività di bonifica dagli ordigni bellici, necessarie prima di procedere con gli scavi previsti all’interno della cassa per il prelievo dei materiali da utilizzare alla realizzazione dei rialzi e ringrossi arginali'.
Anche al netto dell'assenza di interruzioni i tempi per parlare di un innalzamento dei livello di sicurezza della cassa saranno molto lunghi. Dopo anni di attesa, e nonostante il progetto finanziato, non c'è traccia dell'avvio del lotto 1, presentato nel 2019, fondamentale nel sistema stesso, e relativo al rifacimento del manufatto regolatore (diga) e del manufatto sfioratore.
Il direttore di AIPo Gianluca Zanichelli ha espresso grande soddisfazione nei confronti di tutto il personale dell'ufficio di Modena per 'il grande impegno profuso e l'ottimo lavoro portato avanti nonostante le ripetute e frequenti piene degli affluenti modenesi del Po che, insieme a quelli reggiani, negli ultimi tempi, hanno messo a dura prova la struttura di Aipo. L'inclemenza stagionale invernale ha sicuramente reso più difficili le attività operative, ma grazie all'esperienza del personale e delle ditte specializzate di cui AIPo si avvale, i lavori stanno facendo registrare un positivo andamento in tutti i delicati interventi di cui l'agenzia è soggetto attuatore in diverse aree, da quelli di difesa del suolo a quelli (PNRR) inerenti il Piano Invasi e la Rinaturazione del Po' - conclude il Direttore.
Nella foto la base dell'argine sinistro del Panaro, all'altezza di navicello dove sono ben visibili le barriere di acciaio conficcate nel terreno per impedire le infiltrazioni
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>