Ridurre l'uso degli antibiotici: obiettivo raggiunto, ma si può fare di più
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Ridurre l'uso degli antibiotici: obiettivo raggiunto, ma si può fare di più

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L'infettivologo Ausl Stefano Zona richiama l'attenzione sull'antibiotico resistenza. I medici prescrivono meno ma troppo spesso ricevono pressioni dai pazienti


Ridurre l'uso degli antibiotici: obiettivo raggiunto, ma si può fare di più
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L'antibiotico resistenza è il fenomeno per cui i batteri diventano resistenti agli antibiotici, rendendo più difficile, o impossibile, trattare le infezioni. Questo significa che gli antibiotici normalmente efficaci contro un determinato batterio diventano inutili, perché il batterio ha sviluppato meccanismi per resistere al farmaco. Il ricorso diffuso e continuativo agli antibiotici rischia di generare questo fenomeno. Per questo, da tempo, l'indirizzo della sanità pubblica è quella di ridurre il ricorso agli antibiotici, limitandolo ai casi in cui è veramente necessario.
Oggi le province di Reggio Emilia e Modena hanno raggiunto l'obiettivo di riduzione stabilito dalla regione diviso tra parametri quantitativi e qualitativi. Ma c'è ancora tanto da fare. A Modena soprattutto sul fronte quantitativo.

La quantità di antibiotici prescritti è infatti ancora alta e questo anche perché spesso sono le persone a richiedere i propri medici l'utilizzo delle antibiotici, spesso anche i genitori per i propri bambini. Sollecitando il proprio medico a prescriverli. Ed è proprio anche per richiamare l'attenzione su questo, che il dottor Stefano Zona infettivologo AUSL di Modena ha richiamato l'attenzione sul fenomeno della antibiotico resistenza lanciando un messaggio proprio ai cittadini e all'utenza finale.
Nelle domande che gli abbiamo posto dopo averlo raggiunto nel suo studio nella sede Ausl di via San Giovanni del Cantone, siamo partiti proprio da qui.

Cosa può fare il cittadino?
Intanto, evitare di chiedere l'antibiotico. Spesso, soprattutto per quel che riguarda la popolazione pediatrica, c'è una richiesta molto insistente in alcune situazioni di dare l'antibiotico.
Quando invece i medici, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, decidono di aspettare due, tre o anche quattro giorni prima di iniziare la terapia antibiotica, non è perché si vuole risparmiare, ma perché si vuole capire se effettivamente c’è bisogno della terapia oppure no.
Altra cosa che il cittadino può fare è, se ha degli antibiotici fermi a casa, magari rimasti da terapie precedenti, restituirli in farmacia. È importante non conservare o accumulare antibiotici a domicilio, perché questo può favorire un uso improprio.

Qual è la fascia d’età più vulnerabile o più colpita dal problema dell’antibiotico-resistenza?
I problemi maggiori di resistenze, di infezioni da germi resistenti, li riscontriamo soprattutto nella fascia adulta e anziana, oppure in pazienti che necessitano di diverse terapie antibiotiche per condizioni legate all’immunodepressione. Ma questo non significa che i germi multiresistenti si generino solo in queste persone.
I germi resistenti si generano nella popolazione in generale. Ogni volta che somministriamo una terapia antibiotica a un bambino sano, a un giovane adulto, a una persona in buona salute, alteriamo l’equilibrio della flora microbica, in particolare quella intestinale, e questa alterazione può propagarsi nel resto della popolazione. Se in una persona sana si sviluppa un germe multiresistente, questo può colpire qualcuno più fragile, ad esempio un paziente ricoverato in ospedale, per il quale il rischio può diventare molto elevato.

Quali sono le infezioni più temute da germi resistenti?
I germi multiresistenti possono colpire principalmente tre grandi apparati:
l'apparato respiratorio, causando polmoniti;
le vie urinarie, in particolare nelle infezioni complicate;
l’ambito intra-addominale.
Queste sono le infezioni che pongono le sfide maggiori in ambito clinico.

Quando è utile l'antibiotico
L’antibiotico è utile solo in presenza di infezioni batteriche e quando queste possono diventare gravi. Paradossalmente, non tutte le infezioni batteriche devono essere trattate con antibiotico, perché molte si autolimitano e si risolvono da sole. L’antibiotico andrebbe usato solo in presenza di un elevato sospetto clinico di infezione batterica.
In caso di infezioni virali, l’antibiotico non serve e può anzi essere dannoso, perché può alterare la flora microbica, non solo intestinale ma anche quella delle vie respiratorie. Una flora sana ci serve per vivere bene, e alterarla può renderci più vulnerabili alle malattie.

Gi.Ga.

Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 
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