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Servizio minori Modena, una storia che merita di essere raccontata

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Educatori, assistenti Sociali, psicologi che hanno operato in quel periodo dovrebbero riflettere sull'opportunità di dar seguito a questa idea


Servizio minori Modena, una storia che merita di essere raccontata
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Premiato da una giuria d'esperti a seguito di un concorso per giovani creativi, il logo col muso di un leone ridicolo, un poco strabico e con una foltissima criniera arancione, per molti anni ha accompagnato e simboleggiato l'esperienza dei Laboratori Socio-Educativi del Comune di Modena, organizzati dal servizio minori e gestiti dai suoi Educatori territoriali in collaborazione con giovani artisti di diverse discipline e rivolti alle ragazzine e ragazzini finalizzati a supportare adeguatamente la p loro crescita.

Ricordo quel periodo, che oltre a quei Laboratori pomeridiani, poteva contare su un'assai più ampia 'serie' di interventi educativi (recupero scolastico, Centri semiresidenziali, Scuola Bottega, Rete Net Garage etc. Scuola d'arte Thalentho, concorsi Il Giovane Holden...) come 'il migliore' in termini di efficienza ed efficacia dell'intera storia dei servizio minori comunale, fin da quando la Giunta Barbolini decise di avocare al Comune la responsabilità di gestirlo, superando la precedente delega all'Assemblea dei Comuni, sotto l'egida dell'allora USL.

La 'ricchezza' delle offerte-interventi che potevano essere messi a disposizione dei minori permetteva di valutare le necessità e le risposte ad esse ... caso per caso e, nello stesso tempo garantiva dei setting operativi che potevano contare sulle positive dinamiche di gruppo. che, proprio in quegli anni, relativamente al nostro Paese, stavano acquistando una credibilità scientifica già conosciuta e sperimentata altrove.

Fu anche il periodo in cui la (illuminata) dirigenza tecnica del servizio, nelle mani della dottoressa Stradi (l'unica meritevole di essere ricordata, fatta eccezione dell'attuale che non ho avuto modo di poter valutare ... anche se parrebbe intenzionata a ripercorrere le esperienze positive del passato) si preoccupò di formare opportunamente gli Educatori, attraverso un impegnativo iter formativo condotto dalla dottoressa Scalari di Venezia, Un iter formativo, mi piace ricordarlo, che ebbe modo di seguire la crescita degli Educatori per la durata di tre anni .

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e poi, a mio avviso, fu erroneamente interrotto da una nuova dirigenza, proprio nel momento che si avviava alla conclusione.

Purtroppo, molte di quelle esperienze 'sono andate perdute' così come si sono allontanati dal servizio molti degli Educatori che contribuirono a renderle meritevoli di essere conosciute e ricordate.

All'indomani del mio pensionamento, nel 2012, sulla base di quest'ultimo convincimento, provai ad assumere il compito di scrivere un testo allo scopo di ricordare, dettagliandolo compiutamente e contribuire, in aggiunta a quanto già scritto, a ché non si dimentichi ciò che é stato.

Già presto, però, mi resi conto che si trattava di un impegno considerevole e complesso, molto difficile da portare a termine, specie se in carico ad una sola persona. La ricerca dei documenti e la scrittura cominciarono a dilatarsi nei tempi. Poi venne l'impegno per la Lista Per me Modena, poi ancora le preoccupazioni per la malattia e l'intervento, la convalescenza, l'impegno in Italia Nostra ed in seguito il rinnovato impegno, seppur da lontano, per Modena Volta Pagina. Sta di fatto che il mio impegno cessò.

Ma adesso, nonostante recentemente mi sia arrivato lo stimolo a riprovarci, anche sull'onda del testo di Mauro Francia sulla storia delle scuole dell'infanzia modenesi, mentre mi trovano nelle condizioni di decidere di soprassedere definitivamente ... mi viene da ripensarci.

Le notizie sui casi di malassistenza di cui, gradualmente, apprendiamo la gravità stanno 'destabilizzando' la mia serenità emotiva e mi inducono a credere che non debba essere il caso di lasciar passare nel dimenticatoio la gravità degli avvenimenti, contribuendo col racconto di una 'storia' che, qui a Modena, ha fatto la sua parte per evitarli.

Ho già scritto altrove che ritengo che, oltre alle innegabili responsabilità individuali che si stanno accertando, esistono (e ne stiamo acquisendo contezza) anche significative carenze organizzative. Ho già scritto che probabilmente sarebbe stato possibile evitare che certe situazioni potessero verificarsi con un'assetto valutativo plurale e non individuale e se quei servizi fossero stati dotati di occasioni d'osservazione diversi da un ufficio o un ambulatorio.

La nostra città, quelle condizioni le 'ha avute' ... ma oggi non più e ciò potrebbe non garantirci a sufficienza. Già 'invitati' ad esprimersi, i nostri politici di maggioranza tuttora tacciono.

Recentemente, un post Facebook di Marzia Bergamaschi, amica e collega di una vita, sollecitava a farlo quantomeno i 'depositari' della conoscenza della storia del nostro servizio minori. É un invito, essendo fra quest'ultimi, che non mi sento di trascurare. Ad autunno inoltrato, ci riproverò.

Per riuscircj, però, avverto fin d'ora la necessità che si creino almeno due condizioni, senza le quali non immagino un futuro per questo lavoro. La prima é che ci siano altri ex-colleghi che si rendono disponibili a svolgere la loro narrazione.

La seconda condizione è che si possa trovare un 'addetto ai lavori' di scrittura, come può essere un giornalista, che possa sintetizzare in un testo la complessità delle narrazioni che gli verranno fatte.

Pertanto, chiedo ai tanti (Educatori, Assistenti Sociali, Psicologi) che hanno operato in quel periodo di riflettere sull'opportunità di dar seguito a quell'idea, se ritengono che ne possa valer la pena ... e se, come voglio sperare, la valuteranno positivamente, si mettano a disposizione.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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