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Dopo l'ennesima aggressione violenta, potenzialmente mortale vista la ferita da taglio alla gola, ai danni di un giovane ragazzo straniero, avvenuta ieri sera, i residenti delle zona intorno al Parco Novi Sad, in particolare quelli di via Fabriani, Cittadella, Rainusso, Storchi, e Barozzi sono esasperati e ripetono il loro appello ad una maggiore sicurezza della zona.
A farsi portavoce del disagio e del grido di allarme è Antonella B., residente in una via adiacente alla stazione. 'Non è possibile e sopportabile assistere ad uno stillicidio quotidiano di episodi violenti e non è più accettabile vedere un intero parco alla trasformazione di uno spazio di uno spazio che era e dovrebbe continuare ad essere di incontro e svago per famiglie e bambini, in un luogo segnato da episodi di violenza, risse e atti di criminalità.
Questa situazione ha generato preoccupazione e paura tra i residenti, soprattutto tra quelli che hanno a cuore la sicurezza dei propri figli. Non è più possibile vivere in questo modo'.
L'inquietudine si fa sentire forte e chiara nelle parole di Antonella: 'Il parco, che dovrebbe essere un luogo di tranquillità e socializzazione, è diventato un punto di riferimento per attività illegali, come lo spaccio di droga, e per episodi di violenza gratuita. I nostri figli devono poter passeggiare in sicurezza. Non possiamo più tollerare questa situazione'.
Oltre alle preoccupazioni per la sicurezza personale, molti residenti sottolineano che intorno al Parco Novi Sad si trovano diverse scuole frequentate dai propri figli, rendendo ancora più urgente una risposta concreta dalle autorità locali. Una crescente preoccupazione che potrebbe sfociare a breve in una mobilitazione dei cittadini, nella zona. O almeno è quella che Antonella e altri auspicherebbero si organizzasse. Una manifestazione pubblica per sollecitare le istituzioni e le forze dell'ordine a intervenire in modo deciso e risolutivo. L'obiettivo è quello di riprendersi gli spazi pubblici e restituire al quartiere la tranquillità che merita. «Scendiamo in piazza per chiedere il nostro sacrosanto diritto alla sicurezza e per potere vivere e frequentare liberamente aree della città che diventano infrequentabili, non solo di sera, per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni locali' - chiude Antonella.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>