Oltre 930 metri quadri distribuiti su tre piani, con 40 locali tra ambulatori medici, infermieristici, uffici amministrativi, segreteria, accoglienza, sale riunioni, servizi igienici e locali tecnici e di servizio, per un investimento di circa due milioni di euro.
Grande partecipazione, sabato mattina, a Soliera, all’inaugurazione della Casa della Comunità “Aude Pacchioni”, la diciasettesima in provincia di Modena, alla presenza di cittadini, professionisti, associazioni di volontariato e istituzioni, tra cui il Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale.
La Casa della Comunità La struttura, che si trova all’angolo tra via Roma e via Muratori, è stata oggetto di un intervento di ristrutturazione dal costo di circa due milioni di euro, sostenuto dal Comune di Soliera. Diversi i servizi contenuti, distribuiti su tre piani: al piano terra trovano spazio il Punto prelievi, il Consultorio familiare, l’Infermieristica di comunità, la Pediatria di comunità e gli ambulatori specialistici di Endocrinologia, Cardiologia e Angiologia; al primo piano, sono attivi gli ambulatori di alcuni Medici di Medicina Generale, con ingresso da via Muratori, mentre al secondo piano sono collocati i locali dedicati alla Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze, due sale riunioni e alcuni sportelli gestiti da associazioni di volontariato del territorio, uno
relativo al progetto 'Un Argine all’azzardo', per il contrasto alla ludopatia, e l’altro al progetto 'Free Entry', uno spazio d'ascolto e consulenza psicologica completamente gratuito, rivolto principalmente a ragazze e ragazzi dai 13 ai 29 anni.
L’intitolazione La Casa della Comunità, il cui progetto è stato al centro di un percorso partecipativo che ha coinvolto cittadini e associazioni, è intitolata ad Aude Pacchioni (1926-2021), partigiana solierese, figura storica della Resistenza contro il nazifascismo, nominata nel 2003 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica. Con il nome di battaglia “Mimma” militò nella brigata partigiana “Diavolo”, occupandosi delle attività di segreteria, e in particolare della produzione di false certificazioni che attestavano la presenza al fronte dei giovani in realtà saliti sulle montagne per dare manforte al movimento partigiano. Furono così evitate perquisizioni e razzie da parte dei tedeschi e dei fascisti. Dopo la Liberazione, l’impegno proseguì sul piano politico e morale, divenendo prima dirigente nazionale della Federmezzadri, ruolo in cui si è battuta per le braccianti e le mondine e la parità di salario tra donne e uomini, e poi Presidente provinciale dell'UDI e componente della Commissione femminile della Federazione comunista modenese.
Consigliera comunale a Modena dal 1956 al 1985, contribuì alla nascita del modello emiliano di welfare: in qualità di assessore alla Sanità e ai Servizi sociali ha dato vita tra l'altro al primo asilo nido della città. Dal 1999 al 2018 è stata Presidente dell’ANPI di Modena.“Una nuova Casa della Comunità, presidio fondamentale per la cura, l’assistenza e la salute delle cittadine e dei cittadini, si aggiunge alla provincia di Modena e all’Emilia-Romagna, che è tra le prime regioni in Italia per numero di strutture già attive, 141 con quella di oggi, e tante altre in fase di progettazione e realizzazione - afferma
Michele de Pascale, Presidente della Regione -. Anche in questo caso si tratta di una Casa dotata di un’ampia gamma di servizi, dall’assistenza sanitaria di base alla salute mentale, dal supporto psicologico per i giovani agli ambulatori specialistici, che incarna pienamente il modello di prossimità e integrazione sociosanitaria che vogliamo promuovere, a difesa del diritto alla salute psico-fisica di tutte e tutti. Un modello che ha radici profonde nella nostra tradizione di welfare di comunità, costruita su servizi pubblici forti, universalistici e capaci di generare fiducia.
Per questo trovo molto significativa l’intitolazione ad Aude Pacchioni, figura straordinaria di questa terra e della nostra storia, che diede un contributo significativo, con la sua attività, alla lotta contro il nazifascismo ma anche alla nascita del modello emiliano-romagnolo di welfare. È un omaggio alla sua memoria e ai valori di partecipazione, solidarietà e impegno civile che vogliamo continuare a incarnare nelle politiche pubbliche”.“La Casa della Comunità – spiega
Caterina Bagni, Sindaco di Soliera – rappresenta un progetto fondamentale per Soliera: un luogo innovativo dove la salute è considerata in tutti i suoi aspetti, mettendo al centro la persona. Qui, professionisti e medici di medicina generale potranno lavorare insieme, in condizioni ottimali, in un ambiente stimolante e accogliente, con servizi amministrativi e di segreteria condivisi per favorire praticità ed efficienza. Le associazioni del territorio avranno un ruolo chiave nel promuovere l’integrazione socio-sanitaria. L'amministrazione è orgogliosa dello sforzo fatto, investendo risorse significative dal bilancio comunale per realizzare questo polo sanitario unico, collegato ai servizi e agli ambulatori distribuiti anche nelle frazioni, per essere sempre più vicini ai cittadini”. “Le Case della Comunità sono i luoghi della sanità del prossimo futuro – sottolinea
Mattia Altini, Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena –. I modelli che ci hanno guidato in passato, quando avevamo un approccio puramente ospedaliero per farci carico dei pazienti, devono per forza modificarsi: in strutture come questa di Soliera trovano piena applicazione gli indirizzi ministeriali che ci accompagnano a lavorare per portare l’assistenza più vicina ai luoghi di vita delle persone. In particolare per quanto riguarda la cronicità e la bassa complessità, ovvero tutto ciò che non è emergenza, la sanità dev’essere in grado di fare manutenzione, adottando modelli organizzativi innovativi. È un cambiamento culturale che l’Azienda USL di Modena sta affrontando a partire da una revisione critica del rendimento dei propri servizi. La prossimità è una sfida molto avvincente, che deve vedere la crescita di strutture come la Casa della Comunità, e in provincia di Modena ne abbiamo 17 più altre sono in cantiere, anche con l’impiego di personale oggi maggiormente impegnato in ospedale. Abbiamo infatti la responsabilità di utilizzare al meglio e mettere a valore ciò che ci è stato affidato attraverso la fiscalità collettiva, le strutture e soprattutto il nostro personale che è eccezionale. Ma è un cambiamento che non può avvenire senza la collaborazione dei cittadini, non destinatari ma parte integrante di questa evoluzione culturale, anche nell'uso dei servizi e delle prestazioni. Utilizzare bene le risorse in sanità si chiama appropriatezza, che significa buon senso, o meglio, senso civico. Oggi è un giorno di festa di cui vado molto orgoglioso: la comunità che si stringe attorno alla sanità per vedere e toccare con mano i servizi di questa struttura è un passo importante nella giusta direzione”.