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'Ho vinto su tutti i fronti. Respinti i ricorsi delle parti civili che sono state condannate al pagamento delle spese processuali. E' finito per sempre un incubo. Sono felice, ma ora voglio giustizia'. Così la dottoressa Maria Grazia Modena, ex primario di Cardiologia del Policlinico di Modena, ha accolto la notizia della assoluzione in Cassazione da tutte le accuse dell'inchiesta 'camici sporchi', che nel novembre 2012 la portò ai domiciliari (misure cautelari anche per altri 8 medici) per presunte sperimentazioni abusive sui pazienti inconsapevoli che l'accusa, il pm è Marco Niccolini, sosteneva avvenissero nel reparto.
I giudici, chiusa la camera di consiglio all'una di notte, hanno assolto la prof dall'ultima accusa rimasta, quella di falso, 'perché il fatto non sussiste'. Dichiarati inammissibili i ricorsi delle parti civili: Regione, Policlinico, procura generale e associazione 'Amici del cuore'.
Condannata in primo grado a 4 anni nel febbraio 2015 per associazione a delinquere, truffa al sistema sanitario, corruzione, abuso d'ufficio e falso, vide ribaltata la sentenza in Appello: condanna ridotta a 8 mesi per falso. A novembre in tribunale erano arrivate condanne per 36 anni per i 12 imputati che avevano scelto il rito ordinario.
L’inchiesta le era costata l’arresto, la perdita della guida del reparto di cardiologia, e l’allontanamento da Modena, la sua città. Dopo l'assoluzione per le accuse più gravi dei mesi scorsi, la professoressa Modena era stata reintegrata come ordinario di Cardiologia dell'Università di Modena e Reggio Emilia ma aveva denunciato di non essere stata comunque posta nelle condizioni, anche in termini di spazi, e strutture, per potere operare.
Oggi la sentenza che la scagiona totalmente, al termine di sei lunghi anni di angoscia e sofferenza nei quali, prima in esilio da Modena e poi con l'obbligo di firma dai Carabinieri. Un calvario giudiziario che la stessa professoressa aveva raccolto in un libro memoria presentato nell’aprile scorso, dal quale, aveva sottolineato, 'non emerge una verità ma la verità'. Quella che oggi la riconosce completamente innocente e che le fa dire: 'Ora voglio giustizia'
Nella foto la Prof.ssa Maria Grazia Modena con il suo libro di memorie sull'inchiesta