Gibertini mi aveva fatto una ingiunzione di pagamento. Una casa mi era stata pignorata e venduta all’asta. Non potevo pagare. Silipo mi ha chiesto se potevamo sistemare questa vicenda. Io dissi che non avevo soldi ma che avrei visto come fare. Le mie finanze erano a zero. Il credito era intorno ai 50.000 euro, ci accordammo su 20 cambiali da 1.000 euro e un assegno da 5.000 euro
Titolare allora della Reggiana Gourmet, azienda di Bagnolo del settore alimentare, per vincere un appalto per la ristorazione nelle carceri avrebbe consegnato a Maria Rosa Gelmi oltre un milione 330mila euro, in contanti. Ma l”affare” sarebbe sfumato e secondo l'accusa Mirco Salsi si sarebbe avvalso dei servizi della ‘ndrangheta (sempe nella persona di Antonio Silipo) per recuperare il credito.A raccontare la genesi del rapporto tra Salsi e Silipo è la giornalista Sabrina Pignedoli nel suo libro 'Operazione Aemilia'. 'Tutto inizia con una donna incontrata sul treno. Si chiama Maria Rosa Gelmi, bresciana. Nel viaggio di ritorno da Roma incontra l'allora presidente della Cna di Reggio Emilia Enrico Bini, poi presidente della Camera di Commercio. I due cominciano a chiacchierare e lei chiede a lui se sia disponibile a organizzarle un incontro per presentare un progetto per la fornitura di prodotti alimentari alle guardie carcerarie. Avviene l'incontro a cui partecipa anche Salsi'.
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