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“Ad oggi sappiamo solo che chi ha investito e ucciso la mamma è scappato e faremo di tutto perché paghi per quello che ha commesso”. Sono sconvolti e chiedono con forza giustizia i familiari di Gorica Dilic, la cuoca cinquantaduenne vittima del tragico investimento pirata avvenuto all’una di notte di domenica 14 novembre 2021 in via Vignolese, all’altezza del civico 414, a Modena. La donna stava tornando a casa in bicicletta dal ristorante “Stradyvari”, dove lavorava da tanti anni, quando è stata travolta da un’auto che procedeva nella sua stessa direzione di marcia e il cui conducente ha tirato diritto lasciandola agonizzante sull’asfalto.
Le forze dell’ordine hanno già rinvenuto il veicolo e sono anche risaliti a chi lo guidava, “ma al momento non abbiamo ancora ricevuto alcuna notifica - spiegava ieri mattina il figlio della vittima, Milos Dilic - C’è tanta rabbia: se l’automobilista si fosse fermato sarebbe stato diverso, ma il fatto che abbia lasciato lì mia mamma e sia fuggito ci lascia sbigottiti.
Anche perché non sappiamo ancora se sia morta sul colpo, se altri l’abbiano soccorsa e se la fuga dell’investitore possa averla anche privata delle ultime possibilità di salvezza. Quello che sappiamo è che è scappato e che procederemo in ogni modo contro questa persona: non riporterà indietro la mamma, ma è giusto che chi commette un reato, tanto più di questa gravità, paghi” continua Milos che, assieme al fratello Antonio e alla nonna Milka, per fare piena luce sui fatti e sulle responsabilità e per ottenere giustizia, attraverso la consulente legale Sara Donati, si è affidato a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata nel risarcimento danni.
Originaria di Kragujevac, città a duecento chilometri da Belgrado, in Serbia, Gorica Dilic si era trasferita in Italia per lavoro nel 1996: un anno a Salerno e poi a Modena.
Aveva sempre operato nel campo della ristorazione, prima come lavapiatti e poi come aiuto cuoco, prestando servizio in diversi ristoranti della zona: da oltre dieci anni lavorava allo Stradyvari, già “Pizza e Altro”, dov’era stimata e ben voluta da tutti, tanto da essere stata riconfermata anche dalla nuova gestione. Era lei al mattino che apriva il locale, e spesso staccava molto tardi, com’è accaduto quel maledetto sabato notte.
“Era la mamma - la piange Milos - Una persona semplice, umile, che non pensava mai a se stessa, non andava dalla parrucchiera né si truccava: andava lavoro al mattino, faceva la spesa, tornava a casa e cucinava anche per mio fratello e mia nonna, ripartiva per il ristirante, sempre con la sua bicicletta, che ci fosse il sole o che piovesse”.
I familiari di Gorica sono in attesa da un momento all’altro del nulla osta dell’autorità giudiziaria, che non ha ritenuto necessaria e non ha disposto l’autopsia sulla salma, per poter fissare la data dei funerali della loro cara. Ma attendono con ansia risposte anche dagli inquirenti e dalla giustizia.
Redazione Pressa
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