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Se qualcuno volesse violare il codice della strada, parcheggiare sulle strisce blu senza pagare, mettere l’auto nei parcheggi riservati ai disabili o alle gestanti, o ancora investire qualcuno, andare contromano, non dare la precedenza, strombazzare in pieno centro incurante del rispetto della quiete pubblica non ha una scelta, ne ha tre: trasferirsi nel sub ambito montano dell’Unione dei comuni del distretto ceramico, in uno tra Montefiorino, Palagano e Frassinoro.
I tre comuni del distretto infatti, da sei mesi non hanno più un vigile che stia sul territorio. Ne sono totalmente sprovvisti, prima ne avevano uno a testa, ora non più. A niente servono i concorsi o le graduatorie di mobilità, nessuno vuole fare il salmone, e risalire il Dolo e il Dragone. Un problema analogo a quello che ha caratterizzato il punto nascite di Pavullo, con gli specializzati in emergenza che non ne hanno voluto sapere di trasferirsi in quota.
E d’accordo che in montagna i supermercati, quando chiudono tardi, chiudono tra le 19 e 30 e le venti, d’accordo che c’è un cinema ogni n-mila tornanti, d’accordo che si fa tardi in discoteca non perché si tira tardi ma perché una volta che si parte ci vuole minimo un’ora a tornare a casa, d’accordo che l’ora dell’aperitivo inizia alle 18 e non alle 19 e dopo le 21 trovare un bar aperto da più l’idea di un Hoverlook Hotel che non di un Coyote Ugly però….
Però sarebbe bello capire perché solo noi dobbiamo andar giù con la piena, che sia del Panaro o del Secchia e poi dobbiamo fare i salmoni per tornare a casa ad abbracciare mogli, mariti, figli, cani e gatti.
Sarebbe bello capire perché uno che fa domanda in ceramica o in qualunque altro posto che non disti meno di quindici chilometri non può chiedere al posto di lavoro di spostarsi come invece fanno certi dipendenti pubblici. Sarebbe bello capire perché chi si riempie la bocca di attenzione per il territorio alla fine non fa mai un benemerito per tutelarlo a pieno. Sarebbe infine bello capire perché una Regione Emilia Romagna, oramai cinque anni fa, ha deciso per una gestione associata degna di un Sandrone, con comuni montani (gli ex della comunità montana del Dolo e del Dragone) accorpati al distretto ceramico. Neanche nell’Unione del Frignano di cui abbiamo parlato alcuni giorni fa in merito alla fusione “Lamantecreto” c’è una disomogeneità così drammatica. E dire che esiste un assessorato che tra le deleghe si occupa anche di “politiche ambientali e della montagna”. Che sia lo stesso che è stato interpellato dall’assessorato alla sanità quando c’era da decidere del destino dei punti nascite dell’Appennino?
Stefano Bonacorsi