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Esplodono i contagi in provincia di Modena e in Emilia Romagna e, dopo la drammatica decisione di chiudere le scuole, riappaiono in città le immagini di parchi transennati come nella prima ondata.
Nei Comuni dell'Unione del Sorbara i sei sindaci hanno chiuso parchi, è stata vietata la sosta sulle panchine e sono state chiuse le aree sgambamento cani.
A Carpi su una panchina pubblica, ovunque collocata, può sedersi una sola persona per volta. Nei parchi, giardini pubblici, e aree verdi pubbliche è vietato l'uso di attrezzature (giochi, giostrine, impianti eccetera); è consentita invece l'attività motoria individuale, nel rispetto degli altri obblighi anti-Covid. La sanzione per chi non rispetta queste norme va da 400 a 3.000 euro.
A Soliera nei parchi e nelle aree verdi del territorio comunale sono vietati l'uso dei giochi, delle panchine e lo stazionamento.
Nessuna ordinanza ad hoc con ulteriori limitazioni rispetto a quanto previsto per la zona rossa, invece pare venga emessa dal sindaco di Modena Muzzarelli il quale, ricordiamo, è anche presidente in solitaria della Conferenza territoriale socio-sanitaria, senza alcun copresidente.
Insomma, al di là delle scelte a Modena città, in provincia si sta materializzando una situazione come quella vissuta un anno fa, peggio di quella vissuta un anno fa, perchè dopo un anno i cittadini sono stanchi e la percezione del rischio è decisamente diminuita.
Dal canto loro i sindaci della provincia, da mesi in prima linea e alcuni in aperto disaccordo con lo stile assunto dal presidente Ctss Muzzarelli (un approccio silenzioso e spesso aperturista), sono sempre più in difficoltà. Del resto le ordinanze, nate evidentemente con la volontà di limitare gli spostamenti e non certo con intenti punitivi, appaiano come armi spuntate soprattutto dopo 12 mesi di emergenza costante.
g.leo.
Redazione Pressa
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