Ma questa spaccatura tra Bonaccini e De Pascale non è l'unica emersa in queste prime settimane da presidente dell'ex sindaco di Ravenna.
Costretto a varare una manovra lacrime e sangue (400 milioni in più di tasse) proprio per il buco lasciato dal suo predecessore (pur creando una narrazione ufficiale che punta il dito solo sui tagli del Governo Meloni), De Pascale ha svoltato anche sul tema della sanità e in particolare su Cau e Punti nascite.
In commissione sanità l'assessore regionale Fabi ha infatti detto chiaramente che i punti nascita periferici, Pavullo e Mirandola per quanto riguarda il modenese, non riapriranno nè ora nè mai. Una sentenza senza appello che sconfessa completamente l'approccio di Bonaccini il quale basò la sua campagna elettorale per la sua rielezione a presidente sulla riapertura del punto nascita di Pavullo. Promessa non solo non mantenuta, ma che si tramutò nella chiusura bis di Mirandola.
E un cambio di rotta De Pascale lo ha segnato anche sui Cau, annunciandone una completa revisione con conseguenti chiusure, smentendo in questo modo tutta la 'rivoluzione sanitaria' pensata da Bonaccini e Donini.
Insomma De Pascale archivia Bonaccini, ma senza dirlo. In fondo i totem sono così: l'importante è mantenere la facciata, svuotare il contenuto non è lesa maestà: purchè lo si faccia in silenzio.
Giuseppe Leonelli

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