Come anticipato da
La Pressa, il forzista carpigiano Michele De Rosa ha chiesto di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. La revoca fu chiesta anche nel 2022 dall’allora sindaco Alberto Bellelli, ma la proposta fu clamorosamente bocciata, vista la contrarietà delle destre, delle liste civiche e del Movimento 5 Stelle.L’attuale sindaco Riccardo Righi avrebbe voluto ritentare il colpo già l’anno scorso: specie perché sarebbe stato il centenario del conferimento, avvenuto nel 1924. Ma a differenza del suo predecessore Bellelli, Righi sa contare fino a 16: che sono i voti, oltre al suo, necessari per la revoca. La maggioranza si ferma a 15: il voto in più deve per forza venire dall’opposizione. E per forza da Forza Italia: visto che il resto dell’opposizione è rappresentato da Lega e FdI, che di certo non vorranno tradire il Duce; e dalla civica Monica Medici, che nel 2022 bocciò la revoca argomentando: “il Duce ha fatto anche del bene”. Righi, che rispetto a Bellelli è molto più scaltro, il voto se l’è per questo cercato e conquistato nel collega Michele De Rosa.
Che con Righi ha moltissimo in comune: giovani, relativamente freschi di politica, senza legami stretti di partito e con una certa libertà di pensiero, ma con forti legami nell’aristocrazia borghese: fra associazioni, club, testate intellettuali di riferimento, costruttori, professionisti e progettisti locali, i due sono veramente molto inseriti e lanciati e non mancano, spesso in coppia, a nessuna occasione e a nessun nastro.Ora noi non possiamo sapere chi abbia influenzato chi e per primo. Ma è certo che i due si sono messi d’accordo. Con un obiettivo comune. Perché questa mozione mette molto in difficoltà la sinistra e il PD. Che vengono da un anno nel quale a Carpi non ci sono stati grandi successi amministrativi, ma solo concessioni ben mascherate ai potentati: una zona verde oltreferrovia dove c’era già una zona verde, ma con decine di migliaia di metri edificati in più, quando i consigli precedenti s’erano adoperati per spostare quella edificabilità in zone già cementificate; un parco-non-parco agricolo dove c’era già un parco-non-parco agricolo, usato per una sola volta per Concentrico ma già abbandonato al suo triste destino; il non-voto in Consiglio sul fotovoltaico, con il rappresentante del Comune a ribadire dopo pochi giorni il via libera in Conferenza dei servizi alle illimitate estensioni di pannelli; la non-scelta sulla cessione gratuita di Aimag a Hera, con delega al CdA di Aimag prima e agli “esperti” poi di decidere al posto dei consiglieri comunali, messi a tacere con un contratto-bavaglio – e questo sì che fa molto Mussolini.
Ma quello che passa sono i nastri di Righi.Per questo il PD, alle prese con l’ennesimo congresso-farsa e con le sue lotte intestine, non avrebbe voluto concedere a Righi – che non è del PD - una tal passerella, dopo il flop di Bellelli. Ben sapendo che la notizia avrebbe avuto molto risalto anche fuori da Carpi. Solo che la notizia, grazie a De Rosa, è già andata al nazionale: con il nome di Righi in contrapposizione a quello di Bellelli a reti unificate nelle agenzie. Siamo certi che il mandante sia De Rosa?
Magath