Oggi il Governo e Fdi si sperticano in solidarietà a Ranucci, ma la libertà di stampa non piace mai a chi comanda
Appena due anni fa l'attuale presidente del Senato Ignazio La Russa, definiva i giornalisti di Report 'calunniatori schifosi' e la Meloni nel 2019 li derideva
Ovvio, davanti a una bomba le istituzioni non possono che schierarsi dalla parte della vittima, eppure la stessa vittima di oggi nei mesi scorsi è stata additata nei modi peggiori dagli stessi esponenti del Governo.
Appena due anni fa l'attuale presidente del Senato Ignazio La Russa, definiva i giornalisti di Report 'calunniatori schifosi' e la stessa presidente Meloni nel 2019 annunciava conferenze stampa per 'deridere il giornalismo di inchiesta' di questa trasmissione.
Ma, al di là degli sberleffi o delle offese a mezzo stampa, le querele e le richieste di risarcimento danni non si contano. Tra queste, nell'ultima legislatura, quella ricevuta da tutto il partito di Fratelli d'Italia, per il servizio dell'inviato Giorgio Mottola, che parlava dei rapporti del padre della premier con il boss Michele Senese. Querele sono arrivate anche dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, e da Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Meloni, in relazione all'inchiesta, anche questa di Mottola, sul presunto ruolo del governo nella scalata di Monte Paschi su Mediobanca.
Nella lista anche la querela da parte del presidente del Senato Ignazio La Russa e dei suoi figli, quella del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, di sua moglie e della sorella della moglie. Ci sono poi le varie denunce del ministro Adolfo Urso, della ministra Daniela Santanchè e del suo ex compagno e quella della sottosegretaria Isabella Rauti. Poi le due della famiglia Berlusconi e di Marta Fascina, oltre a quelle di Maurizio Gasparri, che nel novembre del 2023, nel corso dell'audizione di Ranucci in Vigilanza, si presentò con un cognac da offrire al giornalista per farsi coraggio e una carota, se quest'ultimo avesse avuto paura della bicamerale.
Ovviamente le querele non sono arrivate solo da esponenti dell'attuale maggioranza. Nel recente passato, ad esempio, ci fu una lunga querelle con Matteo Renzi per il servizio, ancora una volta di Mottola, che ritraeva il leader di Italia Viva e l'agente dei servizi Marco Mancini in un incontro ad un autogrill. E ancora prima per un'inchiesta sull'acquisizione dell'Unità da parte del gruppo Pessina. Ranucci ha spesso ricordato che le inchieste di Report hanno riguardato esponenti di tutti gli schieramenti, invocando l'approvazione di una legge contro le querele temerarie.
La libertà di stampa non piace a chi comanda, le case di vetro vengono lodate purchè non siano le proprie e - forse - Fratelli d'Italia e il premier prima di solidarizzare con Ranucci e la sua famiglia dovrebbero scusarsi e ritirare le querele (come ha chiesto del resto lo stesso ex missino Storace). Perchè isolare i criminali e fare quadrato significa questo, accettare la libertà che graffia e che infastidisce perchè si comprende che il suo contrario è ben più pericoloso e che offendere i giornalisti, screditarli, calunniarli è un modo di fare politica tutt'altro che neutro. Non significa fare santini o creare nuovi eroi, significa comprendere che il pluralismo si ottiene non accettando solo le voci 'amiche' ma dando spazio a voci diverse, anche a quelle più fastidiose. Vale a livello nazionale e vale a livello locale, vale a Roma così come vale a Modena, vale per il centrodestra e vale per il centrosinistra.
Così, solo per tentare una volta tanto di squarciare il velo ipocrita che imbianca i sepolcri della politica.
g.leo.
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