I contorni della sfida ormai sono chiari: da una parte il centrosinistra schiera l’uomo di partito Michele De Pascale, dall’altra il centrodestra e i civici convergono sulla figura civica e donna di Elena Ugolini. Certo, Forza Italia e Lega ancora fanno melina sperando di strappare qualche candidatura in più nella lista del presidente, ma i giochi sono fatti, la Ugolini sarà - col timbro di CL - la candidata unitaria. Sulla carta sarebbe ben più ostico lo scoglio che il Pd e il centrosinistra hanno di fronte. Il presidente uscente infatti, nonostante la narrazione creata ad arte che lo dipinge come una sorta di semidio laico, messia del verbo unico progressista-capitalista, ha lasciato il proprio incarico con una clamorosa promessa tradita. Bonaccini, come tutti ricordano, aveva promesso non più di un anno fa che sarebbe rimasto alla guida della Regione fino all’ultimo giorno del mandato. Così non è stato. Candidatosi alle Europee per sfruttare l’ultima finestra elettorale disponibile, Bonaccini - eletto - ha dovuto dimettersi da governatore lasciando la Regione in un limbo per 5 mesi e portando gli Emiliano-romagnoli a un voto anticipato in autunno, anziché a inizio 2025 come previsto. Non facile far digerire questa promessa mancata, eppure - complice un centrodestra sempre sorprendentemente (ma non troppo) accondiscendente verso il governatore uscente - il Pd pare esserci riuscito in scioltezza. Il voto anticipato e la fuga a Bruxelles di Bonaccini sembrano fatti rimossi. Si procede come se nulla fosse, con tanto di foto di rito, investiture ufficiali, staffette a favor di fotografi e gigantografie invase da ‘grazie pres’…
Giuseppe Leonelli
Regionali, De Pascale contro Ugolini: il Pd deve far dimenticare la fuga di Bonaccini

Bonaccini, come tutti ricordano, aveva promesso non più di un anno fa che sarebbe rimasto alla guida della Regione fino all’ultimo giorno del mandato
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