Giovane aggredito in stazione: uscire dalla logica di don Abbondio

È un monito che faccio a me stessa, ai modenesi e anche ai partiti di opposizione, che non possono più limitarsi a criticare dal pulpito
Sono oltremodo sdegnata dall'aggressione al giovane di Castelfranco Emilia per mano di un gruppo di extracomunitari in area stazione.
Con il vivo auspicio che la vicenda non finisca a tarallucci e vino, vorrei fare alcune riflessioni.
Domani ci sarà un corteo aperto a tutti che, nelle intenzioni degli organizzatori, chiede più sicurezza in città.
Come ha opportunamente osservato il capogruppo della Lega Giovanni Bertoldi, sulla falsa riga della Germania dell'Est degli anni Ottanta, a Modena il partito che la governa da decenni funge da maggioranza e opposizione al tempo stesso. Posta dunque la giustezza di principio dell'iniziativa, ci si chiede a che gioco il PD stia giocando. Parliamo dello stesso partito che coccola lo straniero con politiche sociali che si dimenticano dell'autoctono, e questo sono pronta a sottoscriverlo in carta bollata, avendo fatto parte di un gruppo di volontariato in odore di falce e martello. È altresì la medesima forza politica che, mentre si batte per la soppressione della vita umana in grembo, frigna perché gli italiani fanno pochi figli e pensa di risolvere il problema con gli immigrati. In realtà, come è stato sottolineato dal giornalista Andrea Cionci, quello a cui si mira è la spersonalizzazione di un popolo, la volontà di privarlo della sua storia, della sua religione, della sua cultura, così l'individuo, ormai senza identità, è più facilmente manipolabile.
Se si vuole evitare un punto di non ritorno, bisogna uscire dalla logica di don Abbondio. È un monito che faccio a me stessa, ai modenesi e anche ai partiti di opposizione, che non possono più limitarsi a criticare dal pulpito, ma devono essere sempre più presenti nei quartieri con iniziative e tavoli di discussione volti a far cambiare passo a Modena.
Altrimenti è solo fuffa.
Cordialmente
Lavinia Previati
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